Cap.2

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Si sono ormai fatte le cinque e mezza, ed io sono qui, solo, in una fermata deserta con gli auricolari a tutto volume nelle orecchie, ascoltando la mia playlist preferita.
Con una mano reggo la valigia, l'altra sta nella tasca della felpa, infatti per essere luglio, fa freschino questa mattina.
Dopo un'attesa di pochi minuti, che sembrava però interminabile, scorgo la figura dell'autobus avvicinarsi.

"Ci siamo" penso tra me e me, mentre allungo la mano per fare segno al bus di accostare.

Una volta salito sul bus, e timbrato il biglietto, prendo posto nella parte posteriore, mettendo la valigia tra le gambe e appoggiando la testa al vetro.
La mia mente era piena di pensieri, non sapevo infatti cosa sarebbe potuto accadere durante questa "vacanza", e nemmeno se mi sarei divertito.
In quel momento, prendo in mano il cellulare, e scrivo alla mia ragazza un messaggio, dicendole che ero ufficialmente in viaggio; ma questa volta non ho ricevuto risposta, nonostante fosse online.
Dopo aver guardato Instagram, rimetto il telefono in tasca, staccando tutto tranne la musica per risparmiare batteria.
Il viaggio sembrava non terminare mai, quando finalmente, arrivo in stazione.
Si sono fatte le sei e venti, e il mio treno sarebbe partito alle sette e quindici.
Entrato in stazione, mi dirigo subito verso la biglietteria automatica, e dopo aver preso il biglietto, decido di andare a prendere un caffè al bar.
Consumato il caffè, inizio ad incamminarmi verso il binario, sul quale sarebbe arrivato il mio treno.
Attendo appoggiato su una colonna, con la sigaretta accesa che si stava lentamente consumando da sola; perché si, ero così avvolto nei miei pensieri che ho fatto due, forse tre tiri.
Ad un certo punto, vedo due agenti ferroviari venire verso di me.
Guardando dietro, vedevo un gruppetto di ragazzi che stavano fumando uno spinello, e tra me e me ho pensato:

"Sicuramente andranno da loro, non di certo da me".

Mi accendo un'altra sigaretta, iniziando a guardare Instagram con modo disinvolto e scazzato, ed è in quel momento, che mi accorgo che i due agenti si sono fermati esattamente davanti a me.

- Ragazzo, ci dia i documenti per favore - chiede uno dei due.

È un uomo sulla quarantina, alto e calvo, di corporatura robusta.

- Certamente - rispondo con tono tranquillo.

- Le da fastidio se fumo? - chiedo subito dopo.

- Niente affatto - risponde l'agente.

- Dove è diretto? -

- Sono diretto a (Luogo) per partecipare ad un campo come volontario della croce rossa - rispondo.

Dopo aver alternato lo sguardo un paio di volta tra me e i documenti, mi chiede:

- Ha qualcosa che certifichi che lei è un volontario della croce rossa? -

Prendendo di nuovo in mano il portafoglio, estraggo il mio tesserino del comitato, sul quale vi sono tutte le mie informazioni.
L'agente prende il tesserino, e confrontandolo con i miei documenti, mi dice:

- È tutto a posto ragazzo, ti auguriamo un buon viaggio -

Dopo avermi ridato tutti i documenti, i due agenti proseguono per la banchina, e io, ormai con la testa piena di pensieri e le palle girate, dico sotto voce:

- Certo che dovevano venire a romperei coglioni proprio a me -.

In quell'esatto momento, vedo il mio treno arrivare, e dopo qualche minuto, le porte si aprono.
Io entro subito nella prima carrozza che mi capita davanti, e mi siedo nei primi posti vuoti, anche se guardando bene, tutta la carrozza era vuota.
Consapevole del tempo di viaggio, e del cambio che avrei dovuto prendere, decido di attaccare il telefono al caricabatterie, e controllo whatsapp, per vedere se qualcuno mi avesse scritto, ma come pensavo, non avevo messaggi; nemmeno la mia ragazza mi aveva risposto, nonostante ormai sono passate ore e lei ha visualizzato.
Imposto quindi la sveglia da qui a un'ora, e dopo averlo messo in tasca, decido di fare un sonnellino, per recuperare il sonno perso dalla notte passata.
Appena inizio a socchiudere gli occhi, il treno inizia la sua corsa, diretto verso la stazione in cui ho il cambio, e con ancora mille pensieri per la testa, inizio ad addormentarmi.

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