A volte avere il dono della parola fa male, avere il dono di poter parlare porta tante responsabilità e con loro molteplici complicazioni.
Pensateci, quante volte avete pensato: "Cazzo potevo evitare di parlare", come pensate si possa sentire l'altra persona? Bene? Male?
Beh questo dipende dal carattere della persona che hai davanti ai tuoi occhi.C'è chi se ne fotte altamente di ciò che hai detto, non gli cambia la vita per un tuo parere, ne ha sentiti tanti e tu non sarai di certo l'ultimo.
E poi ci sono io, che fingo.
Fingo che le cose non mi tocchino, che eventuali parole mi siano scivolate addosso, ma è tutto dentro.
Vorrei avere il potere dei vulcani effusivi, esplodono periodicamente.
I flussi di lava generati dall'eruzione scendono lentamente, fino a quando la lava non si raffredda e si viene a creare uno strato solido e così via con le altre eruzioni.Vorrei che il mio dolore fosse così, vorrei arrabbiarmi con chi ho davanti.
Farlo sentire male, fargli capire come sto per poi riprendermi, perché solo così potrei non stare a fissare il soffitto alle tre di notte mentre calmo il mio attacco di panico.
Solo così potrei stare veramente bene.E mio padre è così, mio padre non da peso alla parole.
Dopo la morte di mia madre in un incidente stradale, dov'ero coinvolta anch'io, è diventato freddo.
"Sono quella che gli ha tolto l'amore della sua vita", le indagini riportate sul veicolo ammettono che tra le due sarei morta io, se mia madre non mi avesse spinto fuori dall'auto prima dello schianto.Svegliarsi e sapere che al mondo nessuno ti vuole bene, fa male.
Avevo solo dodici anni quando mio padre, tornati dal funerale, mi disse: "Se mia figlia solo legalmente, per me non sei nulla", non potrò mai dimenticare quel tono arrabbiato misto ad astio.
Il suo viso, ricoperto da una leggera barba, era più scarno.
Non era più mio padre, non lo era più per colpa mia.Ricordo perfettamente il mio sguardo sul suo collo, quando tolse la collana con la mia iniziale.
Non era colpa mia, ma ne avrei pagato per tutta la vita.
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"Sophia non mi interessa cosa stai facendo, ma esci da camera tua immediatamente" disse mio padre, alzai istintivamente la testa dal cuscino, ma che ore sono? Mi affrettai a prendere il telefono dal comodino e...ma è serio? Le sei del mattino, a cosa gli servo alle sei del mattino?
Mi alzai con calma, andai in bagno e mi guardai allo specchio.
Mi facevo così schifo, il mio riflesso lo faceva, ma ormai da tempo, da quando il rapporto con mio padre ha iniziato a starmi più stretto del solito.Più cresco, più devo seguire regole rigide.
"Devi fare un corso di portamento...devi usare un linguaggio formale...devi seguire il galateo"...che senso ha tutto questo? Non sono una principessa, in generale non avrei la stoffa per esserlo.
Decido di sbrigarmi, altri cinque minuti e davvero avrebbe buttato giù la porta di camera mia, facendo irruzione in bagno.
Esco dal bagno, mi cambio con dei semplici leggings neri e una felpa dello stesso colore, siamo solo a fine settembre e c'è già un'aria fredda che fa accapponare la pelle."Si può sapere a cosa cazzo ti servo alle sei del mattino?"dissi in modo acido, in fondo di notte non dormivo, gli incubi e gli attacchi di panico non me lo permettevano, poi ci si metteva pure lui.
"Sophia modera il linguaggio, sono un tuo tutore e come tale, devi portarmi rispetto" disse tranquillamente.Comunque qua l'unica psicopatica sei tu, stai sempre nervosa...cazzo stai calma
Ti prego stai zitta che non è giornata, non ti sei già divertita sta notte? mh?
Ma tu di che malattie neurologiche soffri? Sono la tua coscienza cogliona, mica produco i sogni, non siamo in inside out che ho la console per controllare i tuoi sogni
"Sophia mi stai ascoltando?" lo guardai, non avevo sentito praticamente nulla e non mi interessava in realtà.
"Mh si, dovrei venire con te a Monaco perché c'è un'evento di beneficenza per la cura al cancro" mio padre era così, in casa nessuno, fuori famiglia felice."Esattamente, parla solo se interpellata dal sottoscritto, ho appoggiato sulla scrivania di camera tua un fascicolo che spiega a cosa serve il galà, ad esso ho annesso un discorso preparato nei minimi dettagli, non metterci nulla di tuo, non ne saresti capace...ora vai" rimasi a guardarlo, ero sconcertata.
Dovevo imparare un fottuto discorso, da figlia di papà, per suo volere?Oh se pensa che lo farò è fuori strada.
Completamente.
"Non lo farò" dissi versandomi del latte e mi maledii mentalmente per non aver messo prima il Nesquik, io lo metto sia prima che dopo, rende il latte mega cioccolatoso:
"Forse non ti è chiaro, tu fai quello che dico io, hai capito!?" presi la tazza dal microonde, rischiando di ustionare i polpastrelli molteplici volte. Ho sempre avuto questa strana mania di non usare mai le tazze per il manico.Mi alzai, ne bevvi un sorso e alzai lo sguardo nei suoi occhi.
Occhi verdi contro occhi verdi.
"Ho diciotto anni, non hai nessun potere su di me e sulle mie scelte, daltronde io non sono tua figlia, non è vero Chris?" e mi incamminai verso le scale, ero sua figlia...è vero, ma l'avrei trattato esattamente come lui ha fatto con me.
Vediamo chi è il più cattivo tra i due, papà.
Questo è il primo capitolo, se ci sono eventuali errori fatemelo presente
Spero vi piaccia
-sara✨
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Amalia
RandomUn regno nascosto dalla nascita, una corona mai avuta. Sophia, attraverso i documenti del padre, scopre di essere la prossima erede di un trono che non ha mai fatto parte della sua vita. Verrà stravolta completamente. Essere una "Amalia", termine ge...