Capitolo II

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Dormire era stata l'unica cosa che riuscì a fare dopo essermi immersa nella vasca da bagno.
Ero sfinita ma allo stesso tempo tranquilla perchè finalmente ero riuscita a trovare una sistemazione, che pur essendo un pò sottosopra, era molto meglio dei topi.

La mattina dopo il mio arrivo mi svegliai sola in casa. C'era un silenzio quasi assordante. Non riuscivo a pensare a nulla se non alla bella vista che sorgeva dalla finestra. Quiete. Incredibile. Era come se tutta la mia vita si fosse fermata lì. Davanti a quella finestra di un appartamento nuovo, appartenente a due uomini sconosciuti, uno dei quali si divertiva ad esaminare corpi morti e l'altro troppo fedele per lasciarlo solo.

Non ero abituata a così tanta stranezza ma, in fondo, strano è sinonimo di unico e a me piaceva molto quella singolarità.
Ero talmente presa da quel momento che non mi accorsi che era arrivato Sherlock. Rimase fermò davanti la porta, a osservarmi. 
"Non era abituato ad avere donne col pigiama in casa" pensai.
<Vestiti, facciamo un giro>

Ero sorpresa da quell' iniziativa. Era così evidente che fossi attratta dalla città e moriva dalla voglia di visitarla? O semplicemente il famoso Sherlock Holmes era davvero tanto intuitivo. Comunque non mi avrebbe sorpreso se così fosse stato.

Decidemmo di fare un giro della città. Andammo dal London Eye alla sede del parlamento fino al Buckingham palace. Di strana ce n'era parecchia ma non chiamammo neanche un taxi.
Lungo la strada mi faceva domande del tipo: Ti da fastidio il violino la notte?
O ancora: Ti fanno impressione i resti di corpi umani?
Io rimanevo zitta facendo solo qualche accenno col capo.
Mi sarebbe piaciuto farmi conoscere davvero ma, allo stesso tempo, non mi andava di iniziare una conversazione che non riteneva interessante.
Lasciavo che fosse lui a farmi le domande. Infatti lo fece.

Mi chiese come mai ero andata via da casa tanto presto o perchè avevo deciso di andare proprio a Londra. Rispondevo con tranquillità anche se sapevo che in realtà erano solo domande retoriche. Conosceva tutte le risposte.

Mi sentivo a mio agio e la città era magnifica.

Mi raccontò dei suoi casi. Dal primo all'ultimo.
Parlava come se tutto fossero stati semplici puzzle da mettere insieme, ma nella sua voce non vi era traccia di ego smisurato o vanità. Mi stavo ricredendo. Forse era davvero un bravo detective quando era un brav'uomo.
Forse era solo troppo deluso dalla vita per riuscire a provare qualcosa. Comunque spero sicura che sotto, sotto, dovevi solo conquistare la sua fiducia e lui, a modo suo, ti avrebbe dimostrato il suo affetto. Come successe con John. Mi parlò anche di lui e della morte di sua moglie, Mary.

Dopo un lungo giro decidemmo di tornare a casa dove trovammo Greg e John abbastanza preoccupati.

Avevano ucciso un'anziana signora a cui era da poco morto il compagnio che aveva già 2 figli grandi.
Greg pensava al suicidio ma Sherlock no.
<Perchè un'anziana signora con ormai i giorni contati decide di uccidersi. Soprattutto con tutti quei soldi.>
<Chi ha parlato di soldi?> Replicò Greg abbastanza confuso
<Per cosa l'avrebbero uccisa, sennò?>

I vicini della signora dicevano che nell'ultimo periodo aveva avuto discussioni con i figli del compagnio perché quest'ultimo aveva deciso di dare il 50% del patrimonio alla fidanzata. Però erano sempre andati d'accordo e il pomeriggio prima della sua morte le avevano portato una torta dalla loro pasticceria.

Andammo a vedere il corpo ma non c'era nessuna traccia di aggressione o sangue.
<È per forza suicidio> ribadì Greg
Sherlock sembrava indifferente a quelle affermazioni.
Pensai alla situazione e vidi gli uomini di Greg cercare una qualche pillola nociva, ma cercavano nei posti sbagliati.
Ebbi un insight
<I figli del suo compagno le avevano portato una torta poco prima che lei morisse, e avevano anche avuto discussioni giusto? Perchè portarle una torta di punto in bianco,  dopo tante discussioni?>
<La torta> ripetette Sherlock guardandomi
Gli sorrisi.

Avevo appena risolto il mio primo caso insieme a Sherlock Holmes. Era un caso abbastanza semplice, sicuramente rispetto a quelli che lui aveva già affrontato, ma rimaneva comunque il mio primo caso ed era soddisfacente come inizio.

Vi assicuro, comunque, che quello fu solo l'inizio

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