Nives. Un nome piuttosto strano, significava nevi in latino. Ancora la ragazza non riusciva a darsi un nome che stonasse più di quello. Nonostante ciò le parole di sua madre le rimbombavano nella testa.
"miss. siamo arrivati" La ragazzina guardò velocemente fuori dal finestrino. Una grande struttura le apparve davanti agli occhi. Non si era accorta di essere già arrivata a scuola. "grazie mille, mr. Jaques" Nives le rivolse un sorriso attraverso lo specchietto. Nonostante lui e mrs. Jaques siano sposati ancora non comprendeva come due persone così differenti potessero andare d'accordo.
Si affrettò a scendere dall'auto e si rallegrò al pensiero che per almeno venti minuti nessuno l'avrebbe disturbata, come al solito era enormemente in anticipo.
Si avviò lentamente agli armadietti per prendere i suoi libri, come aveva predetto nella scuola non c'era anima viva se non qualche bidello che ancora doveva pulire le aule. Sperò con tutta se stessa che la sua fosse libera. Non aveva voglia di aspettare fuori con il caldo che faceva.
Oltrepassò uno dei lunghi corridoi di quella scuola, c'era un silenzio quasi fastidioso, rotto solamente dai passi sicuri e ritmati della ragazza. Senza quasi accorgersene iniziò a canticchiare una melodia contorta. Forse per distrarsi dai suoi pensieri, forse semplicemente per mettere fine al silenzio. Fatto sta che la sua voce riecheggiò per il corridoio, arrivando alle sue orecchie.
Un ragazzo si girò di scatto quando incontrò lo sguardo della cantante, che era appena entrata nel suo campo visivo. Non avrebbe mai pensato di incontrare qualcuno a quell'ora. Nives si fermò di scatto, colta in fragrante. Distolse velocemente lo sguardo dalla sua figura. Si sedette in uno dei banchi vicini alla finestra e cercò di rimuovere quello sguardo dai suoi ricordi, era uno sguardo troppo familiare che non voleva ricordare.
Il ragazzo al contrario non smise di guardarla nemmeno per un secondo. Continuando a chiedersi cosa significasse la sfumatura che aveva intravisto nel suo sguardo poco tempo prima, di certo non si poteva dire che non fosse interessato.
Poco tempo dopo nell'aula spaziosa entrò anche il professore che si mise a parlare con Nives come se si conoscessero da tempo. In effetti era così, era ormai da quattro anni che la ragazza arrivava prima per cui instaurare una conversazione era inevitabile. "presto come al solito Nives" il ragazzo sobbalzò a quel nome così particolare. "ormai mi conosce mr. Winston" rise la ragazzina. Il volto rugoso del signore si allargò in un sorriso.
Sotto gli occhi interessati del ragazzo Nives continuò a parlare con il professore di lettere. Aveva dei grandi occhiali e un paio di baffi, gli occhi erano scuri e facevano contrasto con i capelli quasi interamente bianchi che possedeva.
L'aula cominciò a farsi sempre più affollata e quando tutti si misero a posto il professore diede inizio alla prima lezione dell'anno.
"Buongiorno a tutti ragazzi, come avete passato le vacanze?" chiese con un sorriso a tutti gli alunni che risposero rumorosamente. l'uomo si mise a ridere facendo zittire tutti. "Sono felice. come sono sicuro alcuni di voi abbiano notato, abbiamo un nuovo studente qui con noi. Noah hai voglia di dire due parole?"
Il ragazzo si guardò intorno quando venne fatto il suo nome, tutti si girarono verso di lui, tranne lei. La ragazza dai capelli rossi che non aveva smesso di guardare da quando era entrata. Si alzò in piedi "Ciao a tutti, sono Noah Cooper, non vedo l'ora di conoscervi meglio." si risedette incurante degli occhi che tutti gli puntavano conto.
Abbassò la testa fino a che i suoi capelli color pece non gli coprirono gli occhi. Era già stanco di stare lì.
Nives si era accorta degli sguardi del ragazzo e li stava volontariamente ignorando, pensò che la stesse guadando solo per via della figuraccia fatta poco prima e non ci diede troppo peso.
La sua mente iniziò a pensare alle parole di Brandon e al suo sguardo. Non le aveva mai mentito, ne tantomeno nascosto qualcosa quindi non sapeva come comportarsi. Ripensò anche alle sue parole. Non aveva mai incontrato suo cugino e a dir la verità non gliene aveva mai parlato prima di quella sera.
Quando alzò gli occhi vide che la lancetta delle ore puntava sulle nove. La fine di quella lezione. Sospirò sollevata quando poco dopo sentì il suono della campanella. "va bene ragazzi, allora mi raccomando. Speditemi tutto via mail" gli occhi di Nives si spalancarono, di che stava parlando ora? pensò in panico. Si guardò in torno vedendo parecchi banchi vuoti, tra cui quello dell'unica amica che si era riuscita a fare in classe. La maggior parte degli alunni se n'erano già andati.
La ragazza appoggiò la fronte sul banco, "ci mancava solo questa" sussurrò. Sentì una voce ridere vicino a lei, alzò la testa di scatto imbarazzata colpendo qualcuno sul mento. "Oh cacchio scusa, scusami!" disse velocemente tenendo una mano sulla nuca dolorante. Mise a fuoco la faccia della vittima colpita. Il ragazzo la osservava divertito, lei moriva di imbarazzo mentre sussurrava "che figura di merda". Il ragazzo le sorrise. "Dobbiamo inviargli i compiti delle vacanze per e-mail. La sai la sua?" La ragazza annuì senza parlare."Ti fa male la testa?" Nives scosse la testa velocemente e il ragazzo sorrise per poi andarsene.
Rimase ferma in quella posizione finché non udì la seconda campanella e, ritornando nella realtà si alzò velocemente dalla sedia per poi correre verso l'aula di chimica.
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The Willow Tree
RomanceNessuno spazio è e mai sarà abbastanza grande per ospitare la loro storia, i loro primi sguardi, le loro prime speranze, i primi tocchi, i loro primi baci, i primi pianti, le loro prime volte... Non basterebbero miliardi di parole per esprimere il...