Nightmare

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Alex mi aveva accompagnata a casa in moto.

Si era fermato da me a dormire.

<< Alex...ma davvero Chiesa mi ha spogliato? >> chiesi con nonchalance, cambiando argomento (affrontavano un dibattito sui bordi di pollo).

Lui imbarazzato risponse << Si...io avevo troppa paura di farmi sfuggire la situazione di mano, sai: magari iniziavi a divincolarti o robe simili, e poi battevi e ti facevi più male, sai che il padre studia medicina, e lui sa tutto al riguardo... Quando sei svenuta ha preso in mano la situazione come un vero dottore. Io mi fido di Chiesa, non so perché tu non lo fai>>.

Io lo guardai e sospirai, gettando la schiena all'indietro su un cuscinone provocando un rumore di tonfo.

<< Ci proverò >> dissi.

Con la coda dell'occhio vidi il suo sorriso brillante e sincero, e mi voltai a guardarlo.

<< Sei troppo bello Alex...>> gli sussurrai, lui intanto si buttò sul cuscinone vicino a me, molto vicino a me.

Non ero una stupida, avevo smesso di emozionarmi per quelle distanze già da anni, perché avevo notato che non succedeva niente di più.

Anche se ti piacerebbe...ammettilo.

Fanculo, stai zitta coscienza!

<< Des, tu sei troppo troppo>> disse sorridendo sulla mia spalla nuda, lo diceva sempre e mi piaceva tanto.

Sentivo che stava annusando la mia spalla.

<< Mercedes>> disse Alex, quasi sospirando,<< Hai un profumo buonissimo, mi fa impazzire...>> sentivo la sua voce stanca, stava per addormentarsi.

Mi voltai e vidi i suoi occhi chiusi, era stanchissimo.

<< Anche il tuo mi fa morire>>. Gli baciai la guancia e sprofondai nel sonno, raggomitolata a lui.

Erano le 03:07 di una domenica.

C'era un ragazzino biondo in mezzo alla strada.
Mi avvicinai, le sue urla erano strazianti.
Il bambino urlava, gli occhi chiusi e le manine sulle orecchie: era disperato.
Mi misi in ginocchio davanti a lui, e gli accarezzai la testa, le ciocche dorate che ricadevano sulla fronte.
Il bambino smise, di urlare, di piangere. Per un momento. Vidi i suoi occhi neri, gli stessi di Chiesa, identici. Erano rossi dal pianto, la bocca secca dalle urla e le labbra screpolate e ferite dalla disperazione. Gli scendevano gocce di sangue dagl' occhi, senza fermarsi mai. Le guance graffiate, le sopracciglia inarcate dalla tristezza.
<< Cosa succede piccolo?>> gli chiesi.
Il suo volto divenne apatico e inespressivo per qualche secondo, poi scoppiò in un pianto ancora più disperato.
Piangeva e urlava più di prima, continuava ad urlare << La mia mamma! La mia mamma!>> .
Ad un certo punto mi alzai, e lui scoppiò in un impeto di rabbia. Indicava con la mano i miei piedi e urlava.
Guardai l'asfalto sotto ai miei piedi, ed era completamente ricoperto da sangue rosso e brillante. Il bimbo si avvicinava, e mi spingeva, mi spingeva davvero forte.
Più passava il tempo, più il bimbo cresceva, i capelli si incentivano, la voce diventava roca dalle urla, e gli occhi si spegnevano sempre di più . il bambino stava diventando Chiesa...
Ad un certo punto incimpai.
Su un corpo: una donna bellissima e giovane.
Ero ricoperta di sangue e piangevo.
L'ormai ragazzo, non più bambino si era fermato, e sulla sua maglietta chiara si formava una macchia sempre più grande sul cuore, di sangue.
Ad un certo punto iniziò a sgretolarsi, pian piano.

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