"Germania, svegliati!"
"Germania, svegliati!"
"Germania, svegliati!"
La radio aveva trasmesso quel grido per tutta la giornata, frastornando in tal modo le menti di quelle anime ignare delle camicie brune, pronte a marciare per le strade di Berlino  per vomitare quel grido insensato e ripetitivo. Il 1939 era un anno davvero singolare per Hilde. Dal soggiorno a Vienna nell'orfanotrofio fino al trasferimento in Germania, non aveva mai udito una voce gracchiante ripetere due parole per un numero ossessivo di volte, nè aveva visto dei soldati dalle camicie marroni marchiate da un sole nero contorto. Per quanto fosse intelligente, la tredicenne era inconsapevole dell'esistenza di un uomo che un giorno  avrebbe portato i tedeschi nell'inferno delle trincee, dei fucili e dello scontro con gli inglesi . Si chiamava Hitler, vero?
Non aveva mai visto il volto di quel figuro. Gli ebrei del quartiere in cui recitava per strada lo ritenevano una sorta di uomo nero urlante, nato dal Diavolo e capace di uccidere, pur di affermare i suoi ideali distorti. Poiché era soltanto una povera mendicante, non aveva soldi per comprare delle foto raffiguranti quell'essere misterioso e inquietante, nonostante avesse lavorato sodo per comprarsi una macchina fotografica.
Una macchina fotografica almeno l'avrebbe divertita. Per tutto il giorno, dal mattino presto fino a notte fonda, recitava in mezzo alla strada, per non morire di fama. Le piaceva assai quell'occupazione, ma durante il fine settimana  leggeva tutto il giorno, non avendo la possibilità di avere un altro passatempo. L'avrebbe dilettata il piccolo "puf" e il sottile fumo di una macchina capace di ritrarre perfettamente i suoi amati soggetti. Avere un panno sul viso non sarebbe stato gradevole, ma almeno avrebbe scoperto un altro passatempo.
"Germania, svegliati!"
"Germania, svegliati!"
"Germania, svegliati!"
La radio echeggiava ininterrotta, priva di emozioni. Il grido si ritorceva su se stesso, fino ad esplodere in un suono fragoroso. La ragazza, stufa di quelle urla, appoggiò la testa sulla parete di una casa ancora in costruzione e continuò a leggere il suo volumetto.
Delitto e Castigo la stava appassionando. Credeva di essere lì, in Russia, attanagliata da un caldo irreale. Vedeva nell'immaginazione Raskolnikov, personaggio in qualche modo a lei vicino, vagare nelle strade di San Pietroburgo debole per le privazioni, i sensi di colpa per aver ucciso l'usuraia, l'amore per Sonja e la paura di essere punito. Aveva sofferto per lui, aveva pianto per la preoccupazione come se Rodja fosse stato un figlio e aveva ringraziato il Cielo per la sua fine. Almeno poteva redimersi in una prigione. Era la sesta volta che lo rileggeva ed era all'inizio. Il pollice e l'indice strusciavano la carta ingiallita delle pagine, mentre la mente ingenua di Hilde aveva ricominciato a volare nei cieli russi.
Ad un certo punto, appoggiò il libro ai suoi piedi e si alzò in piedi. Ancora delirante per l'immaginazione, affondò le mani nelle tasche della gonna e cominciò a camminare per la strada. Il suo sguardo si faceva sempre più assente e cupo, inconsapevole della fuga visiva degli appartamentini scuri distinti dalla svastica. I piedi strusciavano sulla strada, nonostante il passaggio di alcune automobili.
Dei ragazzi  della gioventù Hitleriana stava passando per quelle vie, quando videro Hilde, immedesimata nel personaggio di Rodion Racomiovich Raskolnikov.
-Il mio cappello! Il mio cappello! Lo sapevo. Non dovevo indossarlo! Avevo calcolato tutto.....- mormorava.
I giovani ridacchiavano  per la piccola scena. Hilde non era consapevole dello spettacolo che stava creando, per quanto era invasata dal ruolo.
Poiché credeva davvero di svenire per la fame, barcollò, inclinando il corpo verso terra.
Un adolescente, approfittando della situazione, la sculacciò e rise forte. Un altro ragazzo imitò l'amico e tutti i maschi fecero lo stesso.
Inconsapevole dei colpi sul fondo schiena, Hilde continuò a recitare. Intanto, un ragazzo longilineo, pallido, dagli occhi scuri e vivaci, con un viso spigoloso  e sbarbato e con una palandrana marrone, vide la scena e raggiunse la combriccola.
"Ma chi è quella che recita Delitto e Castigo? " Pensò, osservando Hilde. Il ragazzo corse verso di lei e scacciò gli adolescenti gridando.
-Che fate? Non fate gli imbecilli! Tornate subito a casa!- strillò. I giovani hitleriani scapparono ridendo, nonostante il rimprovero.
Finalmente, la ragazzina si svegliò dal suo sogno recitativo e si accorse del giovane che l'aveva difesa.

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