Dimmi un segreto

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Disclaimer: questa storia non è mia, ma di wickedwitchcraft, che mi ha gentilmente concesso il permesso di tradurla. Potete trovarla sia su ao3 sia su Tumblr.
Vi lascio i link:
https://archiveofourown.org/works/8589592

https://jeffersonshattricks.tumblr.com/post/153056886807/tell-me-a-secret

Bucky aveva appena portato Sam al complesso degli Avengers dopo una serata fuori in città

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Bucky aveva appena portato Sam al complesso degli Avengers dopo una serata fuori in città. Dovette portarlo perché era sbronzo. Aveva bevuto un sorso di qualcosa che Thor aveva portato con sé ed era quasi svenuto. Bucky e Steve l'avevano preso. Si era ripreso poche ore dopo e l'aveva sfidato a un giro di shottini. Bucky aveva detto di no. Nat aveva detto di sì. E il resto della sera era stata una confusione nel tentativo di inseguire un Sam inciampante per il bar, cercando di tenerlo fuori dai guai.
Depose Sam sul letto gentilmente, l'aveva portato stile sposa perché Sam continuava ad inciamparsi nei suoi stessi piedi quando Bucky aveva cercato di aiutarlo a camminare. Gli tolse le scarpe e lo coprì con una delle coperte che erano nell'armadio. E in quel momento Sam lo disse. Le quattro piccole parole che avrebbero rovinato la vita di Bucky per i prossimi tre mesi. Bucky era vicino alla porta quando la voce di Sam ruppe il silenzio nella stanza.
«Dimmi un segreto.» disse, la sua voce sorprendentemente chiara per quanto era ubriaco. Bucky si fermò con la mano sulla maniglia della porta e si girò lentamente verso Sam.
«Cosa?» chiese, non sicuro di aver sentito giusto, non sicuro di cosa avrebbe fatto nel caso avesse sentito giusto.
«Ti ho chiesto di dirmi un sehgreto.» E c'era il farfugliare che Bucky si era aspettato.
«Uh...» Bucky era un po' perso ma tolse la  mano dalla maniglia e tornò vicino al letto.
«Che tipo di segreto?» chiese, le mani infilate nelle tasche, sebbene Sam era così ubriaco che probabilmente stava vedendo quattro Bucky al momento, e non lo avrebbe ricordato il mattino.
«Segreto 'u Steeb.» Sbuffò una risata e girò la testa sul cuscino in modo da poter vedere Bucky, sbatté le palpebre un po' di volte e sembrò aver messo a fuoco quello che voleva.
«Umh... Okay.» disse Bucky e spostò il peso da un piede all'altro, cercando di pensare a qualcosa che avrebbe potuto dirgli che non sarebbe stato un problema se lo dimenticasse o lo ricordasse. Poi un ricordo gli tornò in mente, facendolo sorridere.
«Una volta Steve corse per il nostro quartiere completamente nudo perché avevo scommesso un dollaro con lui che non l'avrebbe fatto.» disse Bucky, scuotendo la testa al ricordo del piccolo Steve che correva lungo la strada, usando le mani per coprirsi e dire «Salve signora» alla piccola vecchia signora che abitava in fondo alla via,  educato come sempre.
Sam è quasi morto ridendo. Le lacrime correvano lungo i lati del volto, la sua risata silenziosa. Risucchiava l'aria ogni poche risate, ne prendeva grandi sorsi e poi ritornava silenzioso. Bucky ridacchiava appena alla vista di lui che quasi raddoppiava le risate e poi rallentava per prendere fiato. Sembrava una sedia pieghevole che non sapeva decidere se rimanere aperta o chiusa. Guardò Sam prendere diversi respiri profondi e poi svenire letteralmente a metà risata. Bucky rise nasalmente e scosse la testa. Camminò avanti e sistemò la coperta di Sam di nuovo e uscì, chiudendo la porta gentilmente dietro dui.
Realmente Sam non ricordò nulla a proposito di quello, però menzionò di aver avuto un sogno su Steve che correva nudo per la strada. Steve si soffocò con il suo caffè e Bucky rimase zitto. Sam non aveva bisogno di sapere che non era esattamente un sogno. Non aveva bisogno di sapere che aveva chiesto a Bucky di raccontargli un segreto, e certamente non aveva bisogno di conoscere che Bucky glielo aveva detto immediatamente, la sua unica esitazione derivante dal non essere sicuro di quello che avrebbe dovuto dirgli. Sam non aveva bisogno di conoscere niente di questo, dunque Bucky bevve il suo caffè e lo guardò in silenzio. Come sempre.

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