La terza guerra magica

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Stavo tornando a casa con la poca spesa che ero riuscita a prendere. Ero nella via principale quando sentii una voce chiamarmi: - Iris- Mi girai - Signor Fredricksen, in cosa posso esserle utile?-. Il signor Fredricksen era un vecchietto gentile e simpatico, non lo avevo mai visto senza il suo bellissimo sorriso. Era pelato e bassino e per colpa della gobba si appoggiava ad un bastone. Indossava un bel completo con giacca e cravatta marroni, la camicia forse una volta bianca era sporca per via della polvere, ma le scarpe erano sempre lucide fatto che mi aveva sempre incuriosito.  -Mi potresti aiutare a portare questi?- Disse mentre indicava una cassetta piena di. . . BACCHETTE?! - signor Fredricksen se la vedono con queste bacchette la puniranno!!!- lui mi guardò con un volto stupito e dubbioso - Oh lo so mi dovevano accompagnare ma. . . - con gli occhi indicò dietro di lui. C'erano quattro uomini ubriachi fuori da l'unico bar della cittadina. Non c'era un modo per descrivili, erano ripugnanti con la bottiglia mezza vuota in mano. Senza pensarci due volte mi misi la busta della spesa in spalla e con le mani libere presi la cassetta - dove dobbiamo andare?- chiesi all'anziano signore vicino a me - fino alla fine della strada poi ci penso io-. Cominciammo a camminare. - Oserei dire bizzarro- Disse l'uomo - che cosa?- chiesi  -Loro credono di essere migliori di noi ma alla fine si sanno perdere in un bicchiere d'acqua, o meglio in un bicchiere di birra- affermò, io annui - io penso lo stesso- rimanemmo un secondo in silenzio con il chiacchiericcio delle persone in sottofondo. - lei vuole sapere come mai ho con me quelle bacchette? vero ?-  -beh io- -deve sapere che io ero un venditore di bacchette e mi hanno chiamato per esaminarle, tutto qui- -Davvero!! non lo sapevo- -la curiosità non è un reato Iris e nemmeno il voler amore-. Mi scantai dal mio il silenzio ma l'anziano mi fermò immediatamente - Temo che la nostra conversazione si deve concludere qui! a breve arriverà un carro e dovrò andare con loro, e non vorrei che la trovassero qui. Comprende?- disse, - oh si certo allora arrivederci signor Fredricksen- posai la cassetta e esitai un secondo ma ne andai.

Risalii la strada mentre rimuginavo sulla conversazione che era appena avvenuta. Che cosa voleva dire? forse aveva sentito quel mi dispiace di Draco? no era impossibile. Era troppo lontano dal palco. Si stava riferendo a Seamus?. Ok forse ci stavamo avvicinando un po' troppo per essere un patto di alleanza. Lui rendeva sempre le cose più facili. Una sera, ad esempio, non eravamo riusciti a mangiare e lui vedendo la paura di averlo deluso che si era formata nei miei occhi affermò che non gli importava perché  tanto si voleva mettere a dieta, la battuta mi fece molto ridere. Oppure quando la notte avevo degli incubi, il che avveniva molto spesso dopo aver subito la maledizione crucciatus, lui riusciva sempre a calmarmi. Ancora non ero riuscita a capire il motivo di quella frase quando svoltai il vicolo stretto che portava alla mia nuova casa ma fui distratta dai miei pensieri quando vidi i quattro uomini di prima ubbriachi poco più avanti di me. Cercai di camminare svelta e sorpassarli ma non andò così.

- Ehi dove vai bellezza - mi domandò uno di loro, la sua voce era roca e si capiva già le sue intenzioni. Camminai ancora più in fretta. - EHI sta parlando con te- affermò un altro uomo mentre sentivo dei passi pesanti e barcollanti raggiungermi e bloccarmi al muro. Mi cadde la spesa dalle mani quando la mia schiena sbatté contro il muro freddo. - ah la signorina fa la difficile. . . vediamo se farai ancora così dopo che ti avrò strapazzata per bene- L'uomo aveva un aspetto rude e spregevole, la camicia sbottonata e messa in una maniera riprovevole, il suo alito era disgustoso e sapeva di birra, una sua mano mi teneva ferma contro il muro e con l'altra teneva una bottiglia mezza vuota. Gli altri lo assecondavano come un branco di smidollati.

- LASCIALA!- sentì quella voce sicura e mi rilassai. Ero salva.