Pippo era un ragazzo di 14 anni, alto e magro. Aveva uno stile tutto suo, particolare: andava sempre in giro con degli stivali neri in pelle, delle tute sportive sottili e larghe, maglie con dei polli disegnati e sopra di esse felpe di un colore unico.
Aveva il volto pieno di lentiggini, le labbra grosse e carnose, degli occhiali spessi come il fondo delle bottiglie di birra e capelli ricci e neri. Amava leggere, collezionare francobolli e monete di vario genere.
Era l’ultimo anno delle medie e proprio quel giorno Pippo venne chiamato dalla professoressa di storia che lo interrogò sulla storia di Napoleone Bonaparte. Lui si vergognava di parlare davanti ad altre persone a causa della sua S moscia, sapeva che fosse causa di prese in giro, quindi tornò al posto senza aver spiccicato una parola, prendendo un brutto voto.
Prima di sedersi salutò con un cenno della mano Jasmine, una ragazza bellissima, aveva i capelli lunghi neri e lisci come seta, un viso angelico e una carnagione caramellata. Ella non lo degnò nemmeno di uno sguardo, così come chiunque, nessuno lo calcolava in classe anche perché puzzava. Dovete sapere che Pippo era figlio di una famiglia benestante e abitava in una casa enorme con 4 bagni, ma lui testardo per natura andava solo nel suo bagno preferito, che era sempre occupato dallo zio Bulbo. Quest’ultimo era chiamato così a causa del suo occhio sinistro grande quanto una palla da baseball e pulsante come un cuore.
Il pomeriggio al ritorno da scuola, Pippo vide Jasmine salire sul bus della scuola, lui la chiamò, era innamorato di quella ragazza e corse verso il pullman per salirci sopra e parlare con lei, ma le porte del bus si chiusero proprio mentre lui stava per salirci, portandolo così a sbattere di faccia contro il pullman. Tutti risero e lo presero in giro chiamandolo “faccia piatta”, “uovo”, “scopa bus” ed altri nomignoli poco piacevoli, portando così Pippo a fare la strada a piedi. Mentre tornava a casa, un uomo simile ad un ratto, gli si parò davanti. Era pelato, aveva il naso a punta e due denti grandi e sporgenti. L’uomo-ratto li disse con una voce squillante <<Ciao ragazzino, ho una cosa per te>>
Pippo fece un accenno di risata e disse <<Cosa? Una caramella e uno scantinato buio?>>
Pippo fece per andarsene, ma l'uomo lo fermò dicendo <<No ricciolino, ho la soluzione a tutti i tuoi problemi>>
Pippo si interessò e chiese spiegazioni <<Vedi questa boccetta ragazzo? Ecco, questa contiene un liquido che farà avverare qualsiasi tuo desiderio>> Pippo non sembrava troppo convinto e rispose che non avrebbe pagato una cazzata simile, ma l'uomo gli disse che fosse gratuito. Pippo non credeva a cose del genere, allora per farlo andare via la prese e la mise in tasca. Il tipo si immerse in un cespuglio sotto agli occhi stupefatti di Pippo che si incamminò nuovamente verso casa.
Arrivato a casa, andò subito verso il bagno per farsi una doccia, ma era occupato dallo zio Bulbo. Pippo continuava a sbattere i pugni sulla porta per farsi aprire, ma nulla. Esasperato si appoggiò sul muro di fianco alla porta e sentì qualcosa in tasca, era la boccetta. Pippo strinse le spalle e pensò “tanto peggio di così”, prese la boccetta, espresse il desiderio di avere il bagno libero e fece cadere una goccia sulla lingua. Nel momento esatto in cui la goccia atterrò sulla lingua, Pippo sentì una fitta lancinante agli occhi e al cervello e tutti i suoi nervi bruciare e tirarsi. Subito dopo sentì un rumore metallico, di tubi per l'esattezza, lo sentì provenire dal bagno, tutta la parete tremava e lui si scostò spaventato.
Poco dopo un getto d'acqua sfondò la porta trascinando con sé lo zio Bulbo, Pippo si guardò intorno stupefatto vedendo tutta l'acqua scendere dal soffitto e dalle pareti. Lo sguardo si alternava dal bagno allo zio, quando si accorse che la vasca col doccino erano completamente intatti, scrollando le spalle entrò in bagno e si fece finalmente la doccia.
Il giorno dopo nel mentre andava a scuola, Pippo si ricordò che quel giorno sarebbe stato interrogato in fisica. Speranzoso prese la boccetta e desiderò che il prof non sarebbe venuto a scuola, sentì di nuovo le stesse sensazioni, ma fortunatamente più lievi.
Arrivato a scuola, visse la giornata regolarmente come qualsiasi altra, fino a quando il preside non entrò in classe annunciando l'assenza del prof di fisica per motivi familiari e quindi l'uscita anticipata della classe. Tutti erano felici, soprattutto Pippo, così tanto felice che corse da Jasmine e le chiese <<Ei Jasmine, oggi ti andrebbe di uscire?>>
La ragazza ci pensò su e poi gli disse di sì. Si organizzarono per quel pomeriggio alle 16, al centro commerciale del posto, precisamente davanti al Caffè Rem.
Pippo tornò a casa tutto esaltato, si mise persino il vestito più bello che avesse, lo utilizzava solo per gli eventi più importanti: era bianco perla con delle scritte in oro.
Arrivò l'orario d'incontro e Pippo si trovò con Jasmine, si sedettero e lui ordinò una torta e una bibita mentre lei un caffè. Chiacchierarono del più e del meno, Pippo era al settimo cielo, stava parlando con Jasmine, la ragazza più bella della scuola ed erano solo lei e lui.
A rovinare quel bel momento per Pippo fu Jackson Bers, un ragazzo tanto stupido quanto forte e bravo a football. Arrivò da dietro, immobilizzando il ricciolino. Jasmine, con un sorriso arcigno, gli spappolò la torta in faccia e Jackson non fu da meno <<Fai il bagnetto, pulce!>> disse versandogli la bibita zuccherata su tutta la schiena. Pippo corse sconvolto e confuso in bagno a lavarsi la faccia, era un incubo, non poteva essere vero. Iniziò a piangere a dirotto, singhiozzava così forte da scuoterlo tutto. Quando toccò in tasca la boccetta, smise di singhiozzare e lentamente, la prese, la fissò e versò una goccia sulla lingua. La goccia cadde così piano che sembrava che si muovesse a rallentatore. Espresse il desiderio di veder Jackson punito per i suoi peccati, per la sua malvagità, per renderlo sempre triste. Uscendo dal bagno, il ragazzo vide Jackson prendere una cucchiaiata dello stesso tipo di torta che si trovava sui suoi vestiti e mandarlo giù con un sorso della stessa bibita che gli rendeva la schiena appiccicosa. C’era un dettaglio che Jackson non sapeva: sia la torta che la bibita erano a base di mirtilli e Jackson era allergico ai mirtilli. Ciò portò a uno shock anafilattico: la sua gola si gonfiò come un palloncino e assunse una totalità viola scuro, Jackson cadde a terra soffocando, tutti vennero presi dal panico e scapparono tutti tranne Pippo che guardò Bers soffocare mentre teneva una mano sul collo e una protesa verso Pippo, ma lui non si mosse lo guardò fisso negli occhi spaventato e intanto nella sua mente continuava a viaggiare un pensiero “che cosa ho fatto?”

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Pippo e il contagoccie
FantasiCosa può rendere la vita di un ragazzo fantastica e diversa? Cosa può far cambiare una persona? Una goccia alla volta, un desiderio di troppo.