Città del Vaticano, Domus Sanctae Marthae
L'atmosfera delicata, l'ambiente sobrio e la luce tenue rendevano la cappella di Casa Santa Marta il posto ideale per pregare e riflettere. Il vivo oro dei triangoli del pavimento veniva illuminato dall'ampia vetrata laterale, da cui facevano capolino le antiche Mura Leonine. Seduto in fondo, all'ultimo banco, il Sommo Pontefice recitava in silenzio il Santo Rosario. Aveva appena terminato la terza decina, quando uno dei suoi segretari lo raggiunse.
«Santità, perdonatemi se interrompo la vostra preghiera, ma ha appena chiamato il camerlengo, dicendo che ha urgenza di vedervi.»
«Dite al camerlengo che appena avrò finito il Rosario lo raggiungerò.»
«Mi ha raccomandato di insistere, Santo Padre. È già in sede. Ha fatto riferimento a una missiva dagli Stati Uniti. È chiusa con un sigillo nero.»
Nell'udire ciò, il Sommo Pontefice bloccò il respiro per pochi istanti e praticò rapidamente il segno della croce.
«Dite al camerlengo che lo raggiungo subito. Fatelo accomodare nel mio studio.»
«È accompagnato da un prete americano, padre Gabriel», spiegò il segretario mentre aiutava il Santo Padre ad alzarsi. «Ha chiesto di consegnare la missiva direttamente nelle vostre mani.»
Una volta nello studio, il Pontefice fece accomodare i suoi ospiti e chiese al segretario di non essere disturbato per nessun motivo. Padre Gabriel, dopo le dovute presentazioni e il classico bacio all'anello piscatorio, consegnò nelle mani del Papa una busta bianca con chiusura triangolare, sigillata con ceralacca nera. Il sigillo, rotondo, riproduceva un'antica falcata orizzontale e, sopra di essa, il teschio di un animale che, a prima vista, poteva sembrare quello di un lupo. Le lettere alfa e omega comparivano in alto, rispettivamente a sinistra e a destra.
«Grazie per la vostra premura, padre Gabriel. Ma perché non vi accomodate?» lo invitò il Pontefice, notando che era rimasto in piedi. «Avete fatto un lungo viaggio, vi faccio preparare una camera, così potrete rinfrescarvi e riposare.»
«Vi ringrazio per la generosa offerta, Santità, ma è stato messo a mia disposizione un jet privato che attende il mio ritorno. Mi è stato attribuito questo incarico in forma strettamente riservata. Ciò che vi ho recapitato è un segreto, perfino per me, quindi devo salutarvi e tornare per la mia strada.»
«Come? State già partendo?»
«Sì, non sono abituato ad abbandonare il mio gregge per troppo tempo. È stato un piacere e un onore poter stringere la vostra mano e scambiare due chiacchiere con voi. Spero che quella lettera non rechi cattive notizie. Chi l'ha consegnata nelle mie mani aveva l'aria spaventata ed era molto agitato.»
L'espressione del Papa divenne mesta e pensierosa. Nonostante padre Gabriel fosse già uscito, indugiava ancora con lo sguardo sulla bianca missiva che girava e rigirava tra le mani.
«Dovete aprirla, Santo Padre», lo esortò il camerlengo.
Con un tagliacarte, il Pontefice praticò un'apertura netta sulla sommità della busta e, dopo aver estratto il foglio, prima di spiegarlo, fece un respiro profondo. Lesse il contenuto in silenzio, aumentando così l'ansia del camerlengo che era impaziente di sapere. L'antico e occulto Ordine Venatorius aveva scritto al Papa per la prima volta dopo cinquecento anni, e dalle sue lettere poteva giungere solo una notizia: il ritorno del male.
«Santità...» insistette il camerlengo.
Il Papa sollevò lentamente lo sguardo. «Il Messor antithei è tornato. La tregua è finita.»
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Quella Bestia di mio Padre
غموض / إثارةMike e Alex, padre e figlio. Un rapporto complicato. Elena, la moglie di Mike, viene trovata barbaramente assassinata nella camera da letto in cui aveva avuto un violento litigio col marito solo poche ore prima. Lo stesso Alex sorprende suo padre su...