Trap

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Il ticchettio dell'orologio, di una delle tante aule universitarie, scandiva il passare del tempo. Quel suono sembrava infinito, proprio come il trascorrere dei minuti incessanti. A prima occhiata il segnatempo pareva infatti rotto.

C'era chi masticava esageratamente una gomma, chi si scattava dei selfie, chi seguiva la spiegazione con attenzione, prendendo appunti, chi chiacchierava con il compagno a fianco, chi andava e veniva dal bagno per poter fumare una sigaretta o più, chi sperava nella fine dell'ora, senza far nulla e tra questi vi era proprio Wooyoung, che annoiato e con mento poggiato sulle braccia incrociate sul banco, non smetteva di fissare l'orario nemmeno per un istante, con sguardo assente. La sua mente era vuota, nessun pensiero ci balenava dentro. Avrebbe paragonato quell'assenza ad un enorme parete bianca, dove non vi era nemmeno un chiodo conficcato. Solo la noia era presente e come l'ospite indesiderato qual era, non voleva alzare i tacchi e andarsene.

-Hyung, quando inizia la gara? - chiese il ragazzo dalla chioma lilla all'amico accanto, con tono abbastanza monotono e stanco. Stava per addormentarsi da seduto, per colpa di quella dannata lezione. Si chiedeva come Seonghwa riuscisse ad annotare tutto ciò che udiva, come se nulla fosse e non avesse sonno, né si sentisse frustrato. Un robot avrebbe mostrato più emozioni, rispetto al biondo.

-Tra dieci minuti. Smettila di disturbarmi così tanto. Dovresti scrivere, invece di chiedere appunti a me dopo. - rispose l'amico.

-Fra poco vedrai Hongjoong. Vuoi dirmi che non sei eccitato nemmeno un po'? - disse il ragazzo dai capelli lilla, voltandosi in direzione del compagno di studi, abbandonando la visuale dell'orologio, per la prima volta, dopo svariati minuti passati a fissare l'oggetto.

Il ventiduenne sbuffò a quella sua affermazione, facendo scivolare la penna dalle dita con non curanza, improvvisamente irritato dalla falsa constatazione dell'altro.

-Non è il mio fidanzato. Non gli ho nemmeno mai rivolto la parola. Perché diavolo dovrei sentirmi in quel modo? - disse il ragazzo dallo stile vintage.

-Perché sei un morto di cazzo come me. Finiscila di fare il serio della situazione. - rispose a tono il ventunenne, protraendosi verso il coinquilino, a muso duro.

L'altro spalancò gli occhi e diede un pugno leggero sul braccio di Wooyoung, guardandosi poi intorno per verificare se qualcuno avesse potuto sentire o meno. Le voci in università giravano velocemente e senza tregua. Seonghwa adorava farsi notare per il suo stile, ma di certo non sopportava ricevere attenzioni in ambito di pettegolezzi amorosi.

-Per oggi abbiamo finito. A mercoledì. - li interruppe la signora Meyer, prima che i due potessero andare avanti con il loro battibecco.

-Dio, ti ringrazio. Non ne potevo più. - disse Wooyoung, dandosi una stiracchiata, con espressione apatica in volto, ignorando palesemente lo schiaffetto dato dal maggiore, qualche istante prima.

-HWA, ACCENDI IL TABLET! TRA POCO INIZIA LA GARA! - aggiunse a gran voce, realizzando l'imminente arrivo dell'evento, tirando il braccio del biondo verso di sé, per strattonarlo, un po' come facevano i bambini con la madre, per poter ricevere i giocattoli, nel momento in cui ne notavano uno in negozio.

-Se mi molli, forse riesco a prenderlo dalla borsa, che dici? - gli disse a mo di domanda retorica e sarcastica, l'amico. Il suo tono la diceva lunga.

Il minore cessò di colpo quel suo canzonare e rimase fermo, immobile, in attesa che l'altro potesse soddisfare il suo desiderio. Non stava più nella pelle e voleva assolutamente rivedere San, almeno in uno schermo.

-Ecco qua. Fammi accedere al mio account di ​Instagram, così posso aprire la loro diretta. - disse Seonghwa.

Il ragazzo dai capelli lilla annuì, muovendo su e giù la gamba sul posto, come se avesse una molla, anziché un arto. Era un modo per scacciare quella fastidiosa sensazione, che aveva all'altezza dello stomaco.

Cigarettes and jeansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora