La mia vita senza di te

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Sono passati 2 mesi da quando la mamma non c'è più, in casa è tutto cambiato, papà ormai si concentra solo sul lavoro e mio fratello non c'è quasi mai. Domani torneremo a scuola e, sinceramente, non so se sono pronta, senza di lei è tutto molto difficile, i suoi ultimi giorni sono stati infernali, peggiorava a vista d'occhio ed è stato difficile vederla spegnersi pian piano ma la vita va avanti, lei lo diceva sempre e ora è diventato il mio motto. "Alyssa ci sei?" chiede mio padre fissandomi "si scusa, stavo pensando" dico tornando, con la testa, alla conversazione" siete pronti per domani?" domanda lui cercando di comunicare, cosa che che ormai è insolito fare, mio fratello, senza dire niente si alza e va in camera sua "che cos'ha che non va quel ragazzo", sbotta mio padre irritato dal suo comportamento, " è difficile come per tutti noi ma lui ha reagito diversamente" cerco di difenderlo. Sono le 3 di notte e io sono nel mio letto che fisso il soffitto cercando di addormentarmi, alcune volte mi manca terribilmente mia madre e ripenso a tutti i momenti passati insieme e beh questo è uno di quelli. Mi sono appena alzata dal letto e inizio a prepararmi per il mio primo giorno di scuola dopo mesi, vado in camera di Alan per svegliarlo ma lui non c'è allora prendo il telefono per chiamarlo e noto un messaggio proprio da lui "sono uscito prima, ci vediamo a scuola" , immediatamente mi tranquillizzo e vado verso la scuola.  Arrivata vedo la mia migliore amica che si avvicina a me "finalmente sei qui, come stai?" chiede subito curiosa "bene penso" dico senza aggiungere altro. Entriamo in classe e poco dopo entra anche mio fratello, essendo gemelli ci siamo ritrovati nella stessa classe. Non sembra stare molto bene e decido di andarle a chiede spiegazioni "che hai?" chiedo io scrupolosa "niente, non sono affari tuoi"  risponde in modo scorbutico "o scusa se mi preoccupo per mio fratello, è il primo giorno e sei ubriaco, si sente a distanza di kilometri, mi prendi in giro?"chiedo  arrabbiata " fatti i cavoli tuoi" e detto questo va a sedersi in fondo e la professoressa entra "buongiorno ragazzi" dice guardandoci uno ad uno ma si sofferma, per un po' su me ed il mio gemello per poi riprende a parlare :" signorini Davis, noto che siete tornati, ancora condoglianze" dice dispiaciuta e noi non facciamo altro che annuire. Finisce l'ora e subito Alan si fionda sulla porta e io decido di seguirlo per parlargli "ei, fermati, dobbiamo parlare" dico fermandolo per la manica "non abbiamo nulla di cui parlare, lasciami in pace per favore" risponde e vedo che ha gli occhi lucidi quindi lo lascio andare e decido di parlargli una volta tornati a casa. Finita la giornata scolastica decido di tornare a casa il più velocemente possibile così che possa parlare con Alan ma, quando torno, non c'è nessuno quindi provo a chiamarlo ma non risponde, conoscendolo non tornerà presto al che decido di andare in camera mia a fare i compiti e dopo un po' mi arriva un messaggio dal migliore amico di mio fratello "Alan è con me, stai tranquilla" tiro un sospiro di sollievo e gli rispondo "grazie, non fargli fare cazzate per favore" "tranquilla" risponde lui subito dopo. Si sono fatte le 19, scendo in cucina per preparare la cena e opto per una carbonara. Mio padre torna poco dopo e ceniamo, verso le 22 sono andata a dormire, stremata dal rientro a scuola ma  ancora Alan non è tornato.  Sono le 2 di notte e sono, come al solito, sveglia a fissare il muro quando sento dei rumori al piano di sotto e mi alzo per controllare "merda, papà mi uccide" riconosco all'istante la voce di mio fratello ma sembra stia piangendo, scendo e lo trovo per terra con le gambe al petto e la schiena poggiata sulla porta "ei, dove sei stato?" chiedo preoccupata "non sono affari tuoi" dice lui ancora piangendo " perché mi tratti così? sto solo cercando di aiutarti" dico io arrabbiata "beh, non ho bisogno di aiuto ok?" sbotta lui "a quanto pare si visto che ti riduci così praticamente tutte le sere" lo rimprovero io "tu non sei la mamma ok? smettila" dette quelle parole delle lacrime iniziano a scendermi dagli occhi ma finalmente capisco perché ha quel comportamento nei miei confronti "lo so che non sono la mamma ma voglio comunque aiutarti" dico io sedendomi accanto a lui e abbracciandolo "mi ricordi tantissimo lei, hai suoi stessi capelli e quegli occhi che esprimono sicurezza, quando ti guardo vedo lei" dice scosso dal pianto e un' altra lacrima scorre sulla mia guancia "nessuno potrebbe mai sostituirla e, per quanto io le somigli, non sono lei purtroppo" dico cercando di non singhiozzare "già, lei era fantastica, non che tu non lo sia, ma lei era diversa da tutti e poi quel ciambellone buonissimo che ci cucinava lei, pagherei per averlo ora" dice e subito un'idea si forma nella mia mente , lo prendo per mano e dico " alzati su" lui mi guarda confuso e mi chiede" che vuoi fare?" " il ciambellone" rispondo io con tono ovvio " ma sono le 2:30 di notte " dice lui guardandomi " quindi?" chiedo io e lui si mette a ridere e mi segue in cucina e mentre cerchiamo tutti gli ingredienti, sentiamo una voce alle nostre spalle, ci giriamo e vediamo nostro padre che ci fissa e poi dice " che cosa diavolo state facendo?" noi ci guardiamo e io prendo la parola "abbiamo capito che non abbiamo ancora superato la perdita della mamma e per ricordarla, stiamo facendo il ciambellone che lei ci faceva sempre" dico e vedo mio padre che continua a fissarmi e poi torna a parlare" e allora perché state lì a guardarmi, facciamo questo ciambellone" dice e subito ci mettiamo a lavoro per realizzarlo. Da quel giorno io e mio fratello siamo diventati inseparabili, come dei migliori amici e ci proteggiamo a vicenda. Anche papà è cambiato, ora parliamo di più e torna a casa prima per passare più tempo con noi: Sappiamo tutti e 3 che la mamma sarà sempre con noi e che sarebbe fiera di quello che stiamo facendo e che faremo.

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