Capitolo 7: Come un fratello

87 4 0
                                    

Casa Barton aveva un non so che di familiare per tutti i ragazzi della squadra.
Steve era cresciuto a metà tra casa di Bucky e casa di Clint, cercando di passare il minor tempo possibile tra le mura della sua.
Tutto il gruppo era raccolto nel piccolo salotto, ascoltando musica e chiacchierando come erano soliti fare.
Erano un bel gruppo; caratterizzato da tanti caratteri diversi e tante abitudini differenti. Lui, Bucky, Sam e Clint si conoscevano da tutta la vita. Erano cresciuti a distanza di una via, poi la famiglia Rogers si era trasferita a Brooklyn.
Thor veniva dalla Norvegia ed era entrato a far parte del gruppo all'inizio delle medie. In quel periodo Tony Stark, il ricco ragazzino di Manhattan, aveva iniziato ad essere una parte integrante della squadra.
Infine era arrivato T'Challa, e con l'inizio delle superiori anche Laura, Sharon e Pepper, la ragazza di Tony.
Quella strana "famiglia" stava ridendo spensierata, quando si sentì la porta aprirsi e qualcuno entrare nell'appartamento.
<Michael, Edith... Sono qui> esclamò una voce femminile dall'ingresso.
<Non ci sono. Sono usciti Nat> le urlò Clint per avvisarla.
Forse non si aspettava tutta la banda, ma resta il fatto che quando era entrata in salotto; la ragazza era rimasta bloccata nel vedere così tante persone.
Stava per girarsi e andarsene, quando Sam la fermò e le chiese se voleva unirsi a loro.
La rossa si avvicinò al gruppo mormorando sottovoce qualcosa di incomprensibile; poi si sedette accanto a Pepper.
<Allora che facciamo?> chiese Tony uscendo dalla cucina e offrendo un bicchiere d'acqua alla sua ragazza.
<Che ne dite di obbligo o verità?> propose Sharon scrutando il gruppo.
<Come i bambini delle elementari?> Sam non sembrava molto propenso al gioco proposto dalla cheerleader.
<Hai altre idee, Wilson?> parlò con aria nervosa la bionda seduta accanto a Steve, fissando Natasha.
<No...>
<Perfetto allora... Inizio io> esclamò allegra la ragazza di Steve <Barton obbligo o verità?>.
Iniziò così un giro di domande e risposte a cui Steve non prestò minimamente attenzione, visto che era troppo occupato a studiare la rossa.
Le risate e le domande dei suoi amici erano solo un brusio confuso; nei suoi pensieri c'era solo quella ragazza che lo odiava dal momento in cui lo aveva conosciuto.
Non capiva il motivo di quell'odio, ma sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per diventare amico di Natasha Romanoff.
<Rogers... Sei vivo?> una voce lo riportò in quel salotto. Steve annuì e si voltò verso Tony Stark che lo chiamava, scrutandolo riflessivo.
<Obbligo o verità, Capitano?> ripetè.
<Verità Stark... Odio gli obblighi> il genio del gruppo lo fissò e fissò Natasha, poi sorrise beffardo.
<A cosa pensavi così intensamente?> Steve arrossì e chinò il capo; Tony come sempre aveva capito tutto.
<Ai miei amici... Tutti voi> cercò di salvarsi così, ed accontentò un po' tutti così, ma Stark lo guardava insoddisfatto, aveva mentito e lui lo aveva capito.
In realtà non era propriamente scorretto dire che stava pensando a degli amici, solo che non era stato del tutto sincero su chi.
Fece l'obbligo a Sam e appena prima che potesse tornare ad immergersi nei suoi pensieri, la solita domanda fu posta a Natasha.
<Verità> rispose la rossa.
<Cosa c'è di preciso tra te e il bimbo-ragno?> Sam Wilson la fissava ammiccante, aspettandosi una risposta completamente diversa rispetto a quella che ottenne.
<Io e Parker? Siamo amici... Perché lo chiamate bimbo-ragno?> chiese ingenuamente.
<Perché vive in questo palazzo da quando siamo piccoli ma non l'ho mai visto usare il portone. Si arrampica sempre sulla scala antincendio, come un ragno su una tela>.
Clint spiegò il motivo di quel soprannome nato anni prima, trattenendo le risate.
Il gruppo ridacchiò sotto lo sguardo viglie di Natasha. Steve era allegro, spensierato quasi. Si sentiva tremendamente a suo agio con quei ragazzi che per un attimo pensò di essere a casa con la sua famiglia.
Ma quella non era la sua famiglia... Ed un semplice messaggio lo fece smettere di sognare.
"Vieni in ospedale Steve; è per la mamma".
Solo quello. Nessuna spiegazione.
Il ragazzo si alzò tremante da terra, teso come una corda di violino.
<Io... Io devo andare...> balbettò facendo preoccupare tutti, compresa Natasha.
Non era mai stato così sconvolto in vita sua, e quando si chiuse la porta dell'appartamento alle spalle si sentì sul punto di crollare.
Uscì dalla palazzina ed iniziò a correre il più velocemente possibile, sperando con tutto il suo cuore che non fosse accaduto niente di male.

Quando Steve lasciò la casa di Clint, James Barnes e Tony Stark si scambiarono un'occhiata tesa; poi il secondo lasciò il gruppetto e si recò in cucina per prendere da bere.
Nat si alzò e lo seguì, cercando di osservarlo senza farsi notare.
Tony le dava le spalle e guardava assente fuori dalla finestrella sopra al lavandino.
Bevve velocemente e risciacquò il bicchiere, per poi metterlo via nella credenza.
<Ti limiterai ad osservarmi o dirai qualcosa, Romanoff? So che vuoi farmi una domanda> Nat si bloccò, poi uscì dal suo "nascondiglio" per affiancare Stark.
<Tu e James sapete cos'ha Rogers... Non è vero?> domandò cauta la ragazza, mentre cercava di scorgere un minimo segno nella postura del ragazzo che potesse farle intuire qualcosa. Ma nulla... Stark era impassibile.
<Steve ha una situazione economica e familiare poco rosea. Io e Bucky volevamo aiutare la sua famiglia a saldare i conti dell'ospedale, ma hanno rifiutato i soldi. Steve ci ha solo chiesto di accoglerlo se ne avesse avuto bisogno e di non dire nulla sulla sua sitazione...>.
La ragazza si stupì. Non sapeva però se tale stupore derivasse dal contenuto della frase o dal modo in cui era stata detta.
<In che senso conto dell'ospedale? E cosa intendi con accoglierlo, Stark?> il ragazzo sospirò, combattuto tra il fidarsi di Natasha e il mantenere il segreto dell'amico.
La rossa guardava Tony con un curioso e genuino interesse, misto ad un senso di preoccupazione verso Steve Rogers.
<Qualche anno fa, quando avevo appena iniziato ad essere parte del gruppo, la madre di Steve si è ammalata di leucemia...> iniziò a raccontare Stark <I costi delle terapie e delle visite salirono in maniera esorbitante e per la famiglia Rogers si sono accumulati diversi debiti... Suo padre è sempre assente e lui per fuggire da questa solitudine viene spesso da me o da Bucky> si fermò e sospirò profondamente.
Si sentiva in colpa per aver appena "tradito" la fiducia del suo amico.
<Mi dispiace molto per Steve... Deve essere stato difficile per lui vedere sua madre ammalarsi> mormorò la ragazza.
<Sarah. Si chiama Sarah Rogers> sorrise Tony <Ed è la donna più forte e gentile che conosca. Credo che ti piacerebbe come persona...>.
Nat annuì <Lo penso anche io...>.
<Senti Natasha> il ragazzo si voltò verso di lei e i suoi caldi occhi castani incrociarono i suoi freddi occhi verdi.
<Non essere troppo dura con lui... Cerca solo di esserti amico. Non dare peso ai racconti di corridoio; Rogers è un buon amico in realtà. È dolce proprio come sua madre, e vuole davvero esserti amico>.
<Sei molto legato a Steve?> domandò la russa incespicando un attimo tra due parole.
<È stato il primo a considerarmi a scuola; e anche se il suo migliore amico è Buck, io non posso fare a meno di considerarlo come un fratello...>.
Tutta la sincerità e la dolcezza di Tony fece riflettere la ragazza sui suoi pensieri riguardanti Steve.
Forse aveva giudicato troppo in fretta, senza conoscere nulla sul conto di Steve Rogers. Che stupida che era stata...
<Tony? Sei qui?> una voce femminile interruppe il filo logico dei pensieri di Natasha.
La ragazza dai capelli biondi che aveva visto prima in salotto fece il suo ingresso nella cucina.
<Si Pep sono qui. Mi sono fermato a chiacchierare con Natalie del più e del meno> passò dalla serietà intensa al tono beffardo in pochissimo tempo.
<Natasha... Non Natalie. Piacere di conoscerti> disse la rossa allungando una mano che la bionda strinse con sicurezza.
<Virginia, ma tutti mi chiamano Pepper. Piacere mio>.
Era una bella ragazza, dal fisico magro e slanciato e dal viso delicato.
<Non ti ho mai vista a scuola...> iniziò Nat sotto le risate di Tony.
<Oh... Non frequento quella scuola. Vivo a Manhattan e vengo nel Queens solo quando mi invitano a spendere del tempo con loro> le rispose Pepper gentilmente <Io invece non ti ho mai vista con il gruppo; quindi ero curiosa di sapere chi>.
<Chi cosa?> Natasha non capiva a cosa alludesse, e cercando di capire puntò lo sguardo su Tony che osservava con particolare interesse le sue scarpe.
<Con chi stai?> ripetè Pepper come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Tony rise.
<Nessuno. Sono stata adottata dalla famiglia di Clint ed ora vivo qui> la bionda arrossì e farfugliò delle scuse confuse.
<Comunque... Quando sono venuta a chiamare Tony era per chiedergli se poteva accompagnarmi a casa visto che devo andare>.
<Certamente cara> rispose Tony Stark facendole ridere entrambe.
<Spero di rivederti presto Pepper> disse con sincerità Natasha.
<Tu vieni alla festa di Bucky questo sabato?> chiese e Nat negò confusa.
<Vieni. Io sarò lì... Ciao Natasha ci vediamo sabato> disse infine uscendo dalla cucina con Tony, lasciando la ragazza di sasso.

Lo so, sono stata assente per tutta la settimana; ma ho avuto un periodo molto sressante e complicato con la scuola. Spero che il capitolo vi piaccia, per farmi perdonare aggiornerò molto presto.

~ Riguarda Solo Noi ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora