1- non ho bisogno di amici

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ciao a tutti, non voglio perdermi in chiacchiere quindi vi voglio solo dire che userò <-> per far pensare i personaggi e <"> quando stanno parlando e la storia è dal punto di vista di killua

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-finalmente è finita- dissi fra me e me. era stata una giornata faticosa. non ne potevo più di uccidere, non ero fatto per questo, non mi avevano fatto nulla quelle persone che mi guardano con quello sguardo sincero chiedendomi "perché? perché lo fai?" beh, io avrei tanto voluto rispondere, avrei voluto dire che non era colpa mia, ma neanche questo mi è permesso.

mi sdraiai sul letto al pensare al perché non ero ancora scappato da quella pazzia, non mi piaceva affatto vivere in quella maniera. accesi il telefono, nessuna notifica, beh, chi mai potrebbe scrivermi? non ho mai dato il mio numero a nessuno se non alla mia famiglia, solo che volevo così tanto che qualcuno mi scrivesse, anche se non lo avevo ancora capito. mio padre, mio fratello, mi ripetevano sempre che non avevo bisogno di amici, avrei finito per tradirli. io non sapevo se crederci o meno, ma in quel periodo mi sentivo così solo. passavo le mie giornate sdraiato sul letto a fissare il soffitto, in attesa che mio padre mi disse di uccidere qualcuno, lo so, non mi piaceva uccidere, però non avevo nient'altro da fare durante la giornata, era un passatempo, anche se lo odiavo.

-mi odio- pensai -non voglio vivere così-
ma non potevo ugualmente fare nulla, quello era il mio lavoro. volevo qualcuno che mi capisse, capisse come mi sentivo. odiavo me, odiavo me e la mia famiglia, odiavo la mia vita. non ne potevo più. -io non sono così- continuavo a ripetermi.

mi alzai e mi affacciai dalla finestra sul mio enorme giardino, era un'enorme villa. -come vorrei vivere in una casa normale- pensai, anche se sapevo che era impossibile.

era primo pomeriggio, presi il mio telefono con le cuffiette attaccate, aprii la porta della mia stanza e entrai nel lungo corridoio. scesi le scale e aprii nuovamente la porta, cancellai la mia presenza per non farmi sentire da nessuno, non volevo che qualcuno mi interrompesse facendomi stupide domande che mi facessero perdere tempo.
mi trovai in giardino, o meglio, noi lo chiamavamo giardino, ma era veramente immenso. corsi in direzione di un albero, ancora con il telefono in mano, e mi accovacciai appoggiato a questa enorme quercia. mi misi le mie cuffiette e spinsi il bottone "play" per ascoltare la mia canzone preferita, si chiamava "mr loverman" la amavo. guardai il cielo senza nemmeno una nuvola, mi sdraiai sul prato morbido come una nuvola. -avrò mai un amico?- pensai. poi mi chiesi il motivo di quella domanda, a me non servivano amici, no? perché allora me lo sono chiesto? -che domande, non ne ho bisogno- pensai nuovamente con un'aria apatica.

la canzone era finita e io stavo per rimetterla quando mi cadde un auricolare, lo presi al volo, ma quando tentai di rimettermelo notai che la mia guancia era bagnata. mi toccai gli occhi -sto piangendo?- mi domandai -perché? piangere è da deboli, io non sono debole- mi asciugai veloce le lacrime con le mani con molta paura che qualcuno mi avesse visto. per l'imbarazzo ritornai in camera mia, sempre celando la mia presenza. mi guardai allo specchio -perché? perché hai pianto?- guardandomi ero sempre più triste, avevo gli occhi rossi, dovevo smetterla, non avevo mai pianto in vita mia.
presi il mio cuscino e ci strofinai sopra la mia faccia, mi lasciai cadere sul letto, infilai la faccia dentro il cuscino e urlai, la camera era insonorizzata. urlai, urlai e urlai ancora, non ne capivo il motivo, ma mi aiutava a farmi sentire meglio. alzai la testa con gli occhi che a malapena riuscivano ad aprirsi, guardai il cuscino. era zuppo di lacrime.
-io.. sono debole?- mi chiesi. guardai le mie mani, stavano tremando.
* toc toc *(fate finta sia il rumore di qualcuno che bussa) "posso entrare signorino killua?

mi asciugai in fretta le lacrime, nascosti il cuscino e cercai di calmarmi, cercai di essere il killua di sempre.
"si goto, entra"
"oh ecco, silva mi ha chiesto di riferirle che domani comincerete ad andare a scuola, ormai ha 14 anni e non ha ancora ricevuto un'istruzione, prepari i bagagli, andrà a vivere li per i prossimi 5 anni, tutte le superiori."
ero sconvolto. non sapevo se essere felice o triste. cosa gli avrei dovuto rispondere? forse mi sarei fatto degli amici? però io odiavo eseguire gli ordini. mi limitai a muovere la testa per far vedere che avevo capito.

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finalmente è finita (killuaxgon)[sad] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora