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Dall'altra parte del regno, lontano da tutto e da tutti, viveva Jimin, in un casotto decadente e quasi divorato dalle piante della foresta, dove la natura era così bella da sembrare un mondo magico.

Jimin era un giovane ragazzo, dai capelli neri come la pece e gli occhi blu, dentro i quali chiunque poteva perdersi e non uscirne più fuori.

Ogni giorno doveva aiutare i suoi genitori ormai anziani, doveva tramandare la tradizione della loro famiglia, che andava avanti da secoli e secoli.

Sua madre lo mandava tutte le mattine a procurarsi del cibo nella selva, da portare a casa.

Era sempre cauta a tenere suo figlio all'oscuro delle persone che potevano passare da un momento all'altro.

I cacciatori avrebbero potuto ucciderlo a causa del suo segreto, che baciato dalla luce del Sole e della Luna si svelava.

«Figlio mio, presta molta attenzione, sai bene cosa c'è là fuori e cosa successe a tuo fratello.
Non voglio perdere te come ho perso lui.
Attento, arriva a casa sano e salvo e portaci oggi più cibo che puoi.»

«Certo madre, farò come dici e starò attento.»

«Bravissimo. In occasione di questo giorno, ovvero il tuo ventunesimo compleanno, sarai in grado di utilizzare una nuova abilità e quando saprai padroneggiarla sarai perfetto.»

«Va bene, ora vado.»

«Sta' attento, mi raccomando!»
disse quindi preoccupata la madre mentre Jimin si allontanava.

Camminava tra gli alberi guardandosi intorno, osservando la vita della natura che lo circondava, ma tendeva l'orecchio e aguzzava la vista per controllare gli eventuali pericoli.

L'aria era davvero fresca e molto piacevole.
Goccioline di rugiada cadevano da alcune foglie e gli uccellini si svegliavano cantando le loro delicate melodie.

Le cerbiatte e i piccoli si abbeveravano nell'incontaminata sorgente della grande foresta.

I lupi, guidati dal capobranco, cercavano del cibo da portare ai cuccioli.

Il capobranco era un grosso lupo grigio, aveva gli occhi celesti.

Come i cani alzano la coda alla vista di colui che riconoscono e proteggono, così il lupo grigio si avvicinò velocemente a Jimin leccandogli le mani.

Jimin si abbassò e lo accarezzò, iniziando a parlargli dolcemente.

«Buongiorno anche a te. Cosa mi dici oggi? Hai qualche novità?»

Il lupo si mise seduto e guardò negli occhi Jimin.

Quest'ultimo ricambiò lo sguardo.
Un raggio di sole filtrò dagli alti rami del bosco, illuminando il suo viso.

Posizionandosi all'altezza dell'animale, un folto manto scuro iniziò a crescergli insieme ad una lunga coda.

Si era trasformato in lupo nero.
Il cibo per la sua famiglia avrebbe dovuto procurarselo in quella condizione.

Nell'aria percepiva un odore diverso dal solito.
Probabilmente era questa l'abilità di cui parlava sua madre quella mattina.

Scambiò un ultimo sguardo d'intesa con il capobranco e poi si separò dagli altri lupi per andare a verificare se ci fosse qualche intruso.

Da quel giorno, inoltre, era suo compito contribuire a difendere il bosco dagli estranei, che non conoscevano l'Antico Segreto della foresta.

Mantenendo la sua forma di lupo, Jimin si diresse verso la fonte dello strano odore.

Silenziosamente appoggiava una zampa dopo l'altra, senza fare un minimo fruscio tra le foglie, cercando di stare nascosto tra i fusti del sottobosco.

Arrivò a destinazione.

'Ma perché c'è un essere umano proprio qui nella mia foresta?
Non può restare un minuto di più'
Pensò osservandolo scrupolosamente.

[...]

Jungkook fissò il lupo nell'ombra, era come stregato dai suoi profondi occhi blu.
Un improvviso tepore e leggerezza avvolsero il suo corpo.

Avvicinandosi tese l'arco e puntò la freccia verso il lupo.
Era talmente concentrato che non sentiva il mondo attorno a sé.

«Ah vedrai oggi come quegli schifosi dei Kim e mio padre rimarranno a bocca aperta.
Una bellissima pelliccia nera sarà il mio trofeo.»

Si leccò le labbra e si preparò a scoccare la freccia, non una qualunque, ma una freccia d'oro.

Jimin era molto spaventato e non sapeva cosa fare, non aveva via di scampo.
Temeva fosse la fine.

'Non posso tirarmi indietro, devo tornare a casa.'

La disperazione stava prendendo il sopravvento, ma cercò di mantenere la calma.

Indietreggiò per scappare.
Tra i cespugli corse lontano, sperando di evitare l'umano.

Jungkook montò subito a cavallo e inseguì Jimin.

Scoccò la freccia dorata.

Tuttavia il colpo non andò a segno.
Non l'uccise come prestabilito ma gli procurò una ferita all'occhio destro.

Jimin si accasciò a terra a causa del dolore.

Jungkook lo raggiunse e si mise vicino al lupo per controllare cosa aveva fatto.

«Aish! Beh finirò il lavoro così.»

Sfoderò la sua spada e, in procinto di finire una volta per tutte l'animale, una forza lo bloccò.

Sembrava una forza magica, che lo indusse ad avvicinarsi maggiormente a Jimin.

La spada cadde dalle mani tremanti e le passò tra il soffice manto nero.

A Jimin scese una lacrima e stranamente Jungkook se ne accorse.

Si lamentava per via della ferita.
Doveva andarsene, ritornare a casa dai suoi genitori che avevano bisogno di lui.

I suoi occhi incrociarono quelli dell'umano, che lo stava accarezzando.

«Che cosa ho fatto...»
Sussurrò Jungkook, perso nello sguardo dell'altro.

Si staccò una collana che portava sempre e la mise al collo del lupo.
Come pendente aveva un lucchetto ed una chiave.

Jungkook ne teneva una uguale con lo stesso lucchetto.

«Ehi lupo, conserva la chiave. Potrà aprire solo questi due lucchetti. Ora vattene!»

Jimin si alzò e corse più veloce che poteva, pensando in continuazione all'umano.

Rifletteva sul fatto che l'umano fosse un ragazzo inizialmente avido, ma poi poteva sciogliersi ed aveva un aspetto raffinato.

Doveva in qualche modo vederlo nuovamente.

An Ancient Love ; (p.jm + j.jk) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora