Tutto troppo complesso

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Barnsley, Yorkshire UK
1980

"È sempre stato così lui, maledettamente stronzo.
Il suo odore era inconfondibile, quell'odore di pino silvestre che ogni volta mi inebriava al suo passaggio, quell'odore che riempiva ogni stanza anche quando lui non era presente. Chissà dove gli piace pensare? Chissà se ha mai pensato a me la notte, quando lo sentivo camminare per casa perché non riusciva a cadere nelle braccia di Morfeo.
Lui era tutto quello che volevo, era l'unico a farmi sentire bella, con tutte quelle carezze date di nascosto, i baci inaspettati.
Baci tutti nuovi, che sembravano essere diversi e particolari ogni volta.
Sapeva darmi brividi tutti suoi, brividi che partivano dalla nuca fino a riempire l'intero corpo.
La prima volta fu micidiale, era tutto surreale.
Il mondo intorno a noi era in off, era tutto ovattato l'unica cosa che riuscivo a sentire nitidamente erano i suoi respiri.
I nostri respiri che si univano nell'atmosfera erano l'unico inquinamento acustico che avrei voluto ascoltare in riproduzione.
Ma micidiale come quel giorno, fu il suo sguardo vuoto, privo di sentimenti.
Quel maledetto sguardo che mi faceva capire che io non ero nessuno e mai sarei stata qualcuno per lui.
E li capì che gliel'avrei fatta pagare amaramente, in un modo o in un altro.
Perché lui doveva capire il mio dolore, doveva capire quello che mi aveva fatto, mi aveva distrutto, aveva mandato il mio cuore in frantumi. Ed io l'avrei ripagato con lo stesso gettone, voglio fargli capire quanto vale un giro di esso.
Perché non era da me affogare in un mare di disperazione e non l'avrei fatto di certo ora, non meriti nulla..."

Alzai lo sguardo verso la finestra, avevo in riproduzione nelle cuffiette Take Me To Church.

In queste fredde giornate di gennaio mi piaceva fare questo.
Lo studio per l'università riusciva a non occupare interamente le mie giornate, così avevo del tempo libero per me, per pensare a quello che sarò e che vorrei essere in futuro.

Ho scelto la facoltà di giurisprudenza per mia mamma, lei voleva diventare un avvocato ma veniva da una famiglia povera e non ha potuto farlo.
Così ho intrapreso la strada che lei avrebbe voluto intraprendere.

Ogni volta che arriva gennaio sento un enorme peso sul mio petto, qualcosa che non mi permette di vivere al meglio le mie giornate.

E ogni volta che sta per arrivare il mio compleanno leggo una pagina del diario della mamma, lo faccio per sentirla più vicina a me...vicina al mio cuore.

Anche perché siamo nate nello stesso giorno

28 gennaio

Mi alzai dalla poltrona posizionata davanti alla mia finestra, guardando per un'ultima volta il cielo, sempre più cupo, letteralmente ricoperto di nuvole grigie, di lì a poco sarebbe sicuro scoppiato un temporale.

Mi sistemai il giacchetto in lana e posai il diario della mamma sulla scrivania

Cosa mi nascondi mamma?
Di chi parli nel diario? Di papà?
E anche se parlassi di lui, perché parli di vendetta...se poi l'hai sposato?

Troppe cose che non coincidono, troppi misteri aleggiano in torno alla mia famiglia, misteri che a quanto pare non dovrei sapere, ma che devo scoprire.
I miei pensieri vengono interrotti dall'arrivo di una notifica:

Meghan
- Non hai più scuse miss sto cazzo, tu stasera uscirai con me, te lo impongo -

Io e Meghan eravamo destinate a diventare amiche, le nostre madri lo erano dall'liceo.
Era scritto nel nostro futuro che lo saremmo diventate.
Era davvero insopportabile quando voleva, eravamo due poli opposti.
Lei era festaiola, amante dei super alcolici, temeraria, amava tornare a casa solo quando il sole era sorto.
Io ero il suo opposto, amavo il silenzio; preferivo restare a casa con una buona tazza di té caldo.

Erano settimane che voleva che io uscissi con lei, mi ero rifiutata più volte in quanto non avevo le forze per divertirmi, non avevo voglia di stamparmi un sorriso falso sul viso e far credere a chi mi circonda che sto bene, perché io stavo di merda.
Non riuscivo più ad avere il controllo delle mie emozioni, ogni volta che respiravo sentivo mille lame trafiggere il mio corpo.
Ogni cosa che portavo avanti era sbagliata.

Non sei all'altezza

Questo è quello che mi ripetevo, non ero all'altezza...per nessuno.

Lo schermo si illuminò di nuovo.

Meghan
- Smettila di infliggerti dolore da sola con quelle canzoni depresse...Dio sembri una pensionata, mon amour hai diciotto anni, vivi.
Sono a casa tua tra poco.
Perché conoscendoti ti presenterai con una tuta, ew-

Dimenticavo, Meghan era una fissata per la moda; non usciva mai di casa se il suo outfit non era completo.
Cosa che a me non interessa minimamente, io ero da felpe larghe e mom jeans.
Non amavo indossare vestitini e scarpe con un tacco vertiginoso.

Decisi di andare a fare una doccia, ci manca solo che arrivasse la pazza e non mi trovasse "pulita e profumata".

Mi spogliai ed entrai del box doccia, il mio corpo venne colpito dal getto freddo dell'acqua, mi insaponai il corpo e poi lavai i capelli.
Mentre risciacquavo i capelli dalla maschera, suonò il campanello; maledì me stessa per essermela presa comoda.
Uscì velocemente dalla doccia, strizzai i capelli e avvolsi il mio corpo con l'asciugamano.
Scesi velocemente le scale e senza guardare chi fosse aprì.

Mi pentì amaramente di quella scelta.

Pure te eh, chi aprirebbe la porta della propria casa completamente nuda...tu te li cerchi proprio i problemi

Diedi ragione alla mia coscienza, avrei dovuto guardare dallo spioncino.
Non era Meghan, non conoscevo minimamente questa persona.
Mi affrettai a chiudere la porta, ma la mia azione venne bloccata dal suo piede.

"Non così in fretta piccola"

Chi era quest'uomo?

Spazio Autrice
Per scrivere questo capitolo ho sudato freddo e ancora adesso non mi convince, ma questo è solo un capitolo di passaggio, per qualcosa che diventerà sempre più fittizio, una storia piena di labirinti.
Spero che vi piaccia♡
-Sara

AmaliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora