Grey uniform

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-malattia del cuore,

L'amore-

"Signorina Manoban? SIGNORINA LALISA MANOBAN?"  Lalisa, o Lisa per 'gli amici', anche se di amici non ne aveva, si mise composta con uno scatto. "S-sì prof?" Disse con un tono piuttosto imbarazzato. "Signorina Manoban, stava ascoltando la lezione?" "Certo prof, ehm... mi sono assopita un attimo a pensare a Dante, il suo viaggio..." "Signorina, stiamo facendo matematica, cosa c'entra Dante?" Tutta la classe si mise a ridere in un modo orribile. Lalisa si voleva sotterrare. Quelle risate sguaiate rivolte a lei la facevano star male. Ma no, non pianse. Perché provava solo disprezzo per quegli idioti. Quanta stupidità riunita in un punto solo... allora le sue mani aggraziate e sporche di penna sbatterono sul banco. Si alzò. "state zitti." Disse debolmente. Alzò i suoi meravigliosi occhi color nocciola scuro e ripetè la frase, più forte. La parte bianca dell'occhio si arrosò leggermente. "Signorina... Si sieda" tremante, Lisa obbedì.Poco dopo suonò la campanella. Quello rumore metallico la salvò. Decisamente. Svogliatamente, la ragazza thailandese aprì la zip semi arrugginita dello zaino, che aveva dalla prima elementare, a causa delle scarse risorse economiche della famiglia, e prese il suo giornaliero pacchetto di grissini. Erano semplicemente secchi e troppo duri. Facevano schifo. Ma mai quanto la mia vita, pensò Lalisa. Con un rumore fin troppo conosciuto la sua unica fonte di cibo le venne strappata di mano. Alzò lo sguardo, torva, su quella ragazza. Mi-yon era magra e alta, con lunghi capelli color evidenziatore viola pastello che le ricadevano sulle spalle. "Ehi ciao Manosfigata" la salutò Min. "Ciao marshmellow cinese" rispose pronta Lalisa. La rivale fece una smorfia. Aveva occhi piccoli e per niente carini, labbra coperte di rossetto e un naso a patata. Forse l'unica cosa umana che quella faccia, secondo Lisa, rivoltante aveva da mostrare. "Mi ridai i grissini?" "No" la ragazza Thailandese si alzò. "Dammi i miei grissini. Subito."  "Eheheh, me lo dice la ragazza povera della scuola? La sfigata? Allora a maggior ragione non le darò proprio nulla" a Lalisa si incurvarono gli angoli della bocca. "Ah si? Prova solo a tenerteli per altri tre secondi..." Tre. Due. Uno. Il naso a patata di Min-yon fu stretto tra le unghie della thailandese, che sfruttò il momento della distrazione dell'atra per riprendersi la merenda. "Grazie, Min. Ah, e per la prossima volta, ricordati che sono cintura blu di karate"

***

Il giorno dopo fu trasferita nella classe una ragazza asiatica, forse coreana, che si presentò con il nome di Roseanne Park. "È stata trasferita temporaneamente nella nostra classe per aver tenuto un comportamento scorretto nei confronti di un alunno" "Buongiorno mi chiamo Roseanne Park e sono stata trasferita perché mi sono difesa da un bullo" Si avviò all'ultimo banco, l'unico rimasto vuoto, e si sedette svogliatamente.
A Lalisa sembrò che le sue iridi scure diventassero lucide.
La sua uniforme color cenere aveva un che di sbagliato.
Era diversa.
Un'estranea.
Lisa non doveva parlarle.
Anche se era molto simile a lei.

——

ᴜɴɪғᴏʀᴍ-ᴄʜᴀᴇʟɪsᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora