CHAPTER ONE | sono sua cugina |

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"Non essere così nervosa Elizabeth. Finirai per contagiarmi." Mi distrae dai miei pensieri mio cugino Liam. Io di risposta giro la testa verso un lui impegnato a guidare, e con le migliori delle intenzioni gli sorrido gentilmente.

"Scusami cugino se mi scoccia il fatto di andare avanti solo grazie al tuo cognome e a quello di mia madre." Sputo però acida, non riuscendo a reprimere il fastidio che adesso mi sto portando dentro. "Quando ho proposto questa cosa a mio padre pensavo di farti un favore, ma come al solito non apprezzi mai quello che fa la gente per te." Mi risponde a tono a sua volta, facendomi alzare gli occhi al cielo. "Io non ho chiesto favori a nessuno, non capisco perché ti sei sentito in dovere di farlo." Incrocio le braccia al petto.

"Perché mi preoccupo per te. So quanto ci tieni al tuo sogno e alla moda. Scusami in ogni caso." Conclude quindi offeso, concentrandosi una volta per tutte sulla strada. "Se non fossi stata obbligata, dopo aver gentilmente rifiutato, ti avrei ringraziato." Faccio a mia volta, riuscendo ad ottenere solo un'altro sguardo di rimprovero e sufficienza.

"Siamo arrivati. Quindi adesso vai." Dice una volta per tutte, facendo per aprire la mia portiera con uno dei tanti pulsanti presenti sul manubrio di questa macchina fin troppo costosa.

"Grazie per il passaggio." Queste sono le mie ultime parole, prima di sbattere la portiera della macchina. Se non fossimo stati nel ventunesimo secolo tutto avrebbe avuto più effetto, ma a quanto pare ai giorni d'oggi le macchina si chiudono da sole, quindi quando la mia spinta non provoca nessuna reazione da parte della macchina, mi viene quasi voglia di girare i tacchi frustrata e tornare a casa. Ahimè però, guardando Liam andare via, mi decido che una volta per tutte devo convincermi che l'unica soluzione per uscire da questo inferno è entrare nel palazzo alle mie spalle. Mi muovo velocemente, facendo poi per alzare la testa quando la struttura dell'immensa torre è davanti alla mia vista.

"Styles Enterprise." Annuncio forse a me stessa, leggendo la grande scritta in nero davanti al palazzo. Non conosco ancora il capo di quest'azienda, ma ho come l'impressione che non andremo d'accordo. Sono qui da stagista, quindi non credo proprio di essere una delle persone da considerare importanti. Nonché io lo voglia essere, ma ecco, spero anche di non essere trattata come uno straccio.

È quello che succederà.

Si questo lo so coscienza. Grazie per i tuoi interventi.

I miei tacchi rosa si affrettano a camminare all'interno della struttura, dove molto presto un'ondata di gelo mi invade. Capisco che siamo a giugno e fa molto caldo qui a Los Angles, ma così mi sembra fin troppo esagerato. Mi guardo intorno stranita, volendo a tutti i costi trovare qualcuno con lo sguardo che mi possa aiutare. Quando noto un bancone bianco a pochi metri da me sorrido e mi incammino verso di esso. "Buongiorno." Parla la signorina davanti a me. Apparentemente alta, bionda e con un abbondante davanzale sul davanti.

"Buongiorno a lei. Sono qui per un colloqui con il Signor Styles." La guardo sorridendo, ma quando pronuncio il nome del capo di questa grande azienda sembra quasi storcere il naso. Strano che un capo non stia simpatico ai propri dipendenti. "Si, mi dica il suo nome per favore." Mi sorride però, afferrando di fretta il mouse del Mac poco lontano da lei.

"Elizabeth Flores." Dico solo, aspettando qualche suo riscontro. "Elizabeth Flores a nome di Liam Payne. Oh si certo." Sorride la signorina che di fretta mi alza la testa, pronta per spiegarmi dove andare. Avrei preferito non sentire nella stessa frase il nome di mio cugino per un po' di tempo, ma cercherò di non farlo notare troppo. "Prima ascensore a destra. Piano ottanta." Mi spiega quindi, mentre io mi limito ad annuire. I miei tacchi risuonano nuovamente e con qualche sguardo addosso riesco ad arrivare davanti alle grandi porte dell'ascensore.

Styles Enterprise (Harry Styles, Ariana Grande) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora