L'INIZIO DELLA FINE

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Non lo sopportavo più, nonostante lo conoscessi ormai da molti anni, parlava di quanto dovessi impegnarmi per le finali, del fatto che ultimamente fossi assente con la testa durante gli allenamenti... che noia che era! Volevo solo prendermi una pausa da tutto e da tutti, non  sopportavo più la città: avevo bisogno di una vacanza.
Lo stesso giorno iniziai a preparare la mia valigia, misi dentro  l' indispensabile, perché mancavano solo due mesi alle finali, e ( purtroppo ) non potevo trattenermi più di tanto.
Appena sceso dall'auto feci un gran respiro e … che tanfo! Questi sono i rischi di andare in campagna ma, almeno rividi i miei genitori, papà stava elaborando una delle sue solite strambe idee con il legno, mentre mamma prendeva il sole sulla sdraio, che bello essere tornato ai vecchi tempi...
Iniziammo a chiacchierare delle tante cose che mi erano successe in questo periodo  e poi dopo essermi sistemato in camera decisi di andare a fare un passeggiata in quelle meravigliose campagne con la bicicletta. I giorni seguenti furono molto belli ,  andavo sempre a fare una passeggiata finché il penultimo giorno, accadde qualcosa che mi stravolse totalmente la vita:  mentre osservavo degli scoiattoli , una macchina, dai vetri oscurati passò a grande velocità, caddi a terra … attorno a me una grande pozza di sangue iniziò ad allargarsi e sentivo un forte dolore alle gambe; sentivo delle voci intorno a me, mi portarono subito via in un' ambulanza , ma del tragitto e dei mesi dopo non ricordavo più nulla ,ero in coma.
Mi risvegliai da questo sonno molto lungo, mi guardai un po' intorno, ero  in un letto d' ospedale. Un tristissimo letto d' ospedale. Mi sentivo spossato , non riuscivo nemmeno a mettermi seduto. Quando provai a muovermi un po', sentii una strana sensazione, una di quelle che ti rimangono impresse nella mente per tutta la vita . Per sbaglio feci cadere il bicchiere d' acqua vicino a me e  subito mi ritrovai circondato da infermiere che mi facevano delle flebo o che mi chiedevano come stessi...
Ero troppo stanco per tenere ancora gli occhi aperti. Inoltre  in camera c' era una luce accecante , ma  ciò era strano, dato che eravamo a gennaio, sentivo anche molto caldo, così chiesi all'infermiera in quale mese e giorno fossimo, e la risposta mi fece sobbalzare. Erano passati sette mesi, questo stava a significare che avevo saltato la finale. Oh , ma cosa era successo di così grave da tenermi in ospedale per sette mesi?
Poi di colpo mi si chiusero gli occhi, erano troppe emozioni tutte insieme.
Li riaprii e un dolore lancinante alle gambe mi fece contorcere su me stesso, non capivo cosa stesse accadendo e volevo saperlo al più presto.
Ebbi delle spiegazioni, ma ciò che scoprii non mi piacque affatto...
Quando quella macchina dai vetri oscurati mi investì, io persi entrambe le gambe e me le dovettero amputare, inoltre ebbi anche un danno al cuore, non era molto grave, e i medici mi avevano assicurato che c' era solo una piccolissima possibilità che mi portasse problemi in futuro.
Volevo morire in quel momento. Volevo stare solo e pensare a cosa avrei potuto fare nella mia vita senza le gambe, ciò mi demoralizzò molto più di quanto già non lo fossi, dato che ragionandoci, mi resi conto che potevo fare ben poco.
Poi pensai alla pallavolo ai miei amici, al mio allenatore e agli sforzi che negli anni avevo fatto per arrivare  a giocare nelle olimpiadi, tutto mi si sgretolò davanti, oramai non avevo più nulla.

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