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《La potresti smettere di simulare un terremoto con queste gamba》 Susan era seduta accanto a me. Eravamo appena arrivate alla lezione della Evans che sembrava essere leggermente in ritardo ed era da quando ci eravamo seduti che la mia gamba aveva preso a tremare per il nervoso.
Le sole 5 ore di sonno che avevo addosso non mi erano d'aiuto, e poi non sapevo cosa dovevo aspettarmi, ieri sera non ero riuscita a toccare libro, anche se tecnicamente oggi dovevo essere “giustificata". In più non stavo neanche bene, l'umidità che mi ero beccata ieri e la mia camera fredda mi avevano fatto venire una lieve febbre.
Kate aveva provato a farmi desistere dal venire oggi, ma non volevo perdere lezioni e inoltre non volevo dare alla Evans un'impressione sbagliata.
Aaa diavolo e poi che me ne importava a me di quel che andava a pensare quella donna.
Nonostante avessi la testa appoggiata al banco capì che era arrivata, perché il brusio in aula smise.
Susan mi tirò una gomitata per farmi alzare la testa dal banco, non volevo incontrare i suoi occhi ma non potevo stare così per tutta la lezione, quindi mi feci coraggio.
Era bellissima come sempre d'altronde, aveva un semplice tailleur nero e una magliettina bianca.
La lezione inizia, ma lei non mi degna di uno sguardo come se il punto dove sono seduta non esistesse. Spiega gli argomenti del giorno con una tale facilità, è davvero brava le si può dire di tutto ma no che non sappia spiegare.
La sento interpellare qualcuno nascosto nelle file più in alto e altri ragazzi sparsi per l'aula, ma mai me, era come se non esistessi quel giorno.
Quando ritorna a spiegare, mi accorgo che ho difficoltà a seguirla. La testa mi pesa e i suoni si fanno ovattati, tengo con fatica gli occhi aperti e mi chiedo chi cavolo non abbia pagato le bollette perché dentro quell'aula si moriva di freddo e i riscaldamenti non erano accesi.
Decisi di appoggiare di nuovo la testa sul banco tanto la lezione stava per terminare. Ignorai le gomitate di Susan che mi intimavano di mettermi seduta composta perché non eravamo al bar ma in un aula universitaria, e io lo sapevo solo che non ne avevo le forze.
Non so quanto tempo era passato quando Susan si era messa vicino al mio orecchio per mormorarmi 《Cass, la Evans ti sta fissando》
《Ok dille di godersi lo spettacolo》 risposi con la testa sul banco e gli occhi chiusi, non so perché ma la stanza aveva iniziato a girare.
Due mani si posarono sul mio viso per sollevarlo. Quello che vidi furono due occhi verdi che mi fissavano leggermente turbati.
《Prof… professoressa》 balbettai tirandomi indietro e mettendomi in piedi. Mossa sbagliata la stanza non aveva smesso di girare, fortunatamente Michael che era accanto a me, mi sostenne prima che potessi cadere.
《Ha la febbre, le avevo detto di starsene a casa oggi, ma non mi ha voluto ascoltare》 sentì dire a Kate mentre io mi guardavo in torno rendendomi conto che l'aula era ormai deserta. Mi ricordo di essermi poggiata al banco solo per qualche secondo.
La mano della Evans si poggio sulla mia fronte 《scotti》 era preoccupazione quella che le leggevo in volto o era solo la febbre a darmi delle allucinazioni 《sarà meglio portarti in infermeria》
《Ok ti ci porto io》 disse Susan
《Vengo con voi》 esclamo Kate da dietro
《No, è meglio che vada solo una di noi. C'è ancora la lezione di anatomia ed è meglio se almeno una di noi due la segua per prendere gli appunti, così in caso c’è li spieghi a casa》
Mentre le due discutevano la Evans mi fissava, sembrava volermi dire qualcosa.
《Porterò io la signorina Davis in infermeria. Non devo fare altre lezioni per oggi e il mio studio è vicino all’infermeria》
I miei amici guardarono la professoressa  incredula e pure io dato che non me lo aspettavo
《Non ha senso che qualcuno di voi perda lezioni a causa delle condizioni della signorina Davis 》
Come se fossi stata io ad ammalarmi apposta 《non c’è bisogno che nessuno mi accompagni in nessun dove, sono in grado di arrivarci da sola》 dissi un po' irritata dalla situazione
《Certo ed è per questo che sei comodamente collassata tra le braccia di Michael, perché sei perfettamente in grado di stare in piedi》 mi canzonò Kate 《professoressa non c'è bisogno che si prenda questo disturbo, io e Susan ci possiamo organizzare  e … 》
《Come ho già detto signorina Maier, ho terminato la mia giornata a differenza vostra, non mi costa niente aiutare la vostra amica》 disse con un tono un po' più dolce del precedente
《È sicura?》 si intromise Susan
《Sicurissima signorina Johnson, non mi sarei proposta altrimenti》
Guardai i miei amici come per dirgli “ma siete scemi, volete lasciarmi sola con lei"  ma nessuno di loro sapeva ancora leggere la mente.
《Fareste meglio ad andare, le lezioni stanno per iniziare, vedrò io di aiutala》
E con uno sguardo di scuse dipinto in volto ci salutarono e uscirono dalla stanza, lasciando me sola con lei.
《Ehmm ecco posso..》
《Protesta quanto vuoi io e te andiamo in infermeria》
Dette queste ultime parole mi aiutò a sistemare le mie cose e ci incamminammo per l'infermiera in silenzio, lei attaccata a me con un braccio attorno alla vita per sostenermi nel caso fossi caduta. Per quanto piacevole però il suo contatto non era di aiuto in quella situazione perché averla così vicina faceva salire la mia temperatura corporea. Fortunatamente nei corridoi non incontrammo nessuno erano tutti a lezione.
L'infermiera era una grande stanza con ampie vetrate, sei lettini muniti di tendina si trovavano in due file parallele.
《Richard ci sei》 la Evans si guardò intorno 《sempre in giro è quell'uomo,  ci fosse una volta che lo trovassi a fare il suo lavoro》 sbuffò.
Quando si voltò verso di me il suo sguardo si addolcì un po', probabilmente le facevo pena appoggiata lì allo stipite della porta allo stremo delle mie forze, la camminata mi aveva prosciugato.
《Stenditi》 le senti dire mentre con una mano stretta intorno al mio fianco mi portava verso il lettino più vicino.

Una volta sotto le coperte non capì più niente, mi addormentai in un attimo.
Non so se ero sveglia o se stavo ancora sognando ma sentì una morbida mano accarezzarmi delicatamente il viso per poi passarla fra i capelli, era così piacevole che quando quel contatto finì mi voltai per chiederne ancora senza aprire gli occhi, ma quello che mi uscì fu un suono impastato
《Mmmm ancola》
Un attimo dopo la mano tornò su di me e mi riaddormentai all'istante.

I know it's not fair, but i want you anyway🏳️‍🌈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora