Parte 2

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Il giorno precedente era uscito prima solo per andare a comprare quel libro, ne era certo.

Lo ripose con cura lì dove lo aveva trovato, non avrebbe accettato nessun tipo di regalo da quell'uomo né tantomeno da nessun altro. Era benissimo in grado di andare a comprarlo da solo, se e solo se, gli fosse realmente piaciuto.

"Non ti piace?" Una voce da dietro lo fece sobbalzare.

"Sono in grado di andare a comprarlo da solo" sputò velenoso.

"Te l'ho preso in segno di scuse per il disturbo che ti creo sempre"

"Non disturbi, basta che ti sposti, devo pulire"

"Mi farebbe davvero piacere se tu accettassi" la voce calma, pacata, un sorriso di scuse appena accennato sul volto, una mano a grattarsi il capo.

"Mi sono trasferito qui da qualche mese, non conosco nessuno, tu sei stato una delle prime persone a rivolgermi la parola"

"E quindi?"

"E quindi nulla, volevo solo ringraziarti, non per forza ci devono essere secondi fini in quello che si fa, Levi prendi quel libro, non ti mangia" lo pregò nuovamente.

Al moro stava scoppiando il cuore nel petto mentre il biondo lo stava pregando, cosa gli stava succedendo? La prima persona gentile che incontrava e subito di comportava come uno di quegli studenti innamorati sotto San Valentino.

"Va bene, va bene lo prendo! Smettila di pregare, ora esci che devo pulire"

"Tu hai qualche altra passione oltre alle pulizie?"

No, vattene brutto stronzo, non rompermi le palle, era quello che la sua bocca avrebbe voluto rispondere, eppure uscì qualcos'altro.

"Pulisco..e bevo the" perché gli stava dicendo tutte queste cose? Perché si stava aprendo così tanto con uno sconosciuto? Doveva stare zitto, doveva chiudere quella dannata bocca.

"Deve essere interessante la tua vita! - Lo schernì l'altro, un mezzo sorriso sul volto pronto a scoppiare in una risata - a domani" prendendo subito dopo tutti i suoi documenti e uscendo dall'aula.

Osservò il libro sul tavolo per più di un quarto d'ora prima di fidarsi e prenderlo nuovamente tra le mani. Potrei anche fidarmi per stavolta, solo per questa volta. Cosa potrebbe mai succedere? Devo solo leggerlo.

Divorò tutte quelle pagine in due soli giorni, aveva messo da parte le pulizie, il the nero e tutte le sue abitudini, si era seduto sulla poltrona la sera non appena era arrivato a casa e non era riuscito più a scollare gli occhi di dosso a quelle pagine, più leggeva più il suo cuore veniva rapito da quei due uomini, amanti, amici finiti nella più misera delle tragedie.

"Era molto bello, avevi ragione" non si erano detti null'altro quel giorno, ne un ciao, ne un buongiorno, ormai solita e consolidata routine quotidiana, gli era semplicemente sfuggito dalla bocca mentre spazzava tra i banchi.

"Sono davvero molto felice, immaginavo ti sarebbe piaciuto" il sorriso più bello e compiaciuto sul volto, gli occhi azzurri brillanti lo osservavano da lontano, una mano poggiata sul mento, lo osservava a distanza per paura di poter fare quel qualcosa di più che lo infastidisse troppo.

"Sei molto bello" se ne era uscito così dal nulla.

"Non dire cazzate!" Gli aveva risposto l'altro indispettito, pensando fosse l'ennesimo modo di prenderlo in giro.

"Non sto scherzando, ti trovo davvero molto bello" Erwin si alzò dalla scrivania, tolse gli occhiali poggiandoli con cura sul tavolo.

"Esci, devo pulire" neppure si era accorto che al posto di uscire dalla porta principale lo aveva raggiunto e ora se ne stava poggiando ad un banco proprio dietro di lui, solo quando trascinando la scopa verso di sé si erano scontrati.

"ti puoi leva-" gli si bloccò letteralmente l'ultima parola in gola, erano solo a qualche centimetro di distanza, poteva sentire l'odore del suo alito, sapeva di menta.

Lo vide avvicinarsi sempre più, una mano andò a posarsi sulla sua guancia accarezzandolo dolcemente sotto lo zigomo, sempre più vicino, sempre più pronto a commettere quell'errore che non avrebbe permesso. Lui stava bene da solo.

"NO - urlò per staccarsi e distogliere lo sguardo - vattene" il fiato corto di entrambi aleggiava insieme ad un silenzio mortale.

Non si erano detti una parola dopo quell'evento, Levi si era rimesso a pulire mentre Erwin se ne era andato lasciandolo solo con i suoi pensieri, non un ciao, un arrivederci. Due perfetti sconosciuti.

In quell'esatto momento gli venne in mente la frase letta solo qualche giorno prima che descriveva alla perfezione quel momento idilliaco.

"Adesso mi parve che a separarci ci fosse un mondo intero, anche se era così vicino che potevo sentire il calore che si levava dalla sua pelle. poteva un libro essere così fedele alla realtà che stava vivendo? scrollò la testa per liberarsi da quel pensiero ma più tentava di farlo, più quel pensiero si infilava nella mente e resisteva, rimaneva attaccato al suo cervello logorandolo dall'interno.

Non è possibile, no, lui stava bene da solo, stava bene con se stesso, le proprie abitudini, i suoi oggetti, le sue cose non aveva nessuna necessità di qualcun altro nella sua vita eppure perchè lo desiderava così tanto? Come poteva quell'essere, quello sconosciuto con delle semplici parole e gentilezze avergli stravolto la vita, come poteva, come ci riusciva e perché il suo cuore ora batteva furioso come quello del protagonista del libro?

Mollò a terra la scopa che teneva tra le mani cominciando a correre come un forsennato, lo avrebbe raggiunto? avrebbe fatto in tempo? pregò di si.

Lo trovò vicino alla sua auto intento a cercare le chiavi nella sua valigetta di pelle.

"Baciami" lo aveva pregato con il fiato corto, il petto che si alzava e si abbassava ad un ritmo accelerato, non si sa per la corso o per l'agitazione del momento.

"Ne sei sicuro? Poco fa-" e non gli diede tempo di finire la frase che con il pugno chiuso a stringere la camicia e la cravatta lo aveva tirato a se per poi baciarlo appassionatamente.

Le loro lingue danzavano come in un ballo movimentato e rude allo stesso tempo, danzavano come due amanti che avevano atteso ore prima di potersi finalmente osservare.

Si staccarono controvoglia dopo poco, non era il luogo adatto per certe effusioni, il buio invernale e la scarsa illuminazione aveva agito da collaboratori perfetti, ma non potevano andare oltre. Per Levi sarebbe stato già fin troppo, si era spinto oltre la sua zona sicura senza neppure pensarci su troppo.

"Te ne stai pentendo?" il biondo lo aveva anticipato.

"No - aveva sussurrato- e tu?" lo sguardo basso, il lieve rossore sulla punta delle orecchie, non voleva dare a vedere il suo imbarazzo.

"Non attendevo altro da mesi" lo osserva dall'alto verso il basso Erwin, non attendeva altro da mesi perché per lui era stato amore a prima vista, un amore struggente che non ti lascia vivere sereno, di quelli che ti fanno pensare all'altro giorno e notte.

***

Parte 2, cosa ve ne pare? Vi sta piacendo? Il nostro Levi é un po' confuso! 😏

A domani miei adorati per la parte 3 💕

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