E pensare che ieri mi sono anche impegnata a discutere con la mia famiglia per essere qui.
FLASHBACK
"Bonnie è pronto a tavola." La voce di Liam mi fa alzare lo sguardo, che fino a poco tempo prima era impegnato a guardare il display del mio iPad. "Sono sicura che sarà divertente come tutte le altre cene." Faccio quindi a mia volta, afferrando il telefono prima di uscire con lui dalla mia stanza.
"Non sono poi così noiosi andiamo." Mi riprende Liam, mentre prima di arrivare una volta per tutte in sala da pranzo mi avvicina a se in abbraccio fraterno. "Ci mettete sempre così tanto." Si lamenta mia madre, mentre io prendo posto accanto a lei.
"Giusto il tempo di respirare..." Sussurro, ma forse qualcuno mi ha sentito. Sorrido innocentemente e mi affretto a dare la mia completa attenzione al cibo davanti a me. Detto sinceramente non ho la più pallida idea del perché di venerdì i miei zii siano venuti qui, ma immagino centri qualcosa con Payne Corporation. "Forza Liam. È il tuo turno." Parla mio zio, lanciando un veloce sorriso al figlio.
Lo sguardo di mia madre, di mia zia, e di mio padre si punta su Liam insieme al mio. Siamo tutti fermi a guardarlo, e sinceramente non vorrei trovarmi nella sua stessa situazione. "Ecco si..." Quasi si strozza con quello che stava mangiando. Il suo sguardo si sposta di fretta su tutte le figure presenti, ma quando si posa su di me capisco che è meglio iniziarsi a preoccupare. "Elizabeth." Quasi sospira.
"Tutti noi sappiamo che vorresti andare a Parigi non appena finisci la tua Accademia di Moda, ma penso che dovresti rivedere i tuoi piani." Inizia, mentre io semplicemente lo guardo stranita ed anche un po' irritata. Ho sempre detto a tutti di non intromettersi nella mia vita. Qui tutti siamo stati agevolati dal cognome di mio zio e mia madre, quindi non ho nessuna intenzione di abusarne ancora. "Non vedo dove siano in problemi. Ho tutto sotto controllo." Ribatto io, anche po stizzita.
"Elizabeth lascia almeno che Liam ti spieghi." Fa mio padre. Sono abbastanza sicura che dietro tutta questa storia ci sia anche lui, ed ovviamente anche mio zio non si salva. Sono tutti coinvolti. Forse le uniche ad essere rimaste fuori sono mia madre e mia zia, ma questo principalmente perché sono troppo occupate a fare shopping ogni qualcosa ne abbiano l'occasione; in pratica tutti i sacro santo giorni.
"Spiega." Sbuffo leggermente, guardando Liam. "Se vuoi davvero andare a lavorare a Parigi c'è bisogno che tu faccia esperienza. Per quanto io posso mettere una buona parola su di te, c'è bisogno di un buon curriculum." Fa quindi, mentre io mi chiedo dove sia la novità? Non so se ricordo che vado ogni giorno avanti ed indietro per boutique, solo per chiedere guide e consigli. Non penso io possa fare molto altro.
"Questo era abbastanza scontato, ma toglimi una curiosità, cosa non potrebbe andare bene in me?" Corrugo la fronte curiosa. "È da tre anni che vinco ogni fine concorso della mia scuola, e la stagione scorsa sono stata chiamata da Zara per produrre alcuni suoi capi." Continuo quindi.
"Zara è fin troppo scadente per quello che vuoi fare." Si intromette mio zio, mentre io mando un occhiata di fuoco anche a lui. "Solo perché i suoi vestiti non costano un anima ed un fegato, non vuol dire che siano scadenti." Sbuffo. "E comunque grazie. Gli ultimi li ho disegnati quanti tutti io." Concludo.
"Taci padre, va bene?" Fa quindi Liam, mentre il padre si limita ad alzare le mani in segno di resa. "Devi lavorare per aziende grandi, cosicché le marche famose ti notino. A quel punto sarà molto più facile andare a Parigi." Continua il suo discorso Liam, posizionando la sua attenzione di nuovo su di me. "Va bene... allora mettiamo caso che io accettasi." Sospiro. "Dove dovrei andare a lavorare?" Chiedo curiosa, ed anche un po' irritata. Giuro che se dice una qualsiasi azienda con cui ha dei contratti, me ne vado. "Alla Styles Enterprise." Per l'appunto.
"Oltre al fatto che entrerei solo per una dia raccomandazione." Premetto, cercando di restare calma. "Ti rendi conto che non è neanche una azienda di moda?" Faccio quindi ancora, del tutto stufa di continuare questa conversazione.
"Si lo so, ma ne amministra parecchie di loro. La maggior parte dei guadagni di Gucci è gestita da essa. Questo ti sarebbe l'occasione di conoscere più persone possibili del campo." Spiega ancora.
Vorrei davvero dire che l'idea è stupida, ma devo ammettere che non lo è. L'unica cosa che non mi sta bene è il fatto che dietro tutto questo ci sono i tre uomini di famiglia. "Cosa dovrei fare li?" Domando quindi, ormai incuriosita, seppur incazzata. "La stagista. Semplicemente dai il tuo contributo alle piccole cose e nel frattempo ti aggiudichi qualche spazio tra le persone più conosciute." Sorride quindi, forse felice che io mi stia interessando alla sua proposta. Illuso, non accetterò mai.
"Mi sembra assolutamente..." "Inutile." Concludo, mentre mi affretto a continuare a mangiare. "Ma..." Quasi resta dispiaciuto. "Elizabeth." La voce di mio padre si fa presto sentire, ed anche scocciata, mi affretto a guardarlo. "O questo oppure niente Accademia di moda." Minaccia, con sguardo duro. "Cosa risolvi così?" Domando stizzita. Odio quando mi ricattano in questi modi barbareschi. "Risolvo il fatto di non dovermi più preoccupare di quello che vuoi fare. Ti metteremo a fare qualcosa nell'azienda di famiglia, o se preferisci a fare la bella vita." Fa quindi, guardandomi con sguardo serio.
"Quando inizio?" Domando verso mio cugino. "Lunedì." Fa lui quasi dispiaciuto. "Non devo fare prima un colloquio?" Domando quindi, del tutto in disaccordo. "Non c'è ne bisogno. È come se già fossi stata assunta." Mi raccomanda. "Dal momento che già sono costretta. Posso decidere di avere un colloquio?" Chiedo quindi, stufa. Mio cugino manda un occhiata verso mio padre, che semplicemente scrolla le spalle.
"Gli dirò di riceverti domattina."
FINE FLASHBACK
"Ne ho sedici." Lo correggo ancora, ma sta volta lo sento sbuffare. "Non faranno di certo la differenza." Alza gli occhi al cielo. "Mi ricordi perché assumo una sedicenne?" Domanda quasi confuso. "Ah si. Perché sono in debito." Sorride ancora. Se non fosse per la faccia pulita e i capelli in ordine avrei pensato quasi da subito fosse ubriaco. "Se fosse stato per me non sarei neanche venuta. Sono stata obbligata anche io se proprio vuole saperlo." Incrocio le braccia al petto, ormai stufa delle sue burle nei miei confronti.
"Oh allora se la metti così devo per forza avvisarti che sei stata assunta." Sorride beffardo. Mi sbaglio o mi ha fatto un dispetto? Ma dove siamo? All'asilo? "Bene, allora si metta comodo. Perché devo dirle cosa ho fatto negli ultimi tre anni di studio." Faccio per afferrare il mio amato curriculum, ma le sue parole mi fanno quasi immobilizzare. "Non serve una laurea per portare un caffè, e poi, mi fido di te bambolina." Ho sentito male vero?
"Caffè?" Chiedo confusa ed irritata. "È quello che più spesso fa la mia segreteria." Scrolla le spalle, mentre continua a guardarmi con sguardo beffardo. "In realtà io sarei una stagista. Non lavoro per lei." Mi affretto a specificare. "Non mi faccio mai correggere tre volte. Tu lavori qui come segretaria, e cosa più importante per me." Sorride, mentre io non posso fare a meno di restare ferma a guardarlo. Cosa devo fare adesso? Alzarmi e andare ad uccidere mio cugino? Mi sembra una buona idea si.
"Grande." Sussurro, facendomi poi per alzarmi. "Ci vediamo lunedì Elizabeth." Mi avvisa, prima che possa uscire. "Alle sei e mezza devi essere qui." Fa ancora, mentre io mi blocco sui miei stessi passi. "Di pomeriggio?" Domando, mentre una fragorosa risata abbandona le sue labbra. "Di mattina bambolina." Mi ammicca, ed anche se la voglia di urlare è molto alta, con un semplice saluto, mi dileguo da quella grande stanza. "Almeno ne sei uscita viva." Sorride occhi azzurri, venendomi incontro.
A quanto pare anche lui non ha molto da fare nella vita. "Cattivo?" Domanda, stampandosi uno sguardo curioso sulla faccia. "Niente di cui preoccuparsi."
SPAZIO AUTRICE
Ciaoooo a tutti. Spero il capitolo vi piaccia. Presto pubblicherò anche l'altra storia. Fatemi sapere nel frattempo se vi piace questo capitolo. ♥︎
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Styles Enterprise (Harry Styles, Ariana Grande)
Fanfiction"Sono stato l'unico a metterti in guardia del male che c'è nel mondo, ma sono stato anche l'unico a farti capire che avevo ragione." • • Elizabeth Flores Payne; una sedicenne ingenua che si ritroverà a lavorare per un ricco imprenditore arrogante e...