Prologo

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Persino un uomo puro di cuore, che dice le sue preghiere ogni sera, può diventare un lupo, quando l'erba luparia è in fiore e la luna splende leggera. O bramare il sangue di un altro quando il sole scende e il suo corpo il volo prende.

(Iced Earth – Wolf) 

Nel grande atrio dell'Aula Paolo VI, ormai vuoto e silenzioso, Davide se ne stava seduto a girare tra le dita il medaglione che aveva occupato il suo petto solo da qualche ora

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Nel grande atrio dell'Aula Paolo VI, ormai vuoto e silenzioso, Davide se ne stava seduto a girare tra le dita il medaglione che aveva occupato il suo petto solo da qualche ora. La soddisfazione era tale da non riuscire a fermare il sorriso radioso che aveva inondato il suo viso già da un po'. Era un traguardo che aveva raggiunto dopo un duro percorso durato quindici anni in cui studio e addestramento, sacrifici e sofferenze lo avevano portato a diventare membro ufficiale di un ordine segreto della Chiesa. Era pronto per intraprendere il suo nuovo cammino e niente gli avrebbe tolto quel sorriso dalla faccia.

Poco tempo dopo, era nel bel mezzo di Piazza San Pietro con una cartella blu sotto braccio contenente la documentazione da consegnare alla più alta carica dell'Ordine; era in attesa della Rolls Royce Phantom nera, la vecchia e lussuosa auto di famiglia che accompagnava gli Anderson già da qualche generazione. Nonostante la sua longevità si presentava in ottimo stato, dovuto soprattutto a una maniacale manutenzione mai mancata nel corso degli anni. Circa un secolo prima era appartenuta a Peter Anderson, a lui era seguito Mike e dopo di lui Alex, l'ultimo decano della famiglia. Davide intravide l'auto in lontananza; era trepidante di incontrare il suo bisnonno perché non vedeva l'ora di ricevere i suoi complimenti. Il fastoso mezzo si fermò poco distante e un anziano signore dall'aria distinta si preparava a scendere dal sedile posteriore; l'autista gli aveva aperto lo sportello, porgendogli il suo immancabile bastone. La fatica dei suoi centocinque anni si avvertiva prepotente sulle gambe ma nonostante ciò rifiutò l'aiuto dell'autista che gli aveva teso una mano.

«Nonno Alex! Nonno Alex!» Davide, euforico, lo salutò dirigendosi verso di lui.

«Ah... il mio ragazzo!» esclamò il vecchio tendendogli le braccia. I due si strinsero in un forte abbraccio come se non si incontrassero da tempo. Erano trascorsi otto mesi dall'ultima volta che si erano visti, ma il telefono, internet e ogni mezzo di comunicazione erano sufficienti per compensare la lontananza.

«Allora? Che ne dici?» disse Davide esibendo con orgoglio il suo gioiello di bronzo duramente guadagnato. «Sono uno di voi adesso.»

«Sono orgoglioso di te. E come ti ho promesso sarò felice di accompagnarti io stesso in quella che da oggi in poi sarà la tua casa

Circa mezz'ora dopo erano in un grande ascensore che si dirigeva verso i piani interrati di un'enorme struttura situata non molto lontano da Piazza San Pietro.

«Si trova così in basso il Praetorium?» chiese Davide.

«È la base segreta di un ordine segreto. Non si è mai abbastanza cauti.»

Quella Bestia di mio PadreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora