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 SCONSIGLIO LA LETTURA DI QUESTA STORIA CON DRAMMI PEGGIO DI BEAUTIFUL. Grazie per  l'attenzione.

Stavo andando a casa di Minho per un progetto di chimica, ovvero un bel pomeriggio che avremmo passato a giocare alla play e mangiare pop-corn.

 Fu proprio quando ero a pochi isolati da casa del mio amico che sentii il sangue gelarsi nelle vene.

 Un ammasso di carne e vestiti giaceva senza sensi sul pavimento di un vicolo e tre ragazzi lo stavano picchiando malamente. Non sapevo cosa fare, chiamare qualcuno? No intanto sarebbe già morto. 

Realizzai dopo che quel ragazzo stava per abbandonare la vita così partii all'attacco senza speranze di vittoria, ma non mi importava. 

 Quei tre tizi avevano però già deciso che con quel tizio dai capelli biondi, all'apparenza così morbidi, avevano già finito. Mi avvicinai a lui, ero in panico, non avevo mai soccorso un ragazzo pestato a sangue.

Chiamai Minho e un'ambulanza. Arrivò prima l'ambulanza accompagnata da una scorta di polizia che mi chiese di andare a riposare visto che tanto non ricordavo le facce degli aggressori.

Io però rimasi lì, sconvolto, Minho non arrivava e quel povero ragazzo non avrebbe mai avuto la giustizia che meritava. Andai in ospedale, non avvisai neanche il mio amico che probabilmente mi stava chiamando preoccupato. Non lo avrei comunque mai saputo, il mio telefono era spento. 

 Non so perché ma quel ragazzo mi sembrava così bello anche con mille ferite... ne aveva una molto evidente sullo zigomo sinistro ma, cavoli, era bellissimo.

Chiesi a una gentile segretaria se avevano trasportato da poco un ragazzo, appena uscito da una rissa. Mi sentii sollevato quando la signora non mi chiese di chi stessi parlando, sarebbe stato imbarazzante dirle che non lo conoscevo neppure.

"Stanza 146, terzo piano." Fu tutto quello che mi disse, ed io iniziai a girarmi intorno per orientarmi.

Salii fino al terzo piano, caspio, non avevo portato neanche dei fiori o qualche stupido palloncino con frasi che, a guardarle da quel lettino pensando alla tua insulsa vita, avresti voluto prendere la forchetta di quel pasto immangiabile che non avresti sicuramente assaggiato, e romperlo.

Forse era meglio senza il palloncino, forse.

Entrai, il ragazzo non stava dormendo, invece fissava il muro davanti a sé apparentemente annoiato. 

Quando si accorse della mia presenza, si girò di scatto guardandomi spaventato.

"E tu chi sei? vuoi menarmi?" Chiese. 

Era davvero spaventato, perciò mi sforzai di fare un sorriso sbilenco e dirgli che in realtà ero quello che aveva chiamato l'ambulanza.

Aggiunsi quale particolare emettendo di essere arrivato troppo tardi per fermare quei tizi. 

Dopo il mio racconto sembrava deluso, come se fosse triste che qualcuno non fosse venuto a finire al lavoro, strappandolo definitivamente da quella miserabile vita.

"Che c'è, sei deluso che io ti abbia salvato?" dissi con aria da re dell'universo per farlo ridere. Missione compiuta. Un sorrisino, a mia detta stupendo, comparse sul suo volto e mi venne una immensa voglia di andare lì ed abbracciarlo.

"Tu chi sei quindi? Cioè- so che hai chiamato aiuto ma... insomma si hai capito" mi chiese arrossendo.

"Sono Thomas Edison, pronto a salvarla mio signore" in quel momento il mio unico scopo era rivedere i due estremi delle sue labbra sollevarsi in un sorriso. Ci riuscii alla grande, e questo fece felice anche me.

"Okay, okay, non ti montare troppo la testa però! Comunque io sono Isaac Newton, ma puoi chiamarmi Newt" mi stavo cominciando ad innamorare del suo sorriso.

No aspetta cosa?

" Okay NEWTIE" gli risposi per farlo arrabbiare.

Mi guardò negli occhi, il suo sorriso scomparve, anche il mio se ne andò, cominciò a salirmi un moto di paura, preoccupazione, avevo fatto qualcosa che l'aveva fatto arrabbiare? Oh no, sono sembrato troppo confidenziale con quel Newtie lo sapevo. Invece no, lui scoppiò a ridere e per me fu come se qualcuno mi avesse tolto una montagna dalle spalle.

 Iniziammo a ridere sempre di più senza dire una parola per mancanza di fiato finché un'infermiera entrò e mi disse che ora Newt aveva bisogno di riposare. Stavo per varcare la porta della sua stanza quando sentii la sua voce.

"Ciao Tommy"

Mi girai e gli rivolsi un sorriso sincero prima di andarmene veramente.


Angolo autrice aka me.

Ciaoo a tutti quelli che leggeranno questa insulsa storia ma, ehi! Già è tanto che non si siano messi insieme nel primo capitolo. Se fosse per me sarebbero già sposati, tre figli, due cani, e un gatto con il mio nome. Ma per questo bisogna aspettare ancora😉. Comunque le stelline e i commenti costruttivi sono graditi!

Fangirl-asociale 

Maybe in another life ~Newtmas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora