Day Nine

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La luce fioca dell'alba penetrava dalla finestra dritta a fare luce nei miei occhi. Mi nascosi sotto il lenzuolo
per provare ad addormentarmi di nuovo evitando di compiere movimenti bruschi visto il corpo della mia ragazza appoggiato alla mia schiena. Un mugolio si fece strada tra le mie orecchie così mi voltai per
guardarla negli occhi. -Buongiorno- le sussurrai senza risposta sfiorandole con il palmo della mano la sua guancia calda. Non l'avrei biasimata se non si fosse svegliata subito, in fondo la serata precedente era stata particolarmente calda. La tensione tra quelli che ormai erano diventati i nostri due coinquilini era alta, e allo stesso modo io e Mads non eravamo da meno. In nove giorni era letteralmente successo l'impossibile solo rimanendo in casa, figuruiamoci se la nostra vita fosse stata normale. Dopo la rivelazione di Drew avevamo deciso di smettere con quello stupido gioco per concederci qualche bicchierino di troppo, così da crollare nel letto ancora con i vestiti. -Buongiorno- rispose la rossa girandosi verso di me -Come ti senti?- le chiesi alludendo alla scorsa serata -Confusa, con uno strano mal di
testa, assonnata, e con tanta voglia di uscire fuori di quì- -Altro?- chiesi in tono sarcastico -Sì. Voglio un tuo bacio- aggiunse dopo un sospiro, così mi avvicinai piano alle sue labbra che sapevano di lucidalabbra alla ciliegia, esattamente quello che le avevo messo io ieri sera quando non ero proprio lucidissima. Perché le ho messo il lucidalabbra? Non lo so, sinceramente non me lo ricordo, ho rimosso il sessanta percento dei ricordi che vanno dalle dieci di sera, fino a quando sono andata a dormire. -I ragazzi come stanno?- domandò curiosa -Non ne ho idea, li ho sentiti uscire dal cancello per una passeggiata, e nient'altro- -Pensi che parleranno di quello che è successo?- sospirai rimanendo a fissare il soffitto -Può darsi, dipende da come si sentono, sai i ragazzi, se si svegliano storti non c'è modo di fargli svoltare la giornata. L'importante è che non discutino sotto questo tetto, ci sono già abbastanza problemi- -Già-
rispose girandosi anche lei con la pancia all'aria per guardare il soffitto -Perchè non li raggiungiamo- proposi -Cosa?- -Raggiungiamoli nella loro passeggiata. Potremo prendere la colazione a domicilio, e magari potremo rendere utlie questa giornata  cercando di contattare un posto dove sposarci possibilmente entro due mesi- -Ci sto- rispose sorridendo prima di avvolgermi con il braccio intorno alla vita -Solo se la colazione la offri tu-. Iniziai a scuotere la testa con una smorfia -Va bene, avviso i ragazzi-. Mi alzai dal letto per sistemarmi, eppure venni bloccata dalla sua mano -Amore- mi sussurrò -Hai detto di voler rendere utile questa giornata, e sistemarci con il matrimonio vero?- io annuii interdetta da questa domanda. Nonostante ciò, il suo sorriso era travolgente e mi infondeva una grande sicurezza. -Ho un'idea folle- propose con un sorriso di sfida. Io mi morsi il labbro inferiore curiosa di sapere cosa intendesse -Dimmi tutto- -C'è un vecchio amico dei miei genitori a Pasadena, a venti minuti da qui, ha la licenza per ufficializzare i matrimoni, ed ecco.... dico solo-. Le allungai una mano per convincerla a continuare, anche se ero già sicura di cosa avrebbe voluto dirmi -Potremmo andare lì. Lo potrei chiamare e chiedergli di ufficializzare la cosa- il mio cuore si fermò consapevole di quello che sarebbe successo -Oggi?- -Oggi- rispose con gli occhi che le si illuminarono -Adesso?- domandai a voce ancora più alta -Adesso- affermò con convinzione. Avrei voluto risponderle con qualche frase romantica o con un "ti amo", eppure sembrava che il mio corpo non reagisce o non rispondesse ai comandi. L'unico gesto con cui potevo risponderle era quello di chinare il mio corpo verso di lei per appoggiare le labbra sulle sue. Quel bacio intenso bastò come risposta. Le appoggiai le braccia contro il petto per allontanarla da me per qualche secondo prima di correre verso l'armadio a cercare qualcosa da indossare -Cosa pensi che dovrei indossare per un matrimonio?-. Ridemmo entrambe guardandoci negli occhi -L'abito da sposa?- rispose sarcasticamente. Io annuii -Mhm, questo può andare come abito da sposa?- chiesi girandomi verso di lei con in mano una felpa blu della Riverdale High che avevo rubato dal vestiario del set. La rossa aveva sbattuto il palmo conto il suo viso in risposta -Cercherò qualcosa di meglio- risposi rassegnata continuando a cercare -Pensi che sarebbe male se andassimo a comprare un'abito serio- chiesi -Nessa, in realtà penso che nel weekend i negozi siano chiusi- -Già-. Mi rassegnai rammaricata. Mads iniziò a tirare fuori qualsiasi abito dall'armadio lanciandolo infuriata contro il letto. -Questo no, nena he questo, nemmeno quest'altro- sbottò insoddisfatta -Mads- -Aspetta- in miei pensieri turbolenti sovrastarono improvvisamente la mia gioia. Quindi la presi per mano bloccandola dal suo momento di rabbia. -Sono entusiasta di questa idea, e vorrei realizzarla- il suo sguardo si incupì -Sento che c'è un ma- sospirò a voce bassa. Io guardai il mio anello di fidanzamento attorcigliato attorno alle mani della mia ragazza -Forse stiamo correndo troppo. Lasciamo che le cose vadano come devono andare. Che bisogno abbiamo di ufficializzare la cosa in questo momento. Io ti amo Mads, ma poi penso al futuro e mi chiedo, "forse un giorno ci pentiremo di essere corse in tuta a pasadina per sposarci da sole"-. Una lacrima le tagliò in due il viso, mentre le sue mani si stringevano sempre di più attorno alle mie -Siamo solo stressate e abbiamo bisogno di una distrazione, però sono certa che non è questo il modo giusto di risolvere i nostri problemi- -Già, non è il modo giusto- ribbattè singhiozzando.

Pensavo fosse d'accordo con quello che pensavo, eppure non mi ero resa conto di quanto in realtà le mie parole l'avessero ferita. Inizialmente fece finta di niente, ma con il passare dei giorni, la distanza tra noi si fece maggiore anche in casa, ed io, non fui la sola ad accorgermene. Ormai il mio discorso era stato preso fin troppo alla lettera, e invece che affrontare i nostri problemi, li stavamo accatastando in una montagna invalicabile. Nessuna delle due aveva accennato a quell'argomento. Il mio pensiero era fisso e costante su quello, ma niente mi avrebbe convinto ad avere un confronto con lei. Ormai stavamo marcendo lentamente tra le nostre lacrime.

Back together (a Madnessa story) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora