Boom

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«È di nuovo grossa, non ci riesco!»
Ho chiesto ad Akito di cambiare la bambina per finire di fare colazione senza interruzioni.
Quando alzo la testa, lui è già davanti a me. Mi porge la bambina che tiene in braccio appesa per le ascelle. Sari sembra piuttosto divertita.
«Akito è cacca. E con lei è sempre grossa!»
«Ma lei è piccolissima, non è normale! Le stava di nuovo uscendo dal pannolino!» «Cosa?!» Mi alzo di scatto e la sedia stride per terra. «Non la muovere troppo! Andiamo in bagno! »
Akito mi segue tenendo ancora la bambina appesa, come fosse una bomba ad orologeria e io l'artificiere con la capacità di disinnescarla.
Un'esplosione di cacca.
Potrei ridere per giorni.
«Vieni, appoggia qui». Stranamente mi dà retta «Tienile la testa».
Annuisce, Akito e io sono sempre più scioccata.
«Non sparire!» Mi premuro di dire poi. Forse è così accondiscendente perchè si prepara alla fuga. Vuole sicuramente scappare, dopo l'ultima volta.
Comincio ad essere scossa dai tremiti di una risata e cerco di trattenermi, mentre batto la mano sul fasciatoio.
Akito mi guarda. Ha capito cosa sto ricordando ma lui non è per niente divertito dal pensiero di pochi giorni prima.
Prendo i piedini di Sari e insieme la stendiamo sul materassino. Stacco i bottoncini della tutina e mi accorgo che è sporca di cacca. Questo vuol dire che tutto quello che le toglierò adesso sarà ancora più sporco. Non ce la faccio, sto soffiando aria dalle guance per non scoppiare a ridere come l'ultima volta.
«Sana, non ci provare».
Scuoto veloce la testa e lo guardo in modo impassibile.
Ecco, vedi? Sono seria!
«Tienile le manine, così non può toccarsi!» Continuo a spogliarla e lei sembra particolarmente divertita dalle facce di Akito, sbatte i piedini e di fatto peggiora la situazione.
La spoglio completamente e con una salviettina comincio a pulire.
Akito muove la testa per nascondere il naso nel gomito. Sento solo guaiti di insofferenza all'odoraccio che ci avvolge.
«Piccola... indifesa... bomba...»
Sussurra con la faccia premuta nel braccio.
«Devo lavarla, vado a prendere un asciugamano adatto e torno! Ho tolto gran parte dello sporco.»
Lui alza la testa all'improvviso.Se potesse incenerirmi con gli occhi lo farebbe, dopo l'ultima volta che l'ho lasciato con la bambina nuda sul fasciatoio.
Lo farebbe, non ho dubbi.
«Torno subito!» Lo dico a mia discolpa, mentre lui prende il mio posto per controllare meglio i movimenti della bambina, senza smettere di fulminarmi.
Vado più veloce che posso alla cassettiera a prendere un asciugamano pulito e poi torno in bagno. Perdo solo qualche secondo sulla porta, prima di entrare.
Akito è allungato sulla bambina, per arrivare vicino al suo viso. Le accarezza il naso con il suo, poi lo bacia e poi le fa un po' di solletico sfiorandola con i capelli. Sari emette piccole risa di approvazione, l'espressione appagata dalle coccole del papà. Non si muove neanche troppo adesso, è completamente rilassata.
E lui ricomincia. Nasino, bacio, solletico.
Sei spacciato, amore mio.
Mi avvicino e mi appoggio a lui, che continua a giocare affettuosamente con la bambina.
E anche io sono spacciata. Lo penso. Ho realizzato un numero di volte infinito, da quando è nata Sari, che questi momenti sono la ricompensa per tutto quello che abbiamo attraversato. I nostri piccoli scenari felici.
I versetti di Sari si affievoliscono e la sua espressione cambia. Akito non se n'è ancora accorto.
«Akito...» Mi sposto e gli do qualche colpetto per farlo notare anche a lui.
Mi guarda, l'espressione ubriaca.
È un attimo. Sari contrae le gambine ed esplode di nuovo in direzione della sua maglietta.
Non riesco a controllarmi e scoppio a ridere rumorosamente. Fa giusto in tempo ad incenerirmi di nuovo, mentre la sua faccia cambia colore.
Spacciato.

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