Si sarebbe potuto sentir cadere uno spillo.Per la prima volta da quando era arrivato in Africa, Harry riusciva a sentire il rumore dei suoi pensieri forte e chiaro quella sera.
Si aggirava per i corridoi con le orecchie tese in cerca di qualche rumore, di qualche pianto, di qualsiasi lamento, ma quella sera nella periferia di Wenchi andava veramente tutto bene.
Ed era una cosa così bella che aveva davvero paura a crederci.
Così tornò alla stanzetta adibita ai medici e lo trovò lì.
Seduto sul tavolo, la schiena poggiata al muro e lo sguardo perso oltre la finestra.
L'azzurro di quegli occhi cristallini che si mischiava con il blu scuro e minaccioso di quella notte. Harry si avvicinò alla finestra e guardò fuori anche lui.
Perse gli occhi tra quei piccoli puntini di luce bianca e pura che sembravano lottare per far luce in quel manto scuro e immenso.
Sospirò, e quel sospiro non sfuggì al più grande che non riuscì più ad aspettare.
Allungò un braccio e cinse i fianchi di Harry portandoselo tra le gambe, naso contro naso.
"Ehi" sussurrò il più grande.
"Ehi" rispose il riccio mentre tutto il suo corpo veniva attraversato da scariche elettriche e le sue guance si tingevano stupidamente di rosso.
"E' tutto ok?" gli chiese Louis poggiando poi la sua fronte contro quella di Harry.
I loro occhi si incontrarono e ancora una volta fu il verde ad affogare nell'azzurro.
Le braccia di Louis lo strinsero più forte quando Harry non rispose ma chiuse gli occhi, nascondendogli le gemme più belle e preziose che lui avesse mai visto.
"Stavo pensando all'associazione" confessò il più piccolo sospirando.
Harry sentì Louis irrigidirsi ma non per questo il più grande lo lasciò andare e Harry ne era sicuro, ne sarebbe morto se l'avesse fatto.
"Le cose non vanno bene, lo sai.." le loro labbra si sfioravano, i loro respiri caldi marchiavano le guance l'uno dell'altro.
"Quando sono arrivato" cominciò Harry "Ho pensato che non sarei durato un mese, beh, per i primi due non ho nemmeno disfatto la valigia...ma poi, senza che io me ne accorgessi è scattato qualcosa Lou, qualcosa mi ha legato a questo posto, a queste persone, a questo ospedale..." disse con gli occhi bassi "Qualcosa mi ha legato a te" concluse tornando a guardarlo.
Louis sorrise e gli baciò il naso. "Sono contento che sia successo, non immagini quanto".
"Mi sento sempre più vicino Lou, vicino a ciò che cerco da quando ho deciso di studiare medicina, so di esserci, non posso lasciare che qualcuno mi rubi questo posto, che i nostri sforzi vengano dimenticati, che la gente di questo posto venga lasciata a se stessa, come potrei dormire la notte? Come potrei riuscirci?" disse Harry allontanandosi - a malincuore - ma sentiva che un fiume di parole stava per travolgerlo e che non avrebbe potuto fare niente per fermarlo.
"..e prima di quella discussione con mio padre non mi sarei mai sognato di partire per l'Africa, non ci ho mai pensato davvero, ma adesso che sono qui...adesso che sono qui è cambiato tutto, è come se l'Harry di prima non fosse mai esistito, capisci? Questa vita è mia, Louis, e io me ne rendo conto solo ora! Adesso capisco che posso fare la differenza, capisco che posso lasciare qualcosa a chi verrà dopo di me, qualcosa di vero, su cui lavorare, un ospedale, un'idea, la voglia di lottare.." riprese fiato mentre Louis lo guardava con gli occhi ormai spalancati e il cuore a tremila "Voglio lasciare questo mondo senza avete rimpianti, voglio lasciare qualcosa a qualcuno, voglio essere in grado di farlo, così che non potranno mai dimenticare che io sono stato qui! Che ho vissuto, ho amato così tanto da star male, ero qui e..ho fatto tutto quello che volevo fare ed è stato più di quanto avrei mai immaginato" continuò poi passandosi le mani tra i capelli, conscio di aver ormai perso il controllo "Per questo non posso perdere questo posto Lou, per questo ho mandato una lettera a mio padre" concluse sganciando la bomba.