«Chi è realmente?»Un attimo di silenzio che sembrava un'eternità.
Jimin e Jungkook con gli sguardi incatenati, pensierosi sul fatto di svelare la sua vera identità.
Un leggero cenno di approvazione e si ritorna alla parola.
«Ecco, si chiama Park Jimin...»
I genitori sussultarono e rabbrividirono udendo quel nome, le loro espressioni si accesero di insicurezza e lieve timore.
«S-sei proprio tu?»
Il re domandò rivolgendosi a Jimin.«Cosa intendete padre?»
Jungkook non capiva il motivo di tale questione e si limitò ad ascoltare.
«Sei l'ultimo figlio di Park Jaesung, lo Stregone Supremo?»
Jimin abbassò gli occhi, non si aspettava che venisse riconosciuto come figlio di un criminale.
Suo padre aveva commesso molti crimini prima di ritirarsi nella sua dimora.
Erano tempi difficili e oscuri, la gente era così terrorizzata che nemmeno metteva piede fuori per i bisogni quotidiani, cui il cibo e altre provviste.
V'era la fame, la peste e qualsiasi altra cosa catastrofica, quando l'Ombra passava e si nutriva, mietendo infinite vittime.«Sì, sono io. Ma non sono come mio padre, lui era un mostro. Ora sta in uno sconcio capanno nel cuore della Foresta, nel quale anche io vivevo miseramente.
Si è indebolito parecchio da quei tempi. Tuttavia gli sarà altrettanto semplice riacquistare il suo potere, se volesse vendicarsi di qualcuno.»«E allora?! Allora cosa faremo!? Il mio regno non può affrontare di nuovo l'Ombra, è troppo forte, sarà la fine!»
Il re era disperato, aveva appena parlato con una bestia, figlia di un mostro.
Non ci poteva credere.
La moglie cercò di rassicurarlo, spiegando che nel giovane aveva visto un animo gentile e puro, tipico degli esseri magici come lui.
D'altra parte erano davvero grati che avesse salvato e riportato indietro suo figlio.I due fidanzati si riavvicinarono, ancora purtroppo separati dalle sbarre, e si scaldarono con i loro respiri.
«Jiminie, ho paura, non voglio perderti a causa della sua vendetta.»
Una lacrima gli solcò la guancia.
«Lo so Kookie, nessuno ci deve allontanare. Se uno di noi mancasse, l'altro non potrebbe viverne senza. Farò in modo che non accada, stai tranquillo, io ci sarò sempre per te.»
Gli lasciò un bacio sulla testa e gli accarezzò la schiena, nonostante quelle pesanti catene che gli martoriavano i polsi gli rendessero faticoso ogni movimento.
«Jungkook, adesso verrai con me, dobbiamo decidere alcune cose.»
Si alzò velocemente per andare nella Sala reale, ma prima espose la sua richiesta.
«Padre, mentre noi parliamo preferirei che Jimin si lavasse, mangiasse e si riposasse nelle mie stanze, possibilmente quella con la terrazza a giardino, e gli venissero donati degli abiti adeguati e confortevoli, con permesso.»
Il re esitò qualche secondo, però alla fine glielo permise.
«Come desideri figliolo, i tuoi servitori se ne occuperanno.»
«Vi ringrazio padre.»
Salutò Jimin con un bacio a stampo sulle labbra e si diressero in direzioni opposte, rispettivamente nella grande Sala e nella camera.
Durante il tragitto entrambi erano piuttosto agitati, soprattutto il principe. Sperava che il padre non gli desse cattive notizie.
Anche Jimin lo era per questo, ma non solo.
Per la prima volta si trovava all'interno di un castello magnifico, e per di più la residenza dei reali.Avrebbe dovuto farci l'abitudine con tutta quell'immensità, ricchezza e bellezza perchè, presto, sarebbe divenuta pure la sua.
Fu accompagnato nella camera più grande appartenente al principe; un bagno caldo e profumato e dei vestiti freschi e puliti lo attendevano.
Si era rallegrato nel vedere qualcosa preparato appositamente per lui. Non riceveva un trattamento simile da tanti anni.
I servitori chiesero se avesse bisogno di essere lavato, vestito e quant'altro, ma rispose che l'avrebbe fatto per conto suo, desiderava veramente rilassarsi e riprendere energie.
Essi lasciarono dunque la stanza e Jimin si lasciò andare nella tiepida acqua dalle fragranze delicate, che gli piacevano e gli si addicevano molto.
Nel frattempo si guardava intorno, osservando un letto a baldacchino con tende di velluto rosso rifinite in oro, una spessa coperta imbottita con piume d'oca e di seta rossa con disegni dorati e cinque cuscini belli paffuti.
I mobili erano in legno di noce massiccio, tirati rigorosamente a lucido; l'arredamento era quasi del tutto composto da oggetti d'oro o dall'aspetto perlato.
C'era una grande finestra che dava su di una terrazza, anch'essa tanto estesa. Era infatti una sorta di giardino, ordinato e stupendo da vedere.
Nell'insieme, tutto ciò rese Jimin particolarmente euforico.
Uscì dalla vasca, si asciugò per bene ed indossò l'elegante completo di raso nero che trovò lì sul letto.
Mise i pantaloni, infilandovi dentro la camicia, leggera come un velo, chiudendo con una cintura abbastanza alta e splendidamente decorata.
Calzò degli stivaletti che avevano un po' di tacco ed erano perfetti.
Si diede una veloce pettinata ai soffici capelli corvini e, infine, si mise la giacca, allungata dietro.Fissò il "nuovo" sé stesso allo specchio. Finalmente il suo aspetto era degno di quello del fidanzato del principe.
Sorrise soddisfatto. Tuttavia, qualche briciola di stanchezza era ancora rimasta. Notò infatti di avere le occhiaie e si sentiva assonnato, dopo il bagno rigenerante.
Decise di uscire sulla terrazza, il panorama era a dir poco mozzafiato.
Si sedette su una poltrona comodissima, nell'incavo di un enorme albero, e iniziò a mangiare alcuni spuntini che gli erano stati preparati.
'Qui è tutto così perfetto, mi sento in paradiso.'
pensò prima di mordere una succulenta pernice arrostita con uno squisito contorno di patate lesse.Quando fu sazio si alzò e, passeggiando, vide un flauto nero dall'aria famigliare posato sulla parte ripiana del tronco di un grosso arbusto.
Lo prese in mano e il suo tocco gli provocò un brivido.
Gli balzarono alla mente numerosi ricordi legati ad esso.'Il flauto che mi diede mio padre per i quindici anni...perché è qua? Non è possibile.'
Il ricordo lo trasportò e suonò una dolce melodia insegnatagli dal padre.
Da questo momento in poi non si sarebbe più tornati indietro.
Il dado era tratto.
L'Ombra si era risvegliata, ahimè, con il suono del flauto, così importante per Jimin, un legame così forte con la famiglia, non poteva dimenticarlo.
A sua insaputa, il flauto era stato stregato da colui che era spietato e in cerca di riscatti.
Per ora, non poteva farci nulla.
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An Ancient Love ; (p.jm + j.jk)
Ficción históricaJeon Jungkook, un viziato e miserabile principe medievale, erede al trono del più potente re della zona. Park Jimin, un giovane fanciullo dall'aspetto principesco ma povero e molto spesso sfortunato. Quando nessuno se lo sarebbe mai aspettato, per...