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L'autrice ha messo questo capitolo in terza persona. Solo per l'inizio.

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La ragazza seduta sul divano, sfogliava le pagine del suo nuovo libro, "Loosing My mind. Lei adorava i libri, la storia di una ragazza con l'handicap che lentamente faceva progressi, la rendeva felice, le faceva venire le lacrime agli occhi.

"Lacey", farfugliò sua madre dall'ingresso,facendo tentennare la ragazza. Sua madre era un'alcolizzata e lei odiava stare vicino a lei. 

"si, mamma?" disse posando il libro accanto a lei. Sua madre apparve alla porta, "sto uscendo, blocca la porta e ricorda cosa dissi, è solo ansia la tua". Continuava a farfugliare la sua voce mentre barcollava verso la porta. Lacey non aveva provato a fermarla, ricordava cosa successe l'ultima volta e si rifiutava di farlo succedere di nuovo. 

"Cosa accadde fu come vivere un incubo"


No sua madre non abusò di lei, ma la picchiò. La ragazza scuote la testa e afferra il libro continuando a leggere.

"Lacey"

Scuote la testa "è solo ansia, è solo ansia" si ripete a se stessa non permettendo al suo "disordine" di prendere il sopravvento.

"Non è ansia e lo sai"


Lui ha ragione, lei lo sapeva. Ma non voleva sembrare pazza, cosi lei incolpa solo le sue paure interiori.

"Ricordi quella notte? ci siamo divertiti tanto, non è vero?"

La voce era più vicina al suo orecchio, lei poteva sentire il suo caldo respiro sul suo collo. Scuote la tesa e chiude il libro sbattendolo.

"No! Lasciami sola!" Urla alzandosi. Poteva sentire la risata soffocata dell'uomo, ma non poteva dire dove fosse; è come se venisse in tutte le direzioni che le rendono difficile capire dove fosse.

"Lo sai dove sono principessa" La sua camera, certo.
Ma lei non osava andare, ricorda cosa successe quando aveva 6 anni come il palmo della sua mano.Stringeva il suo libro nel suo petto, abbracciandolo come faceva con il suo orsetto anni fa. "Vai via" sussurrò, quasi come se stesse implorando, 

"Vieni e trovami e forse lo farò".  La sua voce era fredda come il ghiaccio e più profonda di quanto avesse mai immaginato.

"No"

Lo sentì di nuovo ridacchiare, prima che le sue parole eccheggiavano per tutta la casa.

"Bene, allora ti troverò io". I suoi occhi si spalancarono come la luce ha incominciato a lampeggiare e la sua risata minacciosa riempì tutta la casa. Prima che il suo cervello potese trattenerla, le sue gambe stavano già correndo verso la porta dalla quale sua madre era appena uscita. La sua piccola mano strinse la maniglia, ma la lasciò rapidamente appena il metallo bruciò la sua mano e la strinse al petto. Sentì le lacrime incomincire a riempire i suoi occhi e guardò la sua pelle ora vescicosa.

"Non puoi scappare così facilmente" La sua voce era solo a pochi passi dietro di lei, ansimò rumorosamente e si girò, incontrando ancora una volta i suoi occhi scuri; erano come l'ultima volta e la terrorizzavano sempre di più ogni volta che li incrociava.  Il suo piccolo corpo era premuto contro la porta di legno. "T-Ti prego", piagnucolò, il suo piccolo corpo scivolò sul pavimento. Le sue ginocchia erano sul suo petto, nascondendo la mano ferita e il libro tra esse.

L'uomo rise, "Ti prego cosa? non ho ancora fatto niente". Dichiarò, guardando come lei ha portato la sua mano illesa alla sua bocca  per nascondere un singhiozzo sfuggito dalle sue labbra. 

La ragazza non aveva detto niente che lo aveva fatto arrabbiare.Lui prima allungò il braccio e strinse un pugno, come per raccogliere un pò d'aria, dopo di che portò verso di se il braccio. La ragazza urlò quando venne spinta da una forza sconosciuta verso di lui. Il libro cadde mentre veniva trascinata davanti a lui. "RIspondimi." Lei scosse la testa, "Ti prego l-lasciami s-sola" sussurrò quando il suo corpo fu sollevato al suo livello, lei sapeva che non contrastandolo lui si sarebbe arrabbiato e le avrebbe causato più dolore.

L'uomp l'esaminava, la sua innocenza lo affascinava ogni singolo secondo che passava. "Lo farò per adesso, ma ricordi cosa ti dissi?" La ragazza annuì lentamente, sentendosi un oggetto. "Io sono tua, la mia anima è tua" .Sussurrò  a malapena. Non sapeva perchè lui volesse ricordarglielo, non era in realtà sua nè lo sarà mai; Però era appena andata con lui sapendo che gli avrebbe causato meno dolore. 
L'uomo sogghignò, lasciandola cadere a terra. "Tornerò" ,disse umilmente prima che il suo corpo sparisse lentamente.

"Lacey? Oh Dio alzati!" La voce di sua madre emanava un pesante odore di alcool. Lacey rabbrividì mentre si sedeva, vedendo che sua madra stava per caderle addosso. "Mamma, ui è t-tornato" piagnucolò lei. Sua madre scosse la testa, "Porta il tuo culo a letto, lui non esiste." Sibilò sua madre. Le sue parole la ferirono come coltelli, sua madre non era più la donna di prima.
Lacey si alzò, notando che era nello stesso punto dove era prima quando lui era lì. Si chinò e afferrò il suo libro, ansimando quando sentì un pennello brezza fredda contro il sedere.
Stava indossando solo un leggins e un maglion extra-large così ovvio che lo sentiva.

Ella corse velocemente nella sua stanza, accendendo la sua luce prima di andare in giro ad ogni spina e accendere le luci notturne. E' terrorizata dal buio. L'unico posto dove non aveva una luci notturne era sotto il suo letto e si rifiuta di andare sotto, non importa quale situazione. Spense la luce principale e si precipitò per il suo letto, saltando in fretta; il suo libro è stato fissato sotto il cuscino. Avvolse rapidamente la coperta intorno a lei in preda al panico e si guardò intorno, le piccoli ombre dove le luci di notte non arrivava la spaventavano.. Avrebbe voluto dormire con la luce accesa, ma non ci poteva.Le bollette erano già abbastanza costose.

"Buonanotte amore" Furono le ultime parole che sentì prima di addormentarsi rapidamente.

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CIaoooooooo il primo capitolo. Spero vi piaccia e mi scuso in anticipo per gli eventuali errori. :) 

 

Devil's play (Z.M) {traduzione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora