Capitolo 1. Londra, Marzo 1939

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Il clima era molto mite per una serata londinese.

I lampioni illuminavano con una fioca incandescenza la strada popolosa. Molti londinesi affollavano la notte, una coda di spettatori si accalcava all'ingresso del cinema per assistere a "Addio Mr. Chips". Il successo di Sam Wood con Robert Donnat e Greer Garson.

Due uomini però, superarono la fila senza badare al cartellone luminoso in cima all'edificio della sala di proiezione e si infilarono nel vicolo sul retro.

L'illuminazione già debole, non arrivava a irradiare la stradina. L'ombra allungata dei corpi lasciava intuire due grandi cappelli a cilindro sulle teste dei due uomini.

Il primo era molto alto, viso scavato e un aspetto apparentemente emaciato. Conseguenza sicura di una anemia perenne.

Con un bastone sottile ma robusto, avanzava zoppicando leggermente. La testa di mastino in avorio, lasciava intuire un alto lignaggio.

L'individuo con cui si accompagnava, leggermente più basso e tarchiato. Una giacca troppo stretta per la corporatura e un paio di occhialetti dalla montatura rotonda e argentea.

In silenzio sia addentrarono, dissolvendosi nell'oscurità. Ricomparvero, quasi per magia, in prossimità di una porticina di massimo un metro e venti.

L'uomo più alto, bussò tre volte ad intervalli regolari.

Una voce rispose – Parola d'ordine?

Rispose l'uomo più basso dopo un momento di esitazione – Dzyan!

Altri secondi di silenzio prima dello scrocchio della serratura, chiaro invito ad entrare.

Cinque ripidi scalini resero insicuri i passi dell'uomo col bastone.

Ad accoglierlo, un soggetto dall'aspetto elegante e impettito – Buonasera Lord Edwards, la stavamo aspettando con ansia.

Lord Harry B. Edwards aveva quarant'anni tenuti male. Una vita caratterizzata da un 'infanzia dalla salute cagionevole e da uno studio disperato, ne aveva minato il fisico.

L'indole avventurosa ardeva da sempre nell'animo di Edwards ma mai aveva trovato il coraggio di buttarsi in qualche impresa degna di Livingston o John Speke.

Per questo, sopperì al disagio interiore, entrando a far parte della sezione inglese della "Società Teosofica".

Fatele fu l'incontro con Madame Helena Blavatsky di alcuni anni prima. Un incontro non fisico, data la scomparsa della donna nel 1891 ma con i suoi scritti e pensiero filosofico.

Harry attese il suo accompagnatore – Come ti accennavo, mio caro Price, l'uomo non è altro che corpo, spirito e anima. Tre elementi che si sviluppano attraverso il corpo fisico, quello eterico e quello astrale. L'anima non comincia e non finisce, semplicemente si reincarna. Fino alla sostanza assoluta con il cosmo. Questo insegnarono i "Maestri de Fratellanza bianca" a Madame Blavatsky.

Price era il trentacinquenne Lord Arthur Benjamin Price, fratello di Robert Burt Price. Ex commilitone e amico fraterno di Harry.

I due avevano combattuto fianco a fianco nello stesso battaglione, durante la Grande guerra. Stessi fronti ma destini differenti.

Un proiettile nella gamba destra per Edwards, due allo stomaco per Robert.

Un lago di sangue da cui non riemerse.

Harry strinse Robert tra le sue braccia – Prenditi cura di mio fratello.

Furono le sue ultime parole.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 07, 2021 ⏰

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