non essere un fallito

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Erano passati ormai anni da quando papà aveva lasciato casa, aveva perso il lavoro e mamma lo cacciò di casa reputandolo un "fallito", allora avevo cinque anni, non capivo del perché del loro litigio, ero piccolo e ingenuo, avevo sentito le urla di mia madre dalla mia cameretta, così, preoccupandomi scesi le scale e mi accostai davanti alla porta, la aprii un po', senza farmi notare, per riuscire a capire quello di cui stavano parlando, però non capivo lo stesso, vedevo solo fogli sparsi ovunque, probabilmente quelli della valigia del lavoro di papà. Ad un certo punto sentii mia madre urlare a mia padre di andarsene, così lui prese le sue cose e obbidì; subito dopo vidi mamma piegata a terra, stava piangendo, mi vide e mi prese tra le sue braccia, dicendomi, quasi pregandomi, di non diventare un fallito come papà, di essere forte nella vita, di essere il migliore, dovevo essere indipendente da tutti. Mi fa sempre male pensare a questa scena, mi fa sempre male pensare a mio padre, che da quel giorno non fu più presente nella mia vita. Mi risvegliai dal flashback, - merda, mi è successo di nuovo - sussurrai, appena mi svegliai dal flashback, mi ritrovai davanti al salone, li, dove papà mi lasciò senza dire niente, per non tornare più, vabbè, basta pensare a ciò che così mi faccio solo del male così, salii le scali e tornai in camera mia, quella cameretta che una volta era con pareti bianche e con qualche mio disegno attaccato era diventato di un nero scuro. Appena entrai in camera notai una cosa, erano le tapparelle alzate, questo significava solo una cosa, mamma era entrata di nuovo in camera mia, perché cazzo non si fa i cazzi suoi? perché deve entrare in camera MIA a frugar tra le mie cose? appena tornerà dal lavoro le chiederò le chiavi per chiudere la porta a chiave, e se non me la vorrà dare troverò un modo per farmela dare, mamma non era mai a casa, era già un miracolo se tornava a casa la notte, chissà dove sta quando non dorme qui a casa, eww, meglio non pensarci. Odiavo a morte quella donna, per causa sua ero cresciuto da solo, con, se mi andava bene un pezzo di pane a pranzo o cena, da quando se n'era andato papà toccava a mamma procurare soldi e cibo, un po' mi dispiace per ciò, ma alla fine è stato solo colpa sua, se solo non avesse cacciato papà...
Mi risvegliai dai miei pensieri solo quando sentì la porta di entrata aprirsi, COSA? LA PORTA DI ENTRATA APRIRSI? chi poteva essere? mamma di certo no, era al lavoro e di solito, quando torna prima mi avvisa, non so chi altro possa essere
così presi la mia mazza da baseball e pian piano scesi al piano di sotto, vidi la porta aperta e la luce della cucina accesa, vuoi vedere che è entrato un criminale in casa che mi sta fottendo il cibo? ed invece per mia sfortuna (o fortuna, non saprei) sentii la fastidiossima voce di mia madre
m: cal, sei tu?
c: no, guarda mamma, sono un assassino, ora verrò li e ti taglierò la gola
m: caleb, smettila di scherzare su queste cose
c: e tu smettila di fare domande scontate
m: ma io ho solo chie-
c: mamma, non infastidirmi per favore
m: come vuoi...
*qualche attimo di silenzo*
m: caleb, quando la smetterai di trattarmi così?
c: quando tu smetterai di fare la puttana in giro, ma ti vedi? da quando non c'è più papà è un miracolo se torni a casa per la notte
m: fila in camera tua. ora.
c: tsk, come vuoi
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così andai in camera mia, quanto la odiavo cazzo, non fa altro che negare l'evidenza, ma va bene, basta solo che mi stia lontana. È passata qualche ora dalla litigata, e ho fame, tanta, ma non ho voglia di scendere e veder quella sua faccia di merda, nel frattempo mi sorge una domanda spontanea, perché non mi ha avvisato di tornare a casa prima? così presi il telefono, cazzo, vero, l'avevo spento, ecco perché non avevo ricevuto la chiamata, così lo accesi
*4 chiamate perse da 'mamma', 2 nuovi messaggi da 'david samford'* nessuno mi aveva cercato a parte david, tutti se ne fregavano di me, mi sentivo un fantasma, come invisibile, ma d'altronde è dalla elementari che tutti mi ignorano, sarà per caso colpa della mia storia complicata e compresa da nessuno? colpa del mio abbigliamento etichettato come "emo"? o colpa della mia bellissima cresta? bah, vabbè, sono sempre stato solo e per sempre lo sarò, nessuno mi capisce, e io non capisco loro quindi va bene così. Però mi faceva strano ricevere dei messaggi da david, non ci siamo mai scritti, chissà cosa vuole, così, incuriosito presi il cellulare e entrai su whatsapp, nella chat.
david samford: ei caleb, ti va di venire con me al fiume? dovevo andare con jude, ma alla fine ha avuto un contrattempo e non è riuscito a venire, e io ora sono solo come un imbecile haha, se ti va scrivimi.
*un'oretta dopo il primo messaggio*
david samford: vabbè, sarà per la prossima✌🏻
leggo e non rispondo, sempre la ruota di scorta sono, eh, vabbè me ne farò una ragione, intanto sento i passi di mia madre salire verso camera mia, non faccio in tempo a realizzare ciò che la sento bussare alla porta
m: caleb, è pronto, scendi a cenare? io ho già cenato ed adesso esco, non combinare casini, miraccomando, a dopo.
Subito dopo ciò sento i passi pian piano diventare sempre meno forti, e subito dopo la porta di casa aprirsi e chiudersi. È andata via, di nuovo, bah, così preso dalla rabbia mi vestii, presi la mazza e uscì di casa, avevo bisogno di scaricare la rabbia, ma prima di uscire vidi una fettina di carne su un piatto, al mio posto, non avendo fame la presi e la buttai nell'immondizia sotterandola tra gli altri rifiuti, non voglio che veda che non ho mangiato, presi le chiavi ed uscii. Così, appena uscii di casa mi recai verso il mio piccolo posto dove sfogo la rabbia; mi sentivo osservato, mi girai ma non vidi nessuno dietro a me, boh, sarà colpa della mia immaginazione allora, il posto dove sfogo la rabbia è una piccola discarica abbandonata, ci vado da quando avevo 15 anni, ci andai per caso, mi ero perso, ma da quel giorno ci vado ogni volta che ne avevo bisogno, appena arrivai presi la mia mazza e cominciai a spaccare di tutto: vecchi televisori, auto distrutte, è così via
andai avanti fino a quando...
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un cuore di ghiaccio - caleb stonewallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora