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POV Gulf

Cercai di togliermi dai piedi chi mi stava placcando e attirai l'attenzione del mio migliore amico, in attesa del momento e della persona giusta a chi passare la palla. Ci scambiammo uno sguardo di intesa e mi lanciò la palla. L'azione durò solo qualche secondo ma fu sufficiente per dribblare l'avversario e portarmi nella traiettoria giusta per affrontare il portiere della squadra avversaria. Lanciai il pallone e feci goal un istante prima del fischio che decretava il termine della partita. Un'esplosione di grida si unì alla mia esclamazione di gioia e puntai un pugno in alto in segno di vittoria. Ero riuscito a ribaltare la situazione di pareggio, il nostro dipartimento aveva battuto quello di ingegneria. I compagni di squadra mi saltarono addosso per festeggiare il goal decisivo. Dagli spalti si levarono grida con i nostri nomi, avevano fatto persino degli striscioni di incoraggiamento che continuarono a sventolare in aria anche a partita finita.

"Sei stato grande fratello." disse il mio miglior amico colpendo la sua spalla con la mia.

"Merito tutto del tuo passaggio. Siamo grandi insieme."

"Gli abbiamo fatto di nuovo il culo. Almeno abbasseranno un po' la cresta fino alla prossima partita. Quest'anno la loro squadra fa schifo." commentò Bright schernendo gli avversari con fare da spaccone. Aveva ragione. Almeno le vecchie leve degli anni passati ci avevano dato del filo da torcere ma adesso si erano tutti laureati e i pivellini non avevano la stoffa dei loro predecessori.

"Devono allenarsi di più se vogliono batterci. Senti come stanno chiamando il tuo nome. Sembra che le tue fans vogliono saltarti addosso." lo presi in giro facendo un cenno verso quelle ragazze che sembravano alquanto isteriche. Alcune di loro sembravano persino sul punto di togliersi il reggiseno per lanciarlo al mio amico, nemmeno ci trovassimo al grande concerto di Woodstock.

"Non sono interessato." il suo menefreghismo nei confronti delle sue groupie era magistrale. Non gli era mai importato della fama. Odiava essere pedinato perché classificato come bello e irraggiungibile, lo infastidivano quelle cose. Anche per me era lo stesso. Lui era il figo con il broncio perenne, io quello con il sorriso splendente. Una combinazione perfetta direi. Il giorno e la notte. Sentendomi osservato, lanciai un'occhiata tra gli spalti e feci un sorriso. Dalla descrizione che aveva fatto il mio amico, quel ragazzo che ci stava fissando intensamente doveva proprio essere il Nong che stava ossessionando Bright. Al suo fianco c'era un altro uomo ma non riuscivo a vederlo bene in quanto mi dava le spalle mentre parlava al telefono, ma era piuttosto vicino fisicamente al Nong. Però...che belle spalle, ampie e forti. Come sarebbero sembrate se qualcuno avesse graffiato quella pelle lattea? Che strano pensiero. Da quando fantasticavo sugli uomini? Però quell'uomo in particolare aveva qualcosa che continuava ad attirare la mia attenzione, era più forte di me. Volevo osservare meglio il più giovane per capire come poter aiutare il mio amico ma il più grande era come un magnete per i miei occhi. E non lo avevo nemmeno visto in faccia!

"E' lui?" chiesi a Bright indicando con il capo le due figure sugli spalti.

"Cosa ci fa ancora qua? Pensavo che non sarebbe venuto." al suo sbuffare per sembrare infastidito della cosa non gli credetti per niente. Doveva recitare meglio se voleva sembrare più veritiero. Cercava di non farsi notare ma il suo sguardo era calamitato sul Nong, come il mio sul Phi. Si vedeva lontano un miglio quanto in realtà non fosse disinteressato. Che idiota.

"Ma se è dal riscaldamento che continui a guardare gli spalti in ansia per quando sarebbe sbucato fuori. Ammettilo, lo stavi aspettando."

"Io non...okay! Va bene, hai vinto tu." si arrese lui bevendo dal suo thermos. Non era contento di quell'ammissione. Forse era persino la prima volta che ammetteva di provare qualcosa per qualcuno di inaspettato e quel Nong decisamente lo era.

Make me blushDove le storie prendono vita. Scoprilo ora