Arcipelago delle Hawaii - Oggi
Il cellulare vibra ancora. Dopo la terza chiamata Mike aveva staccato la suoneria ma, nonostante ciò, fu distratto ancora da sua moglie che per l'ennesima volta cercava di contattarlo. Leggeva infastidito il suo nome sul display che lampeggiava frenetico sotto la luce spesa del sole morente, e continuava a osservarlo come se volesse farlo smettere con la sola forza del pensiero. Poi tutto tacque e tornò con lo sguardo verso quelle che Andrea, il suo migliore amico nonché fidato collega, aveva definito le gioie del paradiso, per l'esattezza due bellissime ragazze in topless che giocavano a pallavolo sul bagnasciuga hawaiano. Pochi minuti prima gli aveva fatto notare come le loro tette sussultassero a ogni passaggio della palla ed fossero quanto provocanti.
«Non le avevi detto che saresti stato tu a chiamare? Che questo era un viaggio di lavoro importante, che gli incontri che avremmo tenuto sarebbero durati ore e che non doveva romperti i coglioni?»
«La vuoi piantare? Stai parlando di mia moglie» si lamentò Mike.
«Che lascerai molto presto, anzi prestissimo.»
«Non ho mai detto di volerla lasciare, ho solo bisogno di tranquillità... e di pensare. Certo che gliel'ho detto di non chiamarmi, ma sai com'è fatta.»
«Male, è fatta molto male. Una moglie così gelosa non la sopporterei.»
«Tu non sopporteresti una moglie e basta» affermò Mike con sicurezza indicando con lo sguardo le due fanciulle giulive. «Motivo per cui a trentasei anni sei ancora zitello .»
«Scapolo per scelta, amico mio, per scelta e tu dovresti tornare a esserlo.»
«Non prima di aver tentato il tutto per tutto. Amo mia moglie e l'idea che tutto finisca mi fa stare male, credimi.»
«Ma ha un cazzo di malattia con cui non puoi competere, che nessuna medicina potrà mai curare... ti farà impazzire. Una donna gelosa è un casino, ma una donna malata di gelosia è tutta un'altra cosa. È l'inferno.»
«L'ho convinto ad andare da uno psicologo, appena sarò rientrato intraprendemo insieme un percorso che spero ci porterà a una soluzione.»
«Oh, per favore! Non dirmi che ci credi davvero. Dopo l'ultima scenata a cui ho assistito non esistono terapie di coppia che tengano.»
«Ci devo provare, va bene?» gli rispose scocciato. «Abbiamo un figlio, maledizione, e non voglio prendere decisioni di cui potrei pentirmi. E non voglio tornare più sull'argomento.»
«Va bene, va bene, non ti scaldare. Cambiamo discorso. Nonostante tu sia un uomo infelicemente sposato, mi aiuteresti a rimorchiare quei due bocconcini?»
«E da quando uno scapolo d'oro come te ha bisogno di aiuto in certe situazioni?»
«Non ho bisogno di aiuto, ma di persuasione e rapidità. Sulla persuasione non ho problemi ma queste donne non si sbilanciano mai finché non conoscono il mio conto in banca e il fatto che sono l'amministratore delegato di una delle società più importanti del mondo. Quindi... per la rapidità mi servi tu. A te nessuno dice di no. Nemmeno io ti direi di no.»
Si guardarono con tenerezza per alcuni attimi, poi scoppiarono a ridere spintonandosi a vicenda e continuando a prendersi in giro, finché qualcosa non finì in mezzo alle gambe di Mike. La palla da volley fu prontamente reclamata dalle due ragazze che chiesero scusa per l'innocuo incidente, continuando a fare cenni con le mani per farsi tirare il pallone.
«Mike, se osi toccare quella palla ti stacco le mani!» lo minacciò Andrea. «Lo giuro come non ho mai giurato in vita mia. Lascia che se la venire a prendere.»
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Quella Bestia di mio Padre
Mistério / SuspenseMike e Alex, padre e figlio. Un rapporto complicato. Elena, la moglie di Mike, viene trovata barbaramente assassinata nella camera da letto in cui aveva avuto un violento litigio col marito solo poche ore prima. Lo stesso Alex sorprende suo padre su...