LA LUCE NEL BUIO

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I mesi seguenti furono terribili, tutte le mattine mi svegliavo presto per andare a fare riabilitazione, con quella perfida donna che odiavo terribilmente , lei mi sminuiva e prendeva in giro; inoltre dalle altre persone, ricevetti solo compassione, io odiavo tutto ciò. Con la loro carità non ci facevo nulla, mi sentivo preso in giro, come se loro fossero migliori di me ...
Poi un giorno, quel giorno, lei arrivò, vestita con un camice bianco che faceva risplendere i suoi occhi azzurri, e le sue labbra carnose, le scarpe scivolavano sul pavimento con disinvoltura, come se stesse camminando sulle nuvole; poi c' era il suo viso, pareva quello di un angelo caduto dal cielo per venirmi ad aiutare, il suo naso a punta, coperto da un leggero strato di lentiggini, era circondato da morbide guance, leggermente rosse, forse dall'imbarazzo, che proseguivano con un mento dai tratti molto delicati, come in effetti era il suo viso. Gli occhi , quei stupendi occhi, erano all'esterno circondati da lunghe e bionde ciglia, erano azzurri e sembravano un mare mosso dal vento caldo del sud, che con repentini spostamenti, fissavano me e i miei movimenti.
Mi salutò e mi disse che lei mi doveva aiutare d' ora in poi a fare riabilitazione, ne fui molto contento.
Ogni volta che la vedevo mi succedevano cose strane: le mie mani iniziavano a sudare, la testa mi girava , e così via.... Inoltre stavamo instaurando anche un bel rapporto di amicizia, dato che dopo l' ospedale , andavamo sempre insieme a bere un caffè e a chiacchierare.
Mi raccontava della sua vita piena di insidie, dato che era cresciuta in un orfanotrofio, e passava da una casa all'altra, ma senza mai concludere nulla . Disse anche che quello che l' aveva spinta a studiare medicina, era soprattutto il suo amore per gli altri.
Io invece le parlai della mia di situazione, e ad un tratto, dopo molto tempo che ci frequentavamo , crollai, mi misi a piangere dicendole che avevo perso tutto.
Non mi aspettavo una reazione simile da parte sua.
Mi tese la mano e lentamente si avvicinò a me con il viso, poi si fermò a guardarmi e, mi baciò.
Rimasi paralizzato, non sapevo cosa dire o fare, era impossibile che una splendida ragazza come lei , volesse stare con uno come me , uno che non sa camminare .
Le chiesi il motivo di tutto ciò e lei abbozzando un sorriso, mi disse che lo voleva fare da molto, ma che non aveva mai trovato il coraggio. In quel momento ero la persona più felice del mondo, e le dissi che anche io ero innamorato perso di lei e che non avevo mai provato sentimenti simili, rispetto a quelli che sentivo quando ero in sua presenza.
" Quindi " le chiesi, " ora stiamo insieme? " , lei mi disse che si, eravamo fidanzati, non potevo ricevere notizia più bella quel giorno , ero l' uomo più felice sulla faccia della Terra !
I mesi passarono in un batter d' occhio, e le novità non mancavano : avevamo raggiunto un anno di fidanzamento, io mi ero messo le nuove protesi alle gambe, ed erano bellissime.
Poi arrivarono anche le notizie brutte, lei doveva partire, per l'America. Le avevano fatto una proposta di lavoro e, non sapeva cosa fare. Allora , a malincuore, le dissi che doveva andare, era la sua occasione , in fondo era quello che voleva fare nella vita, non avrei mai permesso che il mio egoismo la potesse fermare , perciò lei accettò.
Il giorno della partenza, l' accompagnai fino all' aereoporto, le misi la mano tra i capelli e la baciai. Facemmo però una promessa, anche se la distanza era quello che ci separava , noi saremmo rimasti in fin dei conti amici, ma di quelli sinceri ,di quelli senza segreti.
Poi dovette partire.

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