cammy

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Sentii qualcuno prendermi il polso, e chi poteva essere se non jude.
j: caleb, ma che ti è successo?
perché cazzo si ostina a preoccuparsi per me
c: non sono affari che ti riguardano, ed ora se permetti-
così me ne andai, lasciandolo lì da solo.
avrei voluto solo un po' di tranquillità, ma a quanto pare non ne posso avere.
Tornai a casa, e trovai l'ultima persona che avrei voluto vedere, mia madre
m: ciao caleb, come stai?
c: bene
dissi soltanto, per poi andare in camera, ma prima che potessi aprire la porta, la voce di mia madre mi bloccò
m: ah caleb, ha chiamato camelia, ha detto che in sti giorni sei molto assente e che non riesce mai a parlarti, vedi di scriverle, è preoccupata per te
c: ok
e così finalmente mi chiusi in camera.
Camelia, o meglio, cammy, è la mia fidanzata, in realtà nemmeno io so perché sto con lei, non la amo, principalmente la uso solamente per svagarmi, e lei che pensa che la ami davvero, che illusa.
Con il tempo ho imparato a fregarmene dei sentimenti altrui, non m'interessa se faccio del male o meno alle persone; ho spesso pensato al lasciar cammy, ma è la figlia del mister, e probabilmente se la lasciassi la farei soffrire, non che mi interessi, ma penso che al mister interessino i suoi sentimenti, e se non voglio crearmi un ulteriore nemico, meglio lasciar le cose come stanno.
seguendo ciò che mi aveva detto mia madre, presi il telefono e le scrissi
camelia travis
io: oi
c: ciao caleb💕, come stai???, in sti giorni ho provato a scriverti ma non mi hai risposto, è successo qualcosa??😢
- perché cazzo deve mettere tutte quelle emoji e quei punti interrogativi? che odio -
io: sono stato occupato
c: ah ok😞! comunque sta sera ti va di venire da me? sono un po' di giorni che non ci vediamo
- prima di rispondere ci pensai un po' su -
io: sta sera ci sarà tuo padre in casa?
c: dovrebbe tornare tardi, ma guarda che se vuoi rimanere a cena per lui non è un problema!!!
- non aveva capito proprio nulla -
io: vengo dopo cena, verso le nove e mezza
c: ok, a dopo🥰
e dopo questa cringissima conversazione, spensi il telefono e mi ritrovai a fissare il soffitto, con i pensieri che mi frugavano continuamente per la testa, odio questi momenti, quando rimango solo con me stesso.
Cazzo cazzo cazzo, mi sono addormentato, guardai l'orario e tirai un sospiro di sollievo, erano solo le cinque del pomeriggio; provai a riaddormentarmi senza successo, così per rinfrescarmi un po' andai a farmi una bella doccia, entrai in bagno, mi spogliai, restai fermo immobile davanti allo specchio, a fissare il mio corpo, o meglio, lo scheletro che ero diventato, uno scheletro pieno di cicatrici e tagli,
sussurrai uno "stupendo" ironicamente, ed entrai in doccia, cercando di cacciare via ogni pensiero che mi passava per la testa.
Uscii dalla doccia che erano ormai le sei, mi vestii e senza nemmeno asciugare i capelli andai in cucina, stavo veramente morendo di fame, cercai qualcosa da mangiare nella dispensa, ma non trovai nulla di mio gradimento, così con i pochi soldi che avevo da parte, andai al supermercato.
Comprai una barretta alla frutta e una bottiglia di vodka, uscito dal supermercato passai davanti ad un distributore e mi presi un pacchetto di winston blu, quindi aprii il pacchetto, presi una sigaretta e me la portai alla bocca per poi accenderla, così me ne tornai a casa.
Prima di entrare in casa buttai la sigaretta, mia madre non sapeva fumassi e probabilmente si sarebbe incazzata a morte se lo avesse saputo, odiava le persone che fumavano, diceva che era solo uno stupido vizio che portava al distruggersi, ma a me non importava, mi distruggo già abbastanza, una sigaretta ogni tanto non cambierà le cose.
Appena arrivato in casa divorai la barretta, non mangiavo dal pomeriggio prima, e se non l'avessi mangiata, di li a poco sarei svenuto; andai in camera e cercai un posto dove nascondere le sigarette, un'abitudine di mia madre era quella di frugare tra le mie cose per cercare qualcosa di, a sua detta, compromettente.
Nascosi il pacco di sigarette sopra il mio armadio, in una scatolina che conteneva pure i preservativi, e già che c'ero me ne misi uno in tasca per la serata che avrei dovuto, di li a poco, passare con cammy.
erano ormai le otto e non sapevo più che fare, avrei tanto voluto andare al campo da calcio per allenarmi un po', ma sicuramente mi sarei sporcato e non avrei avuto più avuto tempo per farmi la doccia e poi andare da camelia, per ciò mi misi a giocare alla play.
Ad un certo punto però sentii suonare il campanello, inizialmente pensavo fossero i vicini che erano venuti a lamentarsi per le troppe bestemmie urlate, ma in realtà era mia madre, così aprii la porta
m: ciao amore
io in risposta feci solo un cenno con la testa
m: cosa vuoi per cena?
c: quello che ti pare
m: mh, ok, ti è piaciuta la carne di ieri sera? se vuoi la rifaccio
c: ok
non l'avevo nemmeno assaggiata, ma fa niente.
Stranamente cenai con mia madre a tavola, non succedeva da anni e nemmeno io sapevo del perché eravamo assieme nello stesso tavolo, le uniche parole che uscirono dalle nostre bocche furono
c: sta sera vado da cammy, non so che ore farò, in caso non aspettarmi sveglia
m: oh, quindi le hai scritto, come sta?
c: bene
e nessun'altro aprì bocca.
Avevo finito di cenare ed erano ormai le nove, per ciò presi il telefono, gli auricolari e mi avviai verso casa di cammy.
Arrivai alle nove e quaranta, non mi ricordavo casa sua fosse così lontana ma fa niente, appena suonai il campanello, aprii immediatamente, come se fosse lì dietro alla porta ad aspettare, che pressa che è
cammy: ciao amore
disse subito dopo avermi baciato a stampo, un bacio non ricambiato da me
caleb: ciao
dissi e basta, subito dopo entrai in casa, in quella casa decisamente enorme per sole due persone.
mi lanciai sul divano e lei si fiondò su di me,
dovete sapere che cammy è una di quelle persone che vuole aspettare il matrimonio per fare certe cose, ma la speranza è l'ultima a morire quindi cominciai a metterle le mani sotto la maglietta palpandole il seno per poi farle scendere fino si pantaloncini, che sbottonai per poi levarglieli, stavo quasi per cominciare a toccarla quando
cam: scusa caleb ma lo sai come la penso su queste cose - disse per poi spostarsi un attimo - solo preliminari, niente di più, ok?
io alzai le spalle facendo cenno di si con la testa - ci si accontenta - così la ripresi vicino a me e continuai con ciò che stavo per iniziare prima che mi interrompesse,
finito ciò che dovevo fare - potevo ancora sentire in suo battito accelerato - cammy di tutta risposta mi tolse la maglietta e scese dal divano per mettersi in ginocchio, così mi sbottonò i pantaloni e mi tolse i boxer, che orami erano diventati fin troppo stretti a causa della mia erezione,
aveva appena cominciato con la bocca quando sentimmo la porta di entrata aprirsi, cominciai a bestemmiare, cazzo proprio sul più bello doveva arrivare, saremmo dovuti andare in camera anziché farlo sul divano del salone, anche se ciò dava quel brivido in più.
Quindi ci vestimmo più in fretta che potemmo; eravamo tutti e due ancora scombinati, ed io nella fretta mi misi la maglietta al contrario, se uno fa due più due avrebbe capito cosa stavamo facendo.
t: ciao camel- oh ci sei anche tu caleb, ciao a tutti e due allora
cammy: ciao papà
disse cammy sussultando per lo spavento
caleb: salve mister, io stavo giusto per andarmene, tolgo il disturbo.
E così me ne andai.
Che serata di merda, proprio sul più bello doveva arrivare il mister
me ne tornai a casa, appena arrivato mi fiondai in bagno e finii ciò che aveva iniziato cammy, con un lavoro di mano, finalmente.
Andai in camera mia e chiusi la porta sbattendola, spesso sbattevo la porta, non lo facevo apposta, più che altro era un'abitudine; sentii dei passi venire verso di me, cazzo, avevo svegliato mia madre
m: caleb! mi hai fatto prendere un colpo, mannaggia a te
c: si scusa, mi ero scordato ci fossi pure tu
- praticamente stavo alludendo al fatto che lei non c'è mai a casa la notte, è sempre da chissà chi, e lei l'aveva capito, ma cercò di mantenere la calma -
m: mh ok, come mai già a casa? non saresti dovuto tornare tardi?
c: si ma è arrivato il mister, perciò sono andato via, non mi andava di stare lì in sua presenza
m: capito, ed invece lei come sta?
c: bene, ora torna pure a dormire
m: va bene, buonanotte caleb
- io sbiascicai un semplice "notte" e basta -
dopodiché mi chiusi in camera e mi buttai sul letto ascoltando della musica, cercando invano di addormentarmi.
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parole: 1514

un cuore di ghiaccio - caleb stonewallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora