Ho sempre pensato da bambina a quanto fosse strano il fumo che, quando espiravo, usciva dalla mia bocca; ritenevo fosse assurdo, per la me bambina era incredibile. Crescendo e studiando ho poi scoperto che quel fenomeno prendeva il nome di condensa.
"Mi stai dicendo che un uomo, dalle evidenti qualità, ti è entrato in casa mentre eri praticamente nuda, se non l'asciugamano che ti copriva, e non hai fatto nulla? ma proprio niente?" mi guardò allibita per aver compito questo gesto così errato dal suo punto di vista.
"Ricordami perchè sono amica di una disgustosa ninfomane!" la guardai di traverso riportando la tazzina del mio espresso, ormai vuota, sul piattino.
"Non sono ninfomane, so solo cogliere le grandi opportunità che mi piovono davanti agli occhi, cosa che TU non fai" mi disse con tono solenne, puntando verso di me il suo indice con l'unghia l'accata di rosso, come se mi stesse narrando chissà cosa. " La smetti ti portare questa maieutica socratica per le lunghe?" le dissi stanca della sua saccenza da donna vissuta.
"Maieutica di chi?" mi chiese confusa.
Decisi di sorvolare sulla sua ignoranza in filosofia, le ore di Mr.Williams al liceo non le seguiva mai, non mi meravigliai che non sapesse chi fosse Socrate. Mi passai una mano tra i capelli frustrata e continuai il dicorso precedente sulla mia 'opportunità di fare sesso occasionale'
"Vogliamo parlare di Ethan, Meghan? secondo te doveva essere solo una botta e poi? un'anno e mezzo di relazione e tradimenti, aggiungerei" mi guardò a lungo mentre si rigirava gli anelli della mano destra. Avevo avuto una relazione intensa, per me la prima seria dopo le frivole uscite adolesceneziali.
Ci avevo messo tutta me stessa in quella relazione, ero piena di aspettative, sognavo di vivere quella relazione come Julia Roberts in Notting Hill ma ero finita come Bridget Jones. Ero così dipendente da lui che non mi accorgevo delle assurdità che mi rifilava per uscire con altre donne. Quando poi ho scoperto i tradimenti e tutto il sesso occasionale che aveva avuto, lui non ha esitato a confermare le accuse e a lasciarmi, sono scoppiata a piangere pregando che non mettesse un punto alla nostra relazione...che umiliazzione, la cosa più patetica che abbia mai fatto."Devi disperatamente fare sesso" ruotai gli occhi al cielo, era fissata col fatto che 'è uno spreco che una così bella ragazza non sfrutti le sue qualità'.
"Sono single da solo quattro mesi" sbuffai.
"Follia, quattro mesi senza sesso...ti sei almeno masturbata?" chiese con nonchalance aspirando dalla sua sigaretta, per poco non ci rimisi gli occhi per quanto fossero usciti dalle orbite. Scoppiò a ridere come una forsennata: "Sof guarda che è normale darsi piacere da sola, ormai non ci crede più nessuno all'clichè della donna che non si masturba", si effettivamente questa frase sistema tutto. Diciamolo, non sono proprio stata "santa" in questi quattro mesi, ma questo non vuol dire che debba sbattere ai quattro venti la mia intimità che, per giunta, vorrei restasse privata.
Le tirai un calcio da sotto il tavolo con tutta la violenza possibile, reagì d'istinto lasciandosi scappare un mugolio di dolore.
"Ma sei cretina? mi hai fatto male" mi guardò accigliata toccandosi la parte dolorante.
"Ohh scusa credi che la madre con la sua bambina di tre anni abbia visto e sentito anche questo?" dissi appoggiando teatralmente la mano sul mio petto con sguardo desolato.
Non attesi una sua risposta in quanto si allontanò per rispondere al telefono.
Eppure non credevo che si potesse soffrire così tanto alla mia età, pochi anni di vita ma pieni di dolori e disavventure, il che fa ridere...gli unici problemi di un giovane adulto sono, probabilmente, cosa fare il sabato sera, il mio è cercare di tenermi in piedi dalla morte di mia madre...da sola.Posai lo sguardo su Meghan e la vidi gesticolare con enfasi, era arrabbiata ma non riuscivo a capire con chi.
Cercai di chiederle cosa fosse successo una volta tornata al tavolo, ma la vidi prendere tutte le sue cose velocemente, la richiamai più volte ma cercava di non guardarmi negli occhi.
"Meghan che succede?" le dissi poggiando la mia mano sulla sua una volta in piedi.
Si era sempre vergognata di farsi vedere in lacrime, diceva che la sua immagine doveva essere sempre la stessa per tutti, 'la ragazza felice e appagata', ma io non ero tutti."John ha abusato di mia madre...di nuovo senza che lei potesse dire..." un singhiozzo interruppe le sue parole, semplicemente l'abbracciai, non che potessi fare molto.
"Credo che tua madre debba denunciarlo, insomma non è la prima volta e non sarà l'ultima" lei rise.
"Ci ho provato e cosa credi mi abbia detto? le solite cazzate su chi avrebbe pagato la mia università o mantenuto i miei due fratelli, senza pensare a lei".
Conosco sua madre, Lottie era sempre stata una donna testarda e ferma sulle sue idee, si era preoccupata di me alla morte di mia madre e non smetterò mai di dirle grazie; ma non merita tutto questo, non un uomo così, non un uomo che la violenti, non un uomo che la picchi da ubriaco o che per puro divertimento spenga la propria sigaretta sul tuo corpo."Mio padre non l'avrebbe mai permesso, mai" disse Meghan in un sussurro.
"Vi ha lasciato per farvi stare bene" le dissi timorosa, Meghan da arrabbiata era un fascio di nervi e bisognava capire quali fossero i giusti tasti da premere per parlarle."Almeno so che è vivo e che sta lavorando per toglierci dalle mani di quella merda umana" non mi era tanto chiaro il perché sua madre stesse con un altro e nemmeno perché il padre fosse partito da un giorno all'altro, ma non gliel'avevo mai chiesto, anche se morivo dalla voglia di saperlo, non era di mia competenza ma dalle sue parole ho sempre capito che fosse una cosa più grande di noi.
"Io vado, ti chiamo quando avrò risolto e se avrò risolto" mi disse abbracciandomi forte.
Ci teniamo a galla a vicenda, solo così riusciamo ad andare avanti.
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"Che problemi hai? Cosa c'è che non va in te" mi chiese mio padre appena mi vide rientrare.
Poggiai le chiavi di casa sul mobiletto adiacente alla porta e appesi la giacca velocemente.
"Che stai dicendo" dissi mentre mi sedevo sullo sgabello per slacciare i lacci delle scarpe.
Non era la prima volta, e nemmeno sarebbe stata l'ultima, che mio padre beveva fino a diventare una spugna.
Lo faceva solo di sera, non mi aveva mai detto il perché...ma non ne avevo bisogno.
Si sa, il detto anche lo dice, 'la notte porta consiglio', tutto voleva fare tranne che pensare.
Io lo sapevo fin troppo bene cosa voleva dire pensare, la mia media di ore di sonno vacilla tra le tre barra quattro ore. Non dormo nulla, sono dipendente dal caffè, sono spesso scontrosa e combatto l'irascibilità usando il sarcasmo.
Non riesco sapendo che tutti mi nascondono qualcosa e ora si è aggiunto anche quel tale ai miei pensieri."Tua madre era una puttana" mi si gelò il sangue.
"Come cazzo ti permetti" dissi scattando in piedi come una molla.
Iniziò a ridacchiare, mentre portava alle labbra quella che sembrava essere una bottiglia di whisky.
Si avvicinò a me barcollante, iniziai ad avere paura."Ti accettavo solo perché tua madre ti amava, di te non mi importa...sei solo una-" iniziò a guardarsi in torno spaesato.
"Una? Una cosa rispondimi?" dissi alzando la voce.
Iniziavo davvero a spazientirmi"Cosa cazzo stavi per-"
"Tochter eines Niemands."
Cosa stava cercando di dirmi...
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Amalia
RandomUn regno nascosto dalla nascita, una corona mai avuta. Sophia, attraverso i documenti del padre, scopre di essere la prossima erede di un trono che non ha mai fatto parte della sua vita. Verrà stravolta completamente. Essere una "Amalia", termine ge...