Your lips, my lips : Apocalypse

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I grattacieli di New York segnavano la loro presenza, tratteggiando le proprie ombre per le strade del distretto di Manhattan, grazie alla luce del sole.

La metropoli, che in realtà non dormiva mai, si stava risvegliando dal suo sonno fittizio e apparente; segnata dall'incessante ingorgo di metropolitane, che scavavano nei meandri newyorkesi più oscuri, dalle immense code d'auto, incastrate come in un nido d'ape, dal continuo marciare degli abitanti del luogo e non, diretti come soldati nella loro destinazione. I semafori facevano da padroni a quella veloce massa, piena di varie etnie e colori.

Mista a quell' imprevedibile ritmo, una soffice fragranza si faceva spazio in mezzo alle inquinanti emissioni della città, l'aria infatti era adornata da un dolce profumo di cappuccino e cornetti appena sfornati. Merito dei bar newyorkesi che aprivano all'alba, puntuali come sempre. Essi erano la meta preferita della gang motociclistica. Avevano un vero e proprio rituale che consisteva nel provare un locale nuovo, ogni volta che sostavano in qualche luogo, già visitato o meno che fosse, facendo sempre il medesimo ordine, ossia otto ciambelle, con quattro caffè macchiati.

-Ma dove diavolo è San? - chiese Jongho, mentre aspettavano tutti insieme al bancone della caffetteria del bar scelto, muniti delle loro giacche di pelle, mentre un gruppetto di ragazze faceva il suo ingresso e salutava proprio i motociclisti in questione, pavoneggiandosi. Sarebbero stati tutti presenti, se non fosse stata per l'assenza del corvino, appena nominato dal più piccolo del gruppo.

-Avrà passato la notte insieme a Wooyoung. - rispose il ragazzo dai capelli blu, raccolti in una piccola coda, guardandosi intorno.

Dietro di loro vi era una lunghissima fila e non solo perché la gente aveva voglia di fare colazione, ma perché era uno dei punti più ricercati e rinnovati del quartiere. Dall'esterno sembrava un posto come un altro, infatti i quattro elementi avevano fatto riposare le loro roulotte, con all'interno le proprie moto, nelle vicinanze, per puro caso, visto che era presente un parcheggio abbastanza grande per tutto il set che si portavano dietro. Non si aspettavano minimamente di trovarsi dinnanzi a un locale in stile anni Cinquanta, con tanto di divanetti in pelle. Il pavimento era disegnato a scacchiera, con colori sgargianti come il verde acqua e il rosa, le sedie, anch'esse del medesimo stile, erano appiccicate al bancone, come nell'usanza di quel tempo. Persino i quadri appesi, rispettavano gli standard di quegli anni, invero raffiguravano giganti manifesti della coca cola, accompagnati dalla scritta "have a coke". Hongjoong era persino riuscito a notare un enorme giradischi, con dei vinili dell'epoca e un juke-box. Avrebbe voluto tanto scegliere una canzone, ma ci avrebbe messo un'eternità visto l'agglomerato di gente alle sue spalle. Almeno poteva consolarsi scattando qualche foto in giro.

-Ti brillano gli occhi. Sembra che tu voglia farti la stanza. - disse Yunho, avvicinandosi all'amico completamente rapito dall'ambiente.

-Cretino. Sto solo apprezzando. - rispose il leader della squadra.

-CIAMBELLE E CAFFÈ MACCHIATI PRONTI! - urlò una cameriera, che portava un paio di roller-blade ai piedi, con gonna sgargiante abbinata, poggiando gli ordini sul bancone, serviti in porzioni da portar via, per poi sparire di nuovo dietro le cucine. Per fortuna avevano già pagato e potevano dileguarsi.

Infatti, Yunho prese al volo il vassoio in cartone d'asporto, dove vi era incastrata la loro fonte di caffeina, dato che aveva le mani abbastanza grandi, mentre Jongho e Hongjoong presero le buste con all'interno le ciambelle. Se ne andarono accompagnati dall'odore di cibo appena sfornato nelle narici. Non esisteva uscita migliore.

-Ho una fame da lupi, andiamo nella roulotte di San, gli rompiamo un po' le scatole- disse il più alto, con una risatina alquanto eccitata.

-Starà sicuramente dormendo con tutto il da fare che si è dato questa notte, ma avete visto come si muoveva la lucetta della camera da letto di quel fesso? Dopo che siamo tornati? Faceva sempre destra e sinistra, destra e sinistra - commentò Jongho divertito, mentre mimava il movimento con le ​mani, facendo intendere qualcosa di poco casto.

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