Un Giorno come tanti

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-《Ecco, un'altro giorno ripetitivo e inutile come tanti..》Jotaro Kujo, un bel uomo di 23 anni. Aveva dei bellissimi capelli neri, e degli occhi chiari che ricordavano degli smeraldi con sfumature azzurro oceano, portava sempre con sé un cappellino bianco con alcune spille che lo adornavano. Egli era un ragazzo bello quanto introverso e taciturno, non aveva molti amici perchè era solito chiudersi in sè stesso, ma in verità non voleva nemmeno lui provare ad averne, perchè viveva con il peso di un'avvenimento accaduto quando lui aveva solo 17 anni che gli segnò l'intera vita, ovvero la morte di 2 suoi cari amici e di Noriaki Kakyoin il suo "migliore amico". Del resto fu propio quest'ultimo a lasciarli il segnò più grande e doloroso, il peggio è che Jotaro in parte si sentiva anche colpevole per la sua scomparsa, in quanto secondo lui avrebbe potuto proteggerlo evitando così la sua morte.
Dopo anni passati a meditare sui vari avvenimenti aveva capito che forse per lui era più di un migliore amico, anche se non voleva ammetterlo a se stesso al 100%.

Quella mattina il ragazzo era particolarmente di cattivo umore. Stava stravaccato sul divano, sorseggiando del caffè, contemplando una vecchia fotografia, quando ad un certo punto suonò il campanello:
-《E mò chi cazzo è...ARRIVO!!》
Prese la sua giacca bianca dall'appendiabiti e aprì la porta.
Davanti a se si ritrovò un uomo dai capelli bizzarri in sedia a rotelle. Aveva delle gambe metalliche e portava una strana benda viola semi trasparente che copriva l'occhio sinistro, dove si poteva notare una brutta cicatrice. Egli appena vide il moro esclamò;
-《Bonjour mon ami! Da quanto tempo!》

-《Polnareff?! Che ci fai quì?》
Vedendo quest'uomo bizzarro nel viso del moro fece capolino un piccolo sorriso che non uscì inosservato al ragazzo più grande;

-《Dai ammettilo. Ti sono mancato》

Jotaro fece una smorfia sarcastica per la domanda scherzosa posta dal suo amico e poi si chinò per dare un abbraccio sincero a quell'uomo mal concio.

-《Ti vedo bene...》 affermò con un leggero tono ironico il ragazzo.

-《Si...molto simpatico, guarda che queste gambe metalliche sono una figata e poi ora mi abbino perfettamente al mio stand.》
-《Comunque non sono venuto fin quì per chiacchierare, sono quì per parlarti di una cosa seria.》

-《Ok...entra.》Jotaro spalancò la porta, fece entrare il suo amico, e con non curanza la richiuse alle sue spalle. Polnareff all'improvviso girò di scatto la sedia a rotelle e guardò male il moro.
-《Hey hey hey, bella merda che sei, non le hai dato nemmeno il tempo di entrare! Sei sempre stato una frana con le donne.》

Jotaro guardò confuso il francese;
-《Ma di che diavolo parli?》

Il ragazzo dai capelli argentati scoppio a ridere.
-《Parlo di mia moglie. Le hai chiuso la porta in faccia, se non fossi impedito ti avrei insegnato un po' di Bon Ton》

Jotaro mortificato riaprì velocemente la porta. Davanti a sé vide una bellissima ragazza che portava un bambino di circa 2 anni tra le braccia, era bionda e aveva dei capelli lunghi che con un ciuffo gli coprivano leggermente l'occhio destro.
Sul viso di essa si poveta notare un'espressione abbastanza irritata.
-《Le sembra il modo di trattare un ospite?!》esortò la donna guardandolo dal basso verso l'alto. Aveva uno strano accento italiano.

-《Scusa, non sapevo che Polnareff-
La giovane varcò l'ingresso ignorando completamente il corvino che nascondeva il viso dietro al cappello, consapevole di aver fatto una magra figura.

-《Devi scusarlo cara, non è abituato alle visite improvvise》Polnareff prese delicatamente il bambino che aveva la donna in braccio e lo fece accomodare gentilmente sulle sue gambe robotiche, e poi con un sorriso a trentatré denti esclamò;

-《Bene! iniziamo con presentazioni! Cloe lui è Jotaro Kujo, Jotaro lei è mia moglie, Cloe Bianchi. ci siamo conosciuti in Italia 4 anni fa per una ricerca sugli stand e ora siamo felicemente sposati e abbiamo questo piccolo diavoletto di nome Marcell, ma presto arriverà un nuovo o una nuova peste.》

Jotaro non sapeva cosa dire, per qualche motivo non riusciva nemmeno a fingere un sorriso, provava una certa tristezza ma non sapeva la vera fonte di essa. Il motivo però era evidente anche se non voleva accettarlo, lui non aveva mai formato una famiglia tutta sua con la donna o l'uomo che amava, e tutto ciò gli creava un enorme vuoto e una leggera invidia nei confronti del suo amico che al contrario suo sembrava molto felice.

-《Capisco...solito mutismo. Ma tranquillo c'è quì Polnareff ad aiutarti.》la ragazza sentendo l'affermazione di suo marito ridachiò.

-《Aiutarmi?》Jotaro confuso prese un pacchetto di sigarette sigillato, prelevò una sigaretta, se la posizionò tra i denti e l'accese;
-《A cosa dovresti aiutarm-

-《FERMATI RAZZA DI IMBECILLE! Hai intenzione di intossicare mio figlio?!》
Esortò improvvisamente la ragazza alzandosi di scatto dal divano interrompendo il moro. A passo svelto si avicinò al lui, e da ella uscì uno strano spirito dalle sembianze umanoidi femminili che emanava una strana luce dorata abbagliante, ciò che risaltava di più in quello spirito era una clessidra che aveva incastonata sull'addome, quest'ultima piano piano iniziò a girare per poi fermarsi.
-《Evita! Fumare fa molto male, soprattutto ai bambini e anche a me che sono incinta》

Il corvino fece per prendere la sigaretta e spegnerla ma non c'era più nella sua bocca.
-《Ma dove diavolo-》

-《È ritornata nel pacchetto dov'era prima, dopo se vuoi la potrai riprendere ma lontano dai nostri polmoni.》rispose la donna.

-《Strabiliante vero? Siamo venuti proprio per parlarti di questo》

-《Siete venuti per fare trucchetti magici con le sigarette? Grazie ma no, e ne faccio anche a meno di una donna sclerata con crisi da parto》rispose il moro mentre fissava stranito il pacchetto di sigarette nuovamente ben sigillato chiedendosi cosa avesse effettivamente fatto la bionda per farlo tornare come prima.

《Il MIO stand è molto speciale ed è ancora soggetto di molti studi, infatti riesco a far tornare indietro il tempo, ma anche farlo andare in avanti, posso scegliere su cosa, su chi, e su quanti soggetti possa influire ciò. Posso scegliere quanto deve passare o quanto tempo deve retrocedere, ho anche il potere di controllare la velocità che percorono le cose e gli essere viventi, insomma ho pieno controllo del tempo...più o meno》

-《Jotaro tu non sai quanto ci abbiamo messo per capire le complesse dinamiche di quello stand e ancora oggi rimane per noi un mistero. È stato difficilissimo dominarlo. Jojo comprendi!? Grazie a questo stand forse potremo salvare Abdul, Iggy...e beh anche Noriaki!》Esclamò Polnareff.

Il moro era incredulo. Dallo shock gli cedettero le gambe e si accasciò a terra. Quasi non ci credeva, aveva la remota possibilità di far tornare con se l'uomo che amava, gli sembrava un sogno.
Il francese gli si avvicinò goffamente e posò la mano sulla sua spalla in segno di conforto.

[𝙹𝙾𝚃𝙰𝙺𝙰𝙺] Farei Di Tutto Per TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora