𝓜𝔂 𝓪𝓻𝓶𝓼 𝔀𝓲𝓵𝓵 𝓱𝓸𝓵𝓭 𝔂𝓸𝓾

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For one so small
You seem so strong
My arms will hold you
Keep you safe and warm
you'll be in my heart -Phil Collins

Ore 19:46
Casa Nelson, quartiere di York, Toronto

-allora ragazzi io smonto alle 6:00 di domani mattina...- iniziò la donna mentre elencata mentalmente tutto quello ha doveva prendere -...c'è la carne in frigo e ho fatto le patate al forno, dovete solo scaldarle. A letto non più tardi delle 22 per Angie e di mezzanotte per Duncan, chiaro?- continuò mentre indossava il cappotto.

-mamma, sta tranquilla, non è la prima volta che hai il turno di notte, sappiamo badare a noi stessi- intervenne Duncan aprendo la porta d'ingresso per far uscire la madre.
-un adolescente di 17 anni appena uscito dal riformatorio ed una bambina di 7 iperattiva?- chiese la donna sfidando il figlio e squadrandolo dal basso all'alto con i suoi occhi blu -sai che mi fido di voi Duncan, ma è la prima volta che siete a casa da soli di notte, mi preoccupo- detto questo, diede un abbraccio ed un bacio in fronte alla piccola Angie e, prima di uscire, accarezzò il volto di Duncan, che subito dopo, richiuse la porta.

Il ragazzo si girò verso la sorellina e le corse incontro urlando -FINALMENTE LIBERII!!- la sollevò da terra, con molta facilità, se la mise sulle spalle a testa in giù.
Angie iniziò a ridere a crepapelle mentre cercava di sposarsi i capelli che ricadevano lunghi fino a metà della schiena del fratello -hahhaha Duncan lasciami giù hahhaha daii vedo tutto sottosopra hhahhah- ma, nonostante le continue richieste preghiere di Angie, il punk la sollevò ancora e sistemò la bimba a cavalcioni sulle sue spalle.
La piccola passò le mani tra la cresta verde del fratello e poi le venne l'illuminazione -Duncan, posso farti una treccia? Ti prego, ti prego! Dai, mettimi giù, vado a prendere la spazzola e gli elastici!!- disse euforica la bimba, fiera dell'idea che le era venuta in mente.

Duncan fece una smorfia di dolore quando Angie iniziò a dimenarsi sulle sue spalle e, di conseguenza, iniziò a tirargli i capelli smeraldo.
-te lo scordi paperella. Dai, ora giù che dobbiamo iniziare ad apparecchiare, è quasi ora di cena- detto questo, la sollevò da sotto le braccia e, con grande facilità, la rimise con i piedi per terra.

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Ore 22.34
Casa Nelson, quartiere di York, Toronto

Tutte le luci della casa erano spente, l'unico rumore era la televisione ancora accesa, che faceva quasi da sottofondo. Sopra il tavolino davanti ad essa c'era la vaschetta di gelato vuota con due cucchiaini e sul divano rivolto verso la TV erano seduti i due fratelli: la bimba era sdraiata sulle gambe stese del fratello maggiore, che teneva i piedi incrociati appoggiati sul tavolino di fronte a lui.
Tutto era tranquillo, Angie fece un mugugno e lentamente si girò e si rannicchiò dalla parte opposta, trovandosi con il volto vicino all'addome dell'adolescente. A quel punto Duncan abbassò lo sguardo verso la sorellina che si era addormentata già da un bel po' di tempo. Il modo molto delicato, il punk prese in braccio la bambina di 7 anni facendo attenzione di non svegliarla, salì le scale e la fece stendere silenziosamente sul letto a una piazza e mezza: Angie si strinse nelle coperte sospirando lievemente ed il fratello le sfiorò la fronte con le labbra e le sussurrò all'orecchio -torno subito, continua a dormire-

Detto ciò, si tolse la maglia, si cambiò i boxer e si lavò i denti, pronto per andare a dormire accanto alla sorella. I due fratelli infatti, erano abituati a dormire molto spesso insieme in quel letto che sembrava troppo piccolo per due persone, ma a loro appariva troppo grande per uno solo. Da quando il padre li aveva abbandonati, spesso Duncan aveva brutti incubi, durante i quali si agitava molto durante la notte e si svegliava sudato ed affannato, ma questo non accadeva quando dormiva insieme ad Angie: quel piccolo angioletto dagli occhioni blu aveva la capacità di tranquillizzare il ragazzo e farlo sentire amato, nonostante i suoi continui sbagli.

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Ore 1:05
Casa Nelson, quartiere di York,Toronto

Tutto sembrava tranquillo quella notte, ma il sonno dei due fratelli era completamente opposto: Duncan era riuscito ad addormentarsi quasi subito, mentre la piccola Angie non stava facendo sogni tranquilli. La bimba aveva iniziato a rigirarsi di continuo nel letto con una smorfia corrucciata ed il respiro che piano piano accelerava sempre di più.
Il sonno agitato di Angie fece svegliare l'adolescente punk che, senza aprire gli occhi, si girò dal lato della sorella e con un sussurro ruppe il silenzio di quella notte apparentemente pacifica.

- Angie - cercò di chiamare la sorellina con la voce impastata dal sonno - che c'è Angie, tutto Bene? - non ricevette nessuna risposta. La bimba continuava ad stringersi nelle coperte, sempre più agitata.
Duncan accese la piccola lampada che stava sul comodino accanto al letto, così da poter vedere meglio la sorella che stava accanto a lui. Angie era affannata, continuava a respirare sempre più velocemente, quasi si sentisse soffocare da qualcosa di invisibile, sussurrava la parola "papà" nel sonno come se la stesse dicendo sottovoce, tra le lacrime.
Poi si svegliò di soprassalto: urlava e sentiva il cuore esplodere nel petto. Duncan si sedette sul letto e cercò di calmare la sorellina.

- Angie, va tutto bene, sono qui shh - la strinse tra le sue braccia e la tenne con la testa appoggiata al suo petto mentre con una mano le accarezzava i lunghi capelli neri. La bimba si rannicchiò nell'abbraccio del fratello che la faceva sentire protetta,al sicuro ed affondò il suo viso, rigato dalle lacrime fresche, nel petto del ragazzo. Duncan le baciò dolcemente i capelli senza staccarsi dall'abbraccio.

Non era mai successo che Angie si svegliasse di notte dopo un brutto sogno: solitamente era Duncan che aveva il sonno agitato dal ricordo dell'abbandono di suo papà, se così si poteva definire.
La piccola Angie non si era ancora tranquillizzata: respirava a fatica ed in maniera affannata, quasi stesse cercando l'aria come qualcosa di introvabile. Aveva smesso di piangere, ma i suoi occhioni blu erano comunque gonfi e rossi e le guance paffute erano rigate dalle lacrime. Il ragazzo se ne accorse, si staccò piano da quell'abbraccio protettivo e asciugò le lacrime della sorellina, spostando dietro il suo orecchio la lunga ciocca nera che le ricadeva sul volto.

- Angie, va tutto bene, era solo un brutto sogno, ci sono qui io: ora calmati e respira piano- Duncan cercava di essere il più fermo e sicuro possibile, ma in realtà non sapeva bene neanche lui come gestire quella situazione.
Dopo circa 20 minuti la bimba riuscì a riaddormentarsi, al contrario, Duncan, faticava a prendere sonno: era tormentato dal ricordo di suo padre e continuava a chiedersi come avesse fatto ad entrare nella memoria della piccola Angie.

Spazio autrice
Eccomi con il terzo capitolo: avrei voluto inserire dei flashback per entrare nel vivo della questione "ricordi di Duncan su suo padre", ma ho preferito lasciarvi la suspense ed affrontare i ricordi nel prossimo capitolo. Ma ovviamente, niente spoiler!
Ci tengo a precisare che la situazione familiare di Duncan nella versione originale della serie non è quella presentata qui da me, ho voluto creare una storia particolare alle spalle del nostro amato concorrente, in modo da renderlo -forse- un po' meno lo stereotipo del punk delinquente come ce lo ricordiamo tutti.

Lula🌻

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