Capitolo 19

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SAN'S POV:
Quando avevo 7 anni, i miei genitori decisero di separarsi. Non era un divorzio a tutti gli effetti, era più una pausa, che durò circa 8 anni.
I motivi di questa decisione erano due. Il primo è che mio padre lavorava lontano e quindi per comodità decise di trasferirsi. L'altro è che lui non provava più gli stessi sentimenti per mia madre.
Lei ne soffri molto, si era lasciata completamente andare. Il lavoro le salvo la vita, poiché le permise di avere una routine.
I miei dovevano lavorare sodo per poter mantenere me e mia sorella.
Si mia sorella.
Oggi non la considero più tale.
A quel tempo, però, eravamo molto legati. Io letterale dipendevo da lei. Facevo tutto quello che faceva lei. La seguivo letteralmente come un cagnolino.
Per me era un esempio. La perfetta sorella maggiore.
Mio padre e mia sorella quando decisero di andare via non dissero nulla a nessuno.
Ovviamente mia madre ne era a conoscenza, ma io no. Io non sapevo nulla di questa situazione.
Erano assenti oramai da un paio di giorni. Quando chiesi a mia mamma dove fossero lei mi disse che erano andati a fare delle cose in città e che sarebbero tornati.
Io ci credetti.
Mi ricordo ancora il giorno in un lo venni a sapere.
Finita la scuola tornai subito a casa. Solitamente andavo dai nonni, ma decisi di non andarci.
Verso quell'ora mia madre sarebbe dovuta essere a lavoro, invece, quando entrai dalla porta la vidi piangere sul pavimento.
Era distrutta, completamente a pezzi.
Io avevo paura, infatti non corsi immediatamente da lei. Rimasi lì fermo a fissarla. Ero come paralizzato.
Per raggiungerla feci piccoli passi. Più mi avvicinavo, più sentivo una specie di onda che riusciva a trasmettermi tutti i suoi dolori.
Cominciai a piangere silenziosamente.
Mi avvicinavo sempre di più a lei.
Una volta arrivato, mi sdraiai sul pavimento, accanto al suo corpo.
"mamma" dissi con voce tremolante e bassa
Lei non mi disse nulla.
Io la guardai.
Con le lacrime agli occhi le diedi un'abbraccio.Le mie braccia non erano abbastanza grandi per poterla avvolgere, ma le allungai il più possibile. Il mio viso era ricoperto di lacrime, sia le mie, sia le sue.
"San..."mi disse mentre mi asciugava il viso con la manica del maglione.
"Haneul e il papà non torneranno per un po'" mi disse singhiozzando.
...
Mio padre teneva molto al nostro rapporto. Non voleva essere un padre assente, voleva mantenere il nostro legame. Infatti durante la sua assenza mi chiamava almeno 3 volte alla settimana.
Nonostante tutto quello che lui ha fatto a mia madre non l'ho mai giudicato, alla fine queste cose succedono ed io non posso farci nulla.
Ma ci fu una cosa che mi ferì brutalmente, il comportamento di mia sorella.
Non si fece sentire quasi mai, solo per gli auguri o a volte capitava che chiamava, ma sicuro non di sua volontà.
Non si faceva mai viva.
Io ho provato a contattarla più volte, ma c'era sempre una scusa per la quale non poteva parlare.
Non si comportava così solamente con me, ma anche con mia madre.
Dopo 8 anni tornarono a casa.
Mia madre, una donna innamorata e vulnerabile, accetto mio padre senza troppe esitazioni.
Quando rividi Hanuel, mi aspettavo un comportamento completamente diverso, del tipo un abbraccio o una parola, insomma qualsiasi cosa che mi facesse capire che ci teneva. Ma nulla, non mi guardò neanche.
Il nostro rapporto rimase così. Io che cercavo di legare e di ricominciare, e lei che non faceva nulla.
Ad una certa, la mia pazienza si è stancata e la voglia di tentare è sparita.
La svolta avvenne quando, una volta debuttato e raggiunto il successo, lei inizio a farsi viva. Mi chiedeva di darle visibilità e di parlare di lei. Voleva entrare nel mio mondo attraverso me.
Non era da lei.
Fu la goccia e face traboccare il vaso.
WOO POV:
San mi sta raccontando tutto quello che ha passato sulle scale. Ha la testa puntata verso il basso.
Non piange più, ma è estremamente triste.
Le sue mani tremano. Gliele prendo e mi avvicino a lui.
Gli prendo la testa e le appoggio sulla mia spalla.
San ricomincia a piangere.
Lo avvolgo nelle mia braccia e non dico nulla.
Mi appresto a stare zitto. Penso che sia la cosa migliore da fare in questo momento. Un abbraccio dice di più di mille parole messe lì tanto per dire qualcosa.
Dopo una ventina di minuti seduti sulle scale, decido di alzarmi.
"San-ha"
Alza lo sguardo
"Andiamo dentro"
Gli allungo la mano e lui la prende.
Quando entriamo mi dirigo in cucina.
"Hai fame? Vuoi qualcosa da mangiare?"
Non risponde.
"Mangiare qualcosa ti farà stare bene"
Non dice nulla
"Ma che gli prende... adesso fa stare male anche me" penso tra me e me
"Va bene ti cucino qualcosa okay? Tu intanto vai a farti una doccia, vedrai che ti farà stare bene"
San ubbidisce subito.
"Cazzo sembra un stupido robot" dico sussurrando
...
"Tadaaa!!"
"Ti senti un po' meglio?"
"si"
"Bene, allora...ho fatto qualcosa di semplice"
Gli avvicino il piatto.
Inizia a mangiare ciò che gli ho preparato. Intanto io metto a posto la cucina.
Gli ho cucinato un pezzo di carne al sangue con un po' di verdure.
"Ti piace?" dico ad una certa
"si" annuisce con la testa
"La carne è cotta bene? Le verdure come sono?"
"si è cotta bene e le verdure mhh... sono... a dire la verità non lo ho ancora provare"
"Perché no?"
"E che non mi piacciono..."
"Aish"
Gli prendo il piatto con le verdure e glielo tiro via
"No no tranquillo le mangio" dice riaffermandolo
Lo mollo e vedo che inizia a mangiarle tutte di un colpo
"Ma cazzo San" dico ridendo
Mi guarda e fa un sorriso. Vedo la sua sofferenza negli occhi, ma penso che, questa volta sia per le verdure.

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