CAPITOLO 3

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Non ero certo Miss Universo.

Però mi piaceva pensare che fossi carina, avevo il mio stile e la mia personalità, e secondo me era questo che importava!

Ed ora che ero in una scuola nuova, potevo ricominciare da capo, e provare ad essere una persona diversa, cambiare la mia etichetta e non essere la noiosa asociale di prima, ma la spumeggiante Clarissa Fray che non mancherà mai ad una festa.

Ci fissammo per dei minuti, che a me sembraronoo ore. Lui mi fissava come se volesse penetrare dentro di me, dentro la mia anima e scavare nei miei pensieri più profondi per capire chi era quella Clary, che aveva conosciuto un lunedì mattina sull'autobus, e che probailmente dopo quel giorno non se ne sarebbe fregato più di tanto.

In realtà facevo anche io lo stesso.

La mia etichetta per lui era: ragazzo molto carino, forse il più bello della scuola, tutte le ragazze gli andavano dietro e ogni giorno ne cambiava una, un po' bastardo, affascinante e magnetico, fisico da paura, insomma: maneggiare con cura potrebbe ferirti.

A questo punto decisi di interrompere il silenzio:

-E tu inveve, come ti chiami?-

-Sebastian- disse lui senza alcuna espressione in volto

Decisi che gli dovevo delle scuse, e gliele feci:

-Senti scusami per prima, sono stata un po' acida, non sono abituata a ragazzi carini che mi rivolgono la parola-

Allarme rosso: mi aveva scoperto, aveva capito che pensavo non fosse niente male, si sarebbe dato delle arie e avrebbe approfittato di me, ne ero sicura, lo capii dal sorrisetto maligno che gli apparve in faccia.

Mi sentii avvampare e le gambe molli, quasi fossero di gelatina: per fortuna ero seduta.

Si avvicinò a me di qualche centimetro, stavo per avere un cortocircuito!!

-Quindi mi trovi carino, interessante...quindi se io ti baciassi...- disse.

Si avvicinò un altro po', ormai eravamo a dieci centimetri di distanza.

Ad un certo punto ritrovai la voce e dissi:

-Se tu mi baciassi ora, penso che entreresti in classe con l'impronta della mia mano sulla faccia-

Feci un sorrisetto sgraziato, di quelli che duraro un nanosecondo e che vogliono dire "bene ti ho ghiacciato, quindi non rompere e scialla".

Le sue labbra si fecero sottili, ma subito dopo l'angolo destro della sua bocca si alzò, trasformandosi in un ghigno:

-Ti piaccio- mi disse.

Sentii che stavo diventando rossa un'altra volta...cavolo!

Dovevo pensare in fretta a qualcosa che non gli facesse capire che mi piaceva, anche perché era vero: non mi piaceva! Lo trovavo carino e basta!

-Ma falla finita! Non può piacermi un ragazzo che conosco da neanche dieci minuti!-

Mi stavo un po' calmando, forse.

-Che strano, eppure è così...-

Stavo per ribattere, dicendogli che era uno stupido e che si dava troppe arie, quando arrivò Alec.

-Ciao ragazzi di che parlate?-

-Aspetta, tu conosci questo imbecille?- dissi io

-Sebastian l'hai importunata come al tuo solito?-

"Come al tuo solito", quelle parole mi uccisero, ero semplicemente un'altra di passaggio...

Non capì perché ci rimanetti così male...LUI NON MI PIACEVA!

-No questa volta sono stato bravo- poi si girò verso di me -Diventeremo grandi amici-

Mi fece un occhiolino che mi fece salire un brivido per tutta la spina dorsale, e se ne andò.

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