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Arrivai finalmente al palazzo dell'appartamento, ero entrata in ascensore e avevo spinto il pulsante per il terzo piano.
Quello che era successo era surreale.

Alla fine non avevo risposto al telefono. La mia mano era scivolata via dal suo viso e c'eravamo staccate e fissate per un tempo indefinito, col mio cuore che batteva come un martello pneumatico contro il petto, le orecchie in fiamme e la faccia arrossata. Nessuno delle due aveva detto una parola, finche il telefono non aveva smesso di squillare per poi riprendere un secondo dopo. Sapevo che era Kate o Susan o entrambe. Non avevo avvisato del mio “contrattempo", quindi dovevano essere preoccupate.
La suoneria diventava sempre più assordante col passare del tempo, era come se ci avesse fatto prendere coscienza della situazione, ogni suo squillo era come un ritorno alla realtà, che risultava essere alquanto complicata e sconveniente.
Distolsi il mio sguardo dal suo afferrando il telefono, chiudendo la chiamata. Mandai un rapido messaggio a Kate e Susan e posai nuovamente il telefono nella borsa.
Una volta spento il telefono calò un silenzio imbarazzante, io non riuscivo più a fissarla a mantenere il contatto visivo e guardavo in basso verso il pavimento. Sentivo il battito assordante del mio cuore e le vene del mio corpo pulsare con forza.
Dovevo uscire di lì, da quella situazione e mentre pensavo non mi ero accorta che lei si era allontanata, tornando a sedersi sulla sedia, aveva un'espressione indecifrabile, forse ci si potava scorgere un po' di pentimento o rimorso, ma il tutto era troppo ben mascherato da un'espressione neutra un po' rigida. Era brava a nascondere le emozioni
Vederla cosi mi causò una piccola fitta allo stomaco, che cercai di ignorare.
Fù lei a interrompere il silenzio parlando con un tono fermo quasi robotico 《Questo non sarebbe dovuto succedere, scusami》 disse, aprì nuovamente la bocca per parlare ma la richiuse un secondo dopo, guardò i libri sopra il tavolo sfogliandone distrattamente qualcuno 《è stato uno sbaglio. Ed è tardi forse è meglio se torni a casa, non avrei dovuto trattenerti tanto, colpa mia》 mi rivolse un sorriso tirato, di cortesia e tornò a concentrarsi sui libri.
No  mi fissò più, continuò a guardare libri e a sfogliarli, come se niente fosse successo. Con un battito di ciglia era già tutto tornato alla normalità per lei.
Mi fece male, non so perché ma quelle parole e quel suo modo mi fecero male e prima di dargli modo di accorgersene, considerando che mi si leggeva tutto in faccia, presi le mie cose dirigendomi verso l'uscita senza dire una parola”

Le porte dell'ascensore si aprirono, misi la chiave nella toppa ed aprì la porta dell'appartamento
《Dove diavolo sei stata》 mi disse Kate una volta aperta la porta dell'appartamento. Era arrabbiata.
《Scusa, non ho fatto caso all'orario》
《Non hai fatto caso all'orario》 mi fece l'eco 《è quasi mezzanotte per l'amor del cielo. Almeno avvisa se fai tardi o guarda quel dannato telefono e rispondi ai messaggi invece di farci preoccupare》 si alzò dal divano e mi venne incontro 《hai i capelli bagnati》 disse toccandomi i capelli
《Fuori c’è  molta umidità, vado a farmi una doccia sono presa di freddo》
Prima che potessi dirigermi in camera Susan aggiunse 《ok, ma appena finisci vieni qui. Prepariamo un po' di cioccolata calda》
Che in codice voleva dire “che parliamo di questa situazione"
《Ok》 risposi semplicemente dirigendomi in camera
E ora che cosa gli avrei raccontato, in mente non mi veniva nessuna scusa, o almeno nessuna plausibile.
L'acqua calda fu come un balsamo sul mio corpo, mi riscaldo all'istante. Me la presi comoda, forse se rimanevo abbastanza a lungo in doccia Susan e Kate si sarebbero stancate e sarebbero andate a letto.
No, poco probabile, quelle due quando si ci mettevano non era facile scrollarsele di dosso
Una volta ritornata in cucina Kate mi porse una tazza colma di cioccolata
《Dove sei stata?》 chiese a bruciapelo, era ancora un po' arrabbiata si capiva dallo sguardo, Susan era seduta su uno sgabello sull'isola della cucina.
《Ero in biblioteca, con la Evans》 risposi.
Le vidi sgranare gli occhi dalla sorpresa.
In doccia avevo pensato e ripensato a cosa dirgli, in fine avevo optato per una mezza verità.
Gli raccontai dell'incontro in biblioteca, della sua richiesta di aiuto, non li dissi ovviamente che il motivo per cui avevo accettato non era perché mi sentissi costretta ma perché quella donna iniziava ad incuriosirmi, volevo conoscerla e si, ammettiamolo, mi sentivo anche leggermente attratta da lei.
Gli dissi che avevo messo il telefonino in silenzioso e non l'avevo sentito la prima volta, senza accennare al nostro piccolo momento intimo.
《Avrei dovuto avvisarvi lo so, ma lei mi ha preso alla sprovvista e non ho avuto tempo di pensare》
《Dovresti dirlo a qualcuno, quella donna non può prenderti di mira così. Posso capire in classe ma costringerti a stare in biblioteca fino a mezzanotte per un suo capriccio. È troppo》
《Ha ragione Susan, Cassandra. Parlane col rettore》
《Ragazze davvero non c'è ne bisogno, per ora la situazione non mi sembra così grave da dovermi andare a lamentare con qualcuno》 dissi stringendomi nelle spalle
《Ma se ti ha tenuta prigioniera per…》
《Susan》 la interruppi con delicatezza 《 se la situazione si farà più difficile vedrò di rivolgermi a qualcuno, per ora non mi pesa. Lo so che lo dici perché sei preoccupata, ma state tranquille sono grande e vaccinata》 strinsi una mano a Susan 《tranquilla tutto sotto controllo》 e sapevo di star dicendo una gran cavolata perché avevo tutto tranne che il controllo della situazione.
Mi portai la cioccolata calda alle labbra, ripensando a lei, allo sguardo che mi aveva rivolto prima che me ne andassi, e la fitta che avevo ignorato in biblioteca si ripresento al solo pensiero.
《Non è che ti piace?》 Mi chiese Kate, risvegliandomi dai miei pensieri.
《Chi?》
《La Evans?》 E sul suo viso apparve uno sguardo malizioso 《ti piace e quindi non vuoi che smetta di stuzzicarti》
《Ma tu sei fuori》 sbottai io con un po' troppa enfasi 《semmai la odio》 ok questa era un'esagerazione, però sentivo il bisogno di mettermi sulla difensiva 《dopo il mese di inferno che mi ha fatto passare. Ho rischiato l'esaurimento a cause delle sue continue interrogazioni a “sorpresa"》
《Ok se lo dici tu》 ridacchiò Kate
《Va bene, basta con argomenti che riguardano insegnanti, materie o università》 intervenne Susan 《e tu》 disse puntandomi il dito 《se una cosa del genere ricapita, avvisaci che farai tardi》
Io annuì
《Perfetto, ora parlando di cose, più divertenti non pretendete impegni per il 31, i ragazzi stanno dando una festa nel loro dormitorio》 disse al settimo cielo. Bastava mettere nella stessa frase la parola “ragazzi” e “festa" per rendere felice Susan.
Feci una piccola smorfia 《come mai?》
《È Halloween il 31, sciocchina》 disse Kate pizzicandomi scherzosamente una guancia.
《Forse ho il turno di sera alla caffetteria》
Un braccio mi afferrò il collo e mi stritolò 《non ci provare, il tuo turno finisce verso le 21.00 e la festa inizierà più o meno per quell'ora. Quindi ti porterai il tuo bel vestito, ti cambierai in facoltà e ci raggiugerai》
《Ok va bene, ma se non mi lasci non penso di arrivare al 31 viva》
Susan ci pesò qualche secondo poi mi permise di tornare a respirare normalmente.
Posai la mia tazza ormai vuota nel lavandino, ormai erano le 01:00 di sera e domani avevamo lezione 《ok, meglio andare a letto, prima che si faccia mattina. Notte ragazze》 mi fermai prima di andare in camera 《vi voglio bene》
《Notte Cass, ti vogliamo bene pure noi》 mi risposero in coro
Una volta a letto mi sentii piombare addosso tutta la stanchezza. Domani avrei avuto lezione con lei, come mi sarei dovuta comportare? Come avrei dovuto guardarla, sempre che ne fossi stata in grado.
Chiusi gli occhi con i pensieri che mi frullavano in testa e mi addormentai prima che me ne potessi rendere conto.

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