Stoccolma, 1936
Hilde si svegliò di soprassalto e si accorse di essere intrappolata nella sua stessa stanza. Fiamme alte lambivano i muri ornati dalla carta da parati, salivano sul soffitto e ghermivano il lampadario, pronto a cadere e a peggiorare il disastro imminente. La ragazzina si guardò intorno, in cerca di aiuto. Udiva echeggiare le grida dei genitori, grida penetranti e seviziate dal fuoco pronto a divorare quelle povere anime che avevano vissuto insieme per così tanti anni. Sebbene provasse ad alzarsi e a ribellarsi alla paura-matrigna opprimente- Hilde realizzava che sarebbe stato inutile cercare di salvare suo padre e sua madre. L'incendio li aveva ormai uccisi. Che cosa doveva fare?
Il fumo penetrava nelle narici sottili e negli occhi della giovane,la soffocava, cercava di annientarla. Odore di bruciato si mescolava con quello di vaniglia che aleggiava per tutta la dimora. L'aroma preferito di sua madre, da quanto lo aveva messo? Hilde inspirò profondamente, cercando nei meandri della sua mente una soluzione capace di farla sopravvivere a quella tragedia. Ma ogni particella del suo essere, del suo cervelletto, ogni nervo teso del suo sistema nervoso, era confuso e devastato dal panico e dal dolore. Per quanto ci provasse, non riusciva a ragionare.
La ragazzina si alzò dal materasso e nella fitta oscurità lacerata dalle fiamme, tentò di fuggire da quell'incubo. Le mani sottili e diafane sfioravano crepe di carta infisse ai muri, bruciate, lacerate come se un animale selvaggio avesse sbranato la carta da parati. Serpenti dorati strisciavano sul pavimento di legno, intenti a porre fine alla vita della figlia delle vittime, nonostante ella muovesse i suoi piedi velocemente per restare viva.
Le sue grida si levarono nell'aria, vennero portate dal vento per tutta la strada innevata della Svezia, ma nessuno provò ad aiutarla, poiché gli abitanti di quella città così solitaria e misteriosa erano avvolti nelle loro coperte di lana, trattenuti dalle mani invisibili del sonno.
I pensieri della ragazzina correvano velocemente, si confondevano in un unico urlio silenzioso, si separavano indisciplinati. Che cosa doveva fare? Doveva scappare? Chiedere aiuto? Salvare i cadaveri dei genitori? Non lo poteva sapere. Hilde era consapevole del fatto che era sola, dannatamente sola. Nessuno si sarebbe preso cura di lei. Tutti sapevano della reputazione di sua madre, Marion, una donna che invece di stare al suo posto e prendersi cura dei figli, girovagava per il mondo recitando drammi e commedie da quattro soldi, con la speranza di mantenere se stessa e Hilde. Ed erano al corrente anche di suo padre, Petre, un omosessuale corrotto, il quale passava il tempo a scrivere poesie peccaminose e blasfeme. Nonostante tutti ammettessero che Hilde fosse un'undicenne innocente e dolce, coloro che abitavano nella fredda Svezia non avrebbero mai avuto
l'intenzione di sfamare la figlia di una sgualdrina e di un uomo indecente. Perciò doveva soltanto fidarsi soltanto di sé stessa e sfuggire il contatto con persone sconosciute. Con questi pensieri, Hilde a stento sistemò qualche libro in una borsa di cuoio gettata ai piedi del letto e uscì dalla stanza.
Ogni cosa bruciava in quella dimora!
Vasi, dipinti, mobili, credenze finivano nelle spire dell'incendio e si dissolveva come per incanto, per mezzo di una magia macabra e oscura . Ora che era riuscita ad evadere dalla sua stessa camera, la ragazza doveva trovare l'uscita. Con i capelli cinerei scompigliati e la camicia da notte punteggiata da bruciature, la ragazzina sfuggì alla forza distruttrice del fuoco e trovò fortunatamente la porta.
La mano strinse convulsamente il pomello, girandolo in una sorta di panico e paranoia orrorifica. La porta non si apriva.
Disperata, la giovane si girò, per osservare le lame incandescenti che
l'avrebbero portata via da tutto. Chiuse gli occhi, annebiati da lacrime plasmate dal fumo e dal dolore e aspettò la sua fine. Tuttavia, socchiudendo un'iride, scorse vicino all'uscio una mannaia. Per l'agitazione non riuscì ad esaminarla e fece affondare la lama nel legno venerando della porta. Schegge di legno schizzarono da ogni dove. Ad ogni colpo, rimbombava il rumore del ferro macchiato dal fruscio dei legnetti. Finalmente, dopo tre tentativi, la porta venne spazzata via.
La ragazza lanciò un grido di felicità esasperato, alternato da salti, balletti improvvisati e da imprecazioni in tedesco. Dopo uscì velocemente dalla casa, ormai consumata dalle fiamme e si gettò per la strada.
-Aiuto! Aiutatemi!- gridò con una follia mescolata alla disperazione. Hilde fece vagare lo sguardo per tutte le dimore ombreggiate dalla notte, ma nessuno udì le sue preghiere.
-Aiuto! Aiutatemi!- ripetè, sicura di venire salvata da un momento all'altro. Niente, niente di niente.
Si accasciò a terra, disperata, con il funesto presagio di una morte per stenti o per assideramento. Pugni di rabbia cominciarono a calpestare la terra, la quale macchiò le nocche insanguinate dell'adolescente.
Circa dieci minuti dopo, la silhouette di un aeroplano tagliò la nebbia formatasi dall'incidente infuocato, sorvolando il cielo incastonato dalle stelle, più argentee che mai.
Hilde alzò gli occhi lentamente e, con sua immensa felicità, vide la sua salvezza, pronta a far ricominciare la sua vita. Non reagì, non si alzò in piedi, non osò strillare. Era troppo felice per fare tutto questo. Il suo cuore si illuminò di gratitudine, quando un soldato austriaco scese dal veicolo e si avvicinò a lei.
-Stai bene, piccola?-
Quella domanda diede una svolta gloriosa a quella notte sinistra.Nota autrice: ciao a tutti, madames et monsieurs e benvenuti nel prologo di questo racconto! Vi darò un avviso soltanto. L'evoluzione psicologica della nostra Hilde sarà accompagnata da vari brani classici, i quali diventeranno nel corso della narrazione sempre più crudi e contemporanei, per simboleggiare il lento cambiamento del carattere della protagonista, che da innocente diverrà crudele e incapace di amare.
Buona lettura!
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La rosa e l'attore
Historical FictionTre Boy I love is up in the gallery the boy I love is looking at me Hilde ha un sogno, un sogno che volteggia su un palcoscenico, truccato da una pesante cipria e da un leggero rossetto rosso. Un sogno che immagina scene, oggetti ed eventi reali r...