Lisa si stravaccò sul letto, sorridente. Finalmente aveva trovato qualcuno che la sapeva ascoltare, consolare e capire.
Forse perché quel giorno era stato particolarmente intenso, ma la ragazza si addormentò quasi subito.Il vento soffiava fra i capelli della thailandese, che osservava il mare.
Non le era mai piaciuto.
Quelle onde minacciose la terrorizzavano.Le piaceva nuotare, però.
In piscina.
Lisa sbatté le palpebre e le sue ciglia lunghe si incastrarono fra di loro, per poi liberarsi.
Sorrise.
"Ora devo andare"
Sussurrò.
Dove?
Non lo sapeva neanche lei.
Perché?
Per incontrare una persona.
Chi?
Buio totale.
Sapeva solo che camminando in avanti l'avrebbe incontrata, o incontrato.
Stava camminando sui tornanti che abbracciavano una piccola montagna.
Ilcielo era grigio.Sembrava che stesse per piovere. Ma la ragazza non provava freddo, solo...Niente.
Si accorse che non provava assolutamente niente.
Si fermò.
"..."
Una voce rimbombò nella sua testa.
"Se non la incontri non ci saranno più speranze..."
A Lalisa sembrava di vivere in un film.
Continuò a camminare, sempre dritta.
Si accorse solo dopo che non aveva le scarpe.
Il contatto con il cemento freddo era piacevole.
Sorrise.
•••
Qualcosa però le diceva che non doveva andare da lei.Che l'avrebbe rovinata.
Disfatta.
Uccisa.Portata via.
•••
Finalmente arrivò.
Si voltò a sinistra
In mezzo ad un grande prato, che si estendeva per centinaia e centinaia di metri, vide una casa.Tetto rosso.
Pareti bianche.Tende gialle. Si avvicinò all'abitazione, e appena mise il piede sull'erba rabbrividì.
Era bagnata.
Piena di rugiada.
Andò avanti.
Ci mise un po' ad arrivare all'edificio.
Da vicino era ancora più bello.
L'edera lo copriva quasi per intero, come tante sottili vene in superficie.
Dalla porta il legno uscì una donna.
Aveva lunghi capelli, color marshmallow al mirtillo.
Occhi neri, profondi come lo Stige. Lunghe dita con unghie laccate rosse.
Lalisa non la riconobbe subito.
Ma quando la donna alzò definitivamente la testa la ragazza non ebbe dubbi.
"Min-Y-yon?"
Sussurrò debolmente.
Min fece una smorfia.
"Chi sarebbe? Io mi chiamo Lalisa"
"E-eh?"
"Tsk. Vieni dentro."
Le due entrarono nella casetta.
"Come avevamo prestabilito, tu mi darai quello, e io ti farò ritrovare te stessa"
"C-che cosa vuoi"
Min, alias Lalisa, la guardò accigliata.
"Ne avevamo parlato. Boh... Comunque, le catene"
Lisa non capiva.
"Ehm... Ah, già"
"Bene. Iniziamo?"
Lalisa esitò un attimo, poi annuì.Min-yon allungò le sue unghie laccate verso il braccio della ragazza.
Lo percorse lentamente.
La pelle si staccò poco a poco, rivelando...
Della paglia.
Paglia, foglie e erba.
"E-EH...?"
La thailandese non si poteva muovere. Era paralizzata dal terrore.
Appena l'avambraccio fu totalmente scoperto, l'interno cadde a terra con un rumore lieve.
La donna si fermò un attimo, poi passò il dito sulla maglia bianca della seconda, tagliandola con immensa precisione.
Ripeté l'operazione sul petto.
Il dito lungo, che sembrava più una lama, passò dall'alto, poi tra i seni, fino ad arrivare all'ombelico.
La pelle si distrusse.
In mezzo al riempimento paglioso c'era qualcosa.
Nera.
"Questa sei tu"
La ragazza urlò.
Min affondò la mano nel petto di Lisa, tirò fuori la cosa.
Un cuore pulsante.
Nero.
Avvolto da una pesante catena.La coreana sorrise.
Tolse la catena di ferro.
"AAAAAAAAH!"
La ragazza cadde.
•••
"L-lisa...?"
Lalisa fu svegliata da Roseanne.
"Lalisa? C-ci sei?"
"Hmh..."
Mugugnò.
Si alzò lentamente.
Vide Min per terra.Capì cosa stava succedendo con una velocità impressionante.
Rosé l'aveva salvata.
Ricostruita.La ragazza si toccò l'avambraccio, e poi il petto.
Si abbracciarono.
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ᴜɴɪғᴏʀᴍ-ᴄʜᴀᴇʟɪsᴀ
Fanfiction𝐿𝑎𝑙𝑖𝑠𝑎 𝑀𝑎𝑛𝑜𝑏𝑎𝑛 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑣𝑎 𝑓𝑢𝑜𝑟𝑖 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑒𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑙𝑎𝑠𝑠𝑒, 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑒𝑚𝑝𝑙𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑙'𝑒𝑑𝑖𝑓𝑖𝑐𝑜 𝑑𝑖 𝑓𝑖𝑎𝑛𝑐𝑜, 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑣𝑒𝑣𝑎 𝑢𝑛 𝑚𝑢𝑟𝑜 𝑠𝑐𝑟𝑜𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑒 𝑏𝑟𝑢𝑡𝑡𝑜. 𝐴𝑙𝑙'𝑖𝑚...