sentii la porta del white wyrm chiudersi dietro di me. non avevo idea di quale ghoulies potesse trattarsi ma era ancora presto per essere un partecipante di quella gang venuto a contrattare perciò non mi girai, quei maledetti volevano anche il north side e come regina dei serpent senza il re presente non potevo permetterlo. I ghoulies erano e sono tutt’oggi la gang rivale dei serpent e con il fatto che Jughead, il loro re, fosse a Toledo per rivedere la madre e la sorella decisero di imporsi anche sulla parte della città che non gli apparteneva.
“Betty cosa hai fatto, perché hai accettato l’incontro, perché non hai aspettato Jugh e ti sei affidata al tuo istinto? Siamo rovinate.”
“I ghoulies volevano razziare il north side proprio come hanno fatto con il south side, non potevo lasciare che accadesse, e poi hai deciso con me stupida coscienza.”
“si ma io sono solo un pensiero, tu decidi la sostanza.”
“Zitta, è arrivato”
<Avevamo detto niente armi.> Dissi guardando la mano destra nella quale teneva un coltello.
<Avevamo detto anche niente rinforzi se non sbaglio e invece tu hai portato l’ex capo serpent per protezione.>
Io odiavo quel tizio, si credeva chi sa chi perché comandava un branco di assassini e rapinatori, in più lui era uno di loro.
<Dove è il re dei serpent, il tuo ragazzo, come è che si chiama...Jughead.>
<In questo momento non è qui ma non preoccuparti, se voglio posso spezzarti il collo da sola.>
Wow, non credevo a me stessa, avevo appena minacciato il boss della gang rivale armato senza ritirare le mie parole.
<Bhe, se vuoi posso ucciderti in modo veloce ed indolore, o almeno indolore per te, così quella specie di re sarà finalmente pronto a parlare.>
Se devo essere sincera in quel momento mi salì il cuore in gola.
<E cosa dovrei dire? Sentiamo, mi piaceva molto la storia.> riconobbi immediatamente la sua voce, non dovetti neanche accertarmi chi fosse.
Per fortuna era tornato in tempo, non so quanto altro tempo avrei potuto resistere senza cavargli gli occhi o che lui lo facesse a me, su questo aspetto Jughead ha sempre avuto un ottimo tempismo devo dire.
<Jugh?>
<Non dovevi essere fuori città?>
<Tony mi ha chiamato, non potevo lasciare Betty a contrattare da sola con un criminale come te Fogarty. Così ho preso il primo pullman diretto e sono arrivato direttamente alla stazione qui davanti.>
<Ora che abbiamo finito con le chiacchiere, abbiamo un accordo da raggiungere>
<Ecco qui i termini invariabili,voi fuori dal north side, è il nostro posto dato che ci avete già cacciato dal south side, e nessuno dei tuoi seguaci dovrà più commettere atti di vandalismo nella nostra zona.>
<Perciò devo presumere che per voi sarà lo stesso?>
<Ovvio Fangs, noi rispettiamo gli accordi.>
<Andate via dal nostro bar allora serpent.>
Quella voce la conoscevamo tutti bene, la voce di una vipera a sangue freddo che aveva cercato insieme ad Hiram Lodge di uccidere Jughead.
<Penny Peabody>
tutti i serpent in quella stanza rabbrividirono sorpresi, reazione comprensibile, ci voleva tutti morti e poteva farlo.
<Sei veramente tornato nel south side con la tua principessa per stringere un accordo che non rispetteremo mai, quanto coraggio.>
Jughead mi scansò dietro di lui con il braccio, per proteggermi immagino, non lo so, fatto sta che da quel momento mi sentivo messa al sicuro dalla persona che amavo il che credo sia la sensazione migliore che si possa provare.
<Andiamocene da qui prima che qualcuno si faccia male, serpent, Betty, Ghounies noi ce ne andiamo>
<Non così in fretta ragazzo>
In quel momento percepii della paura nei suoi occhi, ed è per questo che ho fatto quello che ho fatto.
<Betty, spiegami, come mai stai con questo pez...>
Penny non pote finire la frase perché venne interrotta da un mio montante che la prese perfettamente sul mento, io la avevo avvertita, era lei che non mi aveva ascoltata.
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legati nei serpent, nella vita, in tutto
ФанфикBetty Cooper e Jughead Jones, due semplici ragazzi di una strana cittadina, Riverdale, tra risse da bar, drammi della scuola questi due ragazzi riusciranno a stare insieme superando tutto ciò che la vita gli pone contro.