I should've worshipped her sooner

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Louis non capiva.

Non riusciva a collegare quello che aveva visto con dei pensieri coerenti.

Nella sua mente si susseguirono decine di scenari diversi: pensò che fosse caduto e si fosse fatto male, che qualcosa avesse potuto fargli male, pensò anche che lui avesse- no, non può essere.

Decise di scartare immediatamente quest'ultima possibilità perché non voleva neanche pensare ad Harry che- no, semplicemente no. Non ci poteva e non ci voleva pensare.

Però per quale altro motivo poteva avere una cicatrice, o almeno, quello che sembrava l'inizio di una cicatrice, ancora rosea e perfettamente dritta, che partiva leggermente sopra il polso e finiva con il bordo della manica della camicia, che gli si era abbassata di poco?

Alla fine pensò si trattasse di una voglia, una voglia dalla forma molto strana e dal colore insolito, ma comunque una voglia e si tranquillizzò. Come aveva potuto essere così stupido da aver creduto che Harry avesse tentato di- no, era impossibile. Si diede dello stupido da solo.

Appena si accorse di quello che stava guardando Louis, Harry si affrettò a portare gli avanbracci sopra le sue cosce e ad abbassarsi i polsini della camicia.

Cazzo, cazzo, cazzo! pensò, il cuore che stava iniziando a battere più forte e gli occhi che si stavano inumidendo. Non può averla vista, non può. Adesso inizierà a chiedere delle spiegazioni e io le spiegazioni non glielo posso dare! Cosa dovrei dirgli: 'ehm no sai, un giorno ero distratto e il mio polso è accidentalmente caduto su una lametta. Tutto normale, non ti preoccupare'? continuò a produrre la sua mente, non accorgendosi neanche di Louis, che aveva iniziato a parlargli.

Harry, magari non l'ha capito, non c'è bisogno di andare in panico gli suggerì la vocina nella sua testa. Non penso sia così stupido da non averlo capito, insomma, dai, per quale motivo una persona dovrebbe avere una cicatrice sul polso se non per QUELLO si rispose. Lo ha sicuramente capito, adesso mi dirà di andare via e che non vuole avere a che fare con i paz-

"Harry?! Mi stai ascoltando o sto parlando con il banco?" la raffica di pensieri fu interrotta da Louis, che aveva appena sbattuto la mano sul banco, facendo sobbalzare Harry.

"Scusi, mi scusi professor Tomlinson, mi ero un attimo distratto. Non succederà più glielo giuro" gli rispose, non alzando ancora lo sguardo dal libro, ancora chiuso.

"Non ti preoccupare e ti ho già detto che quando facciamo ripetizioni puoi chiamarmi Louis, professor Tomlinson mi fa sentire vecchio" disse, arricciando il naso. Questo movimento non passò inosservato ad Harry, il cui cuore mancò un battito perché mio Dio, quest'uomo è così carino. Sembra proprio un gattino.

"Certo, scusami Louis, non sono abituato a chiamare i professori per nome" disse Harry, arrossendo per i suoi stessi pensieri. Adesso arrossisce pure? Può diventare ancora più bello questo ragazzo? Ma è almeno reale o la mia immaginazione mi sta facendo degli scherzi? pensò Louis, dopo aver visto la leggera sfumatura cremisi che era apparsa sulle guance del suo alunno.

"Bene, si certo, non preoccuparti. Allora, iniziamo?"

"Certo, da cosa iniziamo?" chiese Harry, mentre il professore apriva il libro e ne sfogliava le pagine.

"Io direi da partire dai verbi essere ed avere, poi passiamo alle desinenze del presente dell'indicativo ed infine un po' di vocaboli, nulla di troppo difficile, solo qualche parola per descrivere l'apparenza fisica di una persona" rispose Louis, fermandosi a pagina 8, dove si trovavano le coniugazioni dei verbi essere e avere.

Un'ora e un quarto dopo i due avevano quasi finito la lezione e, dopo che Harry aveva terminato di scrivere la sua descrizione fisica personale, Louis gli chiese di descriverlo.

Harry lo guardò con un'espressione piena di scetticismo, non capiva perché il suo professore volesse essere descritto da lui. Forse aveva capito che era gay e voleva metterlo in ridicolo, facendogli dire cose di cui si sarebbe pentito?

"Non devi farlo per forza se non vuoi, volevo semplicemente che ti esercitassi a descrivere qualcuno che non sei tu e visto che ci siamo solo noi in quest'aula e, probabilmente, anche in tutto il resto della scuola, io sono l'unica opzione" spiegò Louis con un'alzata di spalle, sperando che l'altro non capisse le sue vere intenzioni, che non erano esattamente appropriate e superavano di gran lunga il rapporto studente-insegnante: Louis voleva capire se Harry lo trovava bello.

"Uhm...ok, allora" fece un respiro profondo, prendendo il suo quaderno, dove aveva scritto tutte le parole dettategli da Louis e continuò a parlare, sperando di non mettersi troppo in imbarazzo "tu es mince et petit" *

"Oi! Non sono basso! Per tua informazione sono 1,77, grazie tante" si intromise Louis ed Harry scoppiò a ridere. A quella vista il più grande si mise a sorridere, incantato dalla bellezza del ragazzo più piccolo.

"Louis, chiunque ti abbia detto che sei 1,77 ti stava mentendo" disse, dopo essersi ripreso. Louis incrociò le braccia, inarcò le sopracciglia ed aprì la bocca, a formare un 'o'.

"Si, va bene, va bene. Adesso continua e ricordati che posso sempre metterti due alla prossima verifica, Styles" riprese Louis, facendo corrucciare la fronte di Harry, che sporse il labbro inferiore in fuori. Smettila di fare quella faccia, ti prego smettila o giuro che ti salto addosso tra due secondi. Quelle labbra sembrano così morbide, mi chiedo come sarebbero sulle mie pensò il più grande. Grazie a Dio, questo venerdì Liam mi porta in un locale, almeno mi sbarazzo di questi pensieri subito dopo.

" Ton visage est ovale et ta peau est dorée. Tu as les cheveux long, raides et marron clair, tes yeux sont grands et bleu et ton nez est petit. Ta bouche est petite aussi et ton lèvres sont minces" terminò Harry. *

"Bene Harry, sei stato molto bravo. Ricordati di tradurre le frasi che ti ho dato di compito e ci vediamo giovedì" disse.

Harry si alzò dal banco ed iniziò a mettere le sue cose nello zaino, mentre Louis metteva a posto la sedia sulla quale era stato seduto fino a pochi secondi prima.

Appena prima di uscire dalla classe, al professore sembrò che l'altro avesse detto qualcosa, sussurrato più che altro, ma con una scrollata di spalle se ne andò, senza voltarsi. Se Harry non l'aveva detto ad alta voce, probabilmente non era niente che lo riguardava.

Quello che non sapeva, però era che la frase pronunciata poco prima dal suo alunno era rivolta direttamente a lui:

"tu est très beau". *

TRADUZIONE
* "Sei magro e basso"
* "Il tuo viso è ovale e la tua pelle è dorata. Hai i capelli lunghi, lisci e castani chiari, i tuoi occhi sono grandi e azzurri e il tuo naso è piccolo. Anche la tua bocca è piccola e le tue labbra sono sottili"
* "Sei molto bello"

Questo capitolo è abbastanza corto, in effetti è il più corto che abbia scritto.
Solo due pagine di word, però non sapevo cos'altro aggiungere, quindi eccoci qui.
Il prossimo sarà più lungo e penso verrà pubblicato giovedì.
Spero vi sia piaciuto questo capitolo e grazie se avete letto fino a qui.
All the love. xx
-J

We were born sick // Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora