Capitolo I

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Mi chiamo Myriam e sono una semplice ragazza di appena 22 anni che studia per diventare una criminologa investigativa. Amo la musica e i libri. Voglio essere sincera al 1000% mentre insieme affronteremo il percorso della mia vita, anzi, di quando ho iniziato a viverla davvero, quindi non vi nascondo già da subito che sono anche testarda e determinata (non sempre in occasioni positive) ma di una cosa sono certa, lui mi amava anche per questo.

È il 25 Luglio, sono a Londra e cerco una sistemazione economica vicino all'università dove spero di laurearmi presto in criminologia. Fa molto caldo e mi piacerebbe bere qualcosa di rinfrescante per risollevarmi il morale. È molto che cerco una sistemazione ma l'unica cosa che ho trovato è stata una palazzina poco curata. Per un mese circa andò bene ma siamo sinceri, chi vuole dei tipo come compagnia? E soprattutto dei vicini che come segno di gratitudine per avergli prestato della farina, ti danno una siringa usata. Per carità, non volevo nulla in cambio, ma non è del tutto piacevole sentire la polizia di notte perchè i miei vicini "fatti" credono di poter volare. Hanno rischiato di lanciarsi dalla finestra parecchie volte e ogni volta che la polizia li prendeva dicevano:
<Perchè se la Red bull ti mette le ali, la coca non può?>

Tornando a noi,  andai al "The Metropolitan Bar", vicino Baker Street. Fu proprio lì che la mia vita cambiò.

Mentre bevevo la mia limonata fresca, sentii una voce chiamarmi. Mi voltai e, indovinate un po', era Greg, il capo della polizia di Scotland Yard. L'avevo conosciuto alla mia università per un seminario, anche se lo avevo già visto in TV accanto al famoso Sherlock Holmes. Non vi nascondo che quest'ultimo lo ammiravo molto come detective, ma per essere tanto intelligente mi sembrava un po' ipocrita. Greg invece, lo avevo sempre adorato.

Parlammo un po' quella sera. Ci raccontammo novità e cambiamenti vari, anzi, a dirla tutta fu lui a raccontare. Io ero solo una ragazza andata via da casa prematuramente, per vivere la sua avventura. Greg non fece nessun riferimento sul suo lavoro o sulle persone con cui collaborava. Mi parlò della sua vita in generale, finchè non chiese a me di parlare.

Gli raccontai della mia disperata ricerca di un appartamento economico per stare vicino l'università e laurearmi.
<Le due persone più straordinarie che abbia mai conosciuto si sono incontrate grazie alla tua stessa difficoltà di trovare un appartamento a un prezzo ragionevole. Possiamo farci un salto, se ti va>
Annuii senza alcuna esitazione. Magari queste persone avrebbero potuto ospitarmi. In fondo avrebbero dovuto capire la mia difficoltà.

Salimmo in un taxi che Greg fece fermare al 221B di Baker Street.
Rimasi perplessa.
Sapevo benissimo chi viveva lì, ma non avevo altra scelta, ero perdutamente disperata.

Greg bussò alla porta e poco dopo aprì un'anziana signora dal viso modesto che fece subito entrare me e Greg senza fare alcuna domanda. Probabilmente era abituata ad avere estranei in casa, i cosiddetti "clienti". Salimmo una breve rampa di scale che portavano ad una porta e a un'altra rampa di scale.

Greg bussò e dopo una decina di minuti si decise ad aprire il così noto Sherlock Holmes, che con uno sguardo di ghiaccio fece subito notare il disturbo che gli avevamo recato.
L'unica cosa che disse fu:
<Non è il momento, sono già pieno di clienti con casi banali come un cucciolo di cane che uccide il padrone. Insomma, come può un cucci...>
<Non sono una cliente> lo interruppi
<Ma forse ho sbagliato a venire, per quel che mi riguarda>
Guardai Greg con gratitudine e un'attimo prima di uscire da quello che più di una casa sembrava un laboratorio, vidi il Sg. Holmes che mi fissava. Per istinto mi coprì completamente col cappotto e guardandolo negli occhi fissi gli rivolsi la parola:
<Non cerchi di analizzarmi o fare il solito giochino che fa con tutti.>
Rimase un'attimo in silenzio e poi rispose:
<È stata al bar per rinfrescarsi,forse il Metropolitan Bar, anzi sicuramente, aveva troppo caldo forse. Lì ha incontrato Greg che conoscevi già, probabilmente per uno dei suoi soliti seminari. Avete iniziato a parlare arrivando alla sua disperata ricerca di un appartamento economico, per questo è qui. Perché lei, come lo eravamo io ed il mio caro amico John Watson, è disperata>

<Sono a maniche corte, le mie labbra non sono secche e con me ho una valigia, la mia chitarra e lo zaino con il nome dell'università. Sapeva che Greg era andato al bar perchè era già stato qui, infatti l'anziana signora che immagino governi questo posto non era sorpresa di vederlo. Come ho già detto, nello zaino c'è il nome dell'università, quindi, a meno che io non sia una ladra a cui piace trasportare le cose che ruba, mi sto trasferendo vicino alla mia università. Non ci vuole un genio per capire queste cose, Sg. Holmes.> Replicai.

<Mrs. Hudson> disse senza alcuna espressione in viso e poi continuò:
<La governante si chiama Mrs. Hudson>

Era una situazione strana e del tutto nuova aggiungerei, ma era una bella sensazione quella che provavo.
<Vede Sg. Holmes> aggiunsi
<Lei pensa di essere più intelligente di chiunque altro, che tutti siano solo imbecilli senza alcuno scopo nella vita, ma le dirò una cosa, si sbaglia. Esistono solo uomini che ignorano le proprie capacità e persone che, come lei, sanno utilizzarle alla perfezione.>

Ci fu un lungo attimo di silenzio che fortunatamente venne spezzato da Greg
<Sai perchè è qui. Quindi, che ne pensi?>
Sherlock guardò il dottor John Watson che disse: <a me già piace>
Gli sorrisi e mi voltai verso Sherlock che stava per replicare ma non fece in tempo che lo interruppi.
<Mi va bene anche il divano>

Così ebbe inizio l'avventura che insieme andremmo a ripercorrere.


Ciao a tutti♥️. È la prima storia che scrivo e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate con tutta sincerità. Ovviamente questo è solo l'inizio ma spero che vi piacerà sempre di più♥️ (scusatemi per eventuali errori)

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