Jess si iscrisse a vari corsi, dopo salì al terzo piano per il suo prossimo obbiettivo: voleva contribuire alla scrittura del giornale scolastico. Ancora non sapeva chi ci lavorasse, e nemmeno se si trattasse di un gruppo o una sola persona, ma ciò non avrebbe influito sulla sua decisione.
Quando arrivò alla metà aveva il fiato corto per la smisurata lunghezza delle rampe di scale. Si diresse rapida per il corridoio fino a trovarsi di fronte alla stanza che stava cercando. D'istinto fece un lungo respiro preparatorio, non sapeva cosa aspettarsi, ma scrivere era una delle sue più grandi passioni e l'avrebbe coltivata. Allungò timidamente la mano verso la maniglia e l'aprì di scatto. Si immaginava probabilmente un gruppetto di ragazzi e ragazze con occhiali spessi, camicie stirate, divise in ordine, forse anche un po' nerd... Ma la figura che si trovò davanti la lascio abbastanza imbarazzata. Il ragazzo seccante di prima, Thomas era solo nella stanza, fradicio e a petto nudo che si asciugava i capelli color pece e sistemava sulla scrivania una borsa da palestra con il distintivo della scuola. Aveva lo sguardo corrucciato e la mascella contratta, solo in un secondo momento si accorse della presenza. Intanto Jessie era immobile, paonazza tendente al viola con gli occhi sbarrati. Richiuse la porta di scatto e si appoggiò al muro imbarazzatissima. Dall'interno sentì una risata che sottolineo ancora di più tutto ciò.
Dopo un minuto la ragazza sentì un << Puoi entrare. >> rassicurante. Rientrò nella stanza e lo vide sistemato in poco tempo e soprattutto, con addosso una maglietta. Aleggiò nella camera il disagio provocato dalla scena precedente, ma Thomas sembrava impassibile.
<< Perché non ti cambi nello spogliatoio con gli altri ragazzi?>>
<< Non sono affari tuoi. Perché sei qui? >> rispose severo lui.
<< Voglio scrivere il giornale, penso che ti farebbe comodo una mano, no? >>
<< Mh, vedrò. Esperienze in ambito letterario? >>
<< Cos'è? Un audizione? >>
<< Questo mi pare ovvio, esperienze in ambito letterario?>> ripeté seccato.
<< Dunque, ho vinto alcuni concorsi in vari generi e mi occupavo del giornale della mia vecchia scuola.>> nel tono della ragazza c'era una nota di malinconia.
<< Ok, mi aiuterai a scriverlo, ma non mi rivolgere la parola, sai già come funziona quindi è inutile che io ti spieghi tutto. Gli orari te li darò in seguito, vatti a registrare nella stanza delle iscrizioni al quarto piano. Ah giusto, non voglio domande di qualsiasi genere se non ti ho prima dato il consenso. Inizi domani. >>
<< Tutto chiaro, ciao.>>
Jess si diresse al quarto piano e si iscrisse al gruppo del giornale, poi andò a ritirare la sua divisa e venne informata del fatto che dovesse portare le valigie con le sue cose al dormitorio. In realtà gli studenti potevano scegliere se alloggiare lì o in qualsiasi altro posto ma era obbligatorio arredare le camere assegnate.
A quel punto tornò a casa di fretta, salì nell'appartamento e prese le valigie di vestiti e altri oggetti da portare in dormitorio. Quando uscì era già quasi ora di pranzo, allora corse al campus ed entrò nel dormitorio. La segretaria le assegnò una camera al secondo piano della struttura per gli allievi del liceo e lei raggiunse rapidamente il luogo. Una volta entrata il cliché la colpi ancora: a sistemare i suoi abiti in uno dei due armadi della stanza c'era Lapis, la ragazza della sua età amante delle storie d'amore che aveva conosciuto la mattina stessa nel cortile principale. Le due si salutarono e incominciarono a parlare, ma Jessie notò che c'era qualcosa di diverso nella persona che aveva di fronte. Poi le saltò all'occhio un dettaglio: i capelli a caschetto della sua amica avevano delle sfumature viola tinte davvero belle. Gli fece notare la cosa e incominciarono a parlare di quello, Lapis diceva che ora che li aveva tinti era a un passo più avanti per non sentirsi più invisibile, per farsi notare da se stessa in tutte le sue qualità e per guadagnarsi autostima.
A Jessie piaceva ascoltare, le riusciva bene e capiva perfettamente le persone, cercava di entrare nelle loro menti e osservare dalle loro visuali. Non si limitava a sentire, ma notava i minimi dettagli per leggere al meglio chi le parlava. Magari il timbro della voce, o la posizione delle mani, o qualsiasi altro particolare a lei era subito chiaro, e ne traeva i corretti significati. Era sempre stata molto affine a questo.
Dopo essersi perse nei discorsi si accorsero che ormai era l'una e mezza, allora di fretta e furia uscirono dalla camera e dalla struttura. Una volta nel giardino interno constatarono che avrebbero fatto meglio a prendere un sandwich alla caffetteria dell'Accademia piuttosto che andare alla mensa.
Dopo pranzo entrarono di nuovo nella stanza, in quanto avevano entrambe il pomeriggio libero. Lapis si offrì di guidare l'amica per farle conoscere la città, ma non ce n'era bisogno, Jess era già stata a New York altre volte. A questo punto optarono per lo shopping in centro e lì si divertirono fino a sera.
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Ciao a tutti!
Questo capitolo l'ho scritto ora di getto senza rileggerlo, spero che non ci siano errori grammaticali. In ogni caso a breve ne scriverò un altro, magari domani se non ho molto da studiare. Scusate se è corto, spero che lo apprezzerete comunque.
Un baciooo! 😘
- Sunny ✨
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