Testa

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Un bel giorno Master e Pulcino, mentre camminavano nel bosco, videro una testa scappare.

Beh, insomma, scappava come solo un una testa di plastica può fare. Rotolava e rotolava e lo faceva in modo bizzarro.

"L'hai vista anche tu, Master?"

Master annuì e insieme a Pulcino cominciarono a seguirla.

La rincorsero quasi fino al fiume, quando, vedendola tutta sporca di terra e con il fiatone, decisero di farle qualche domanda.

"Signora Testa, mi scusi, potrei chiederle qualcosa?" disse il pulcino, allungando il suo beccuccio in direzione della testa che, un po' stranita e po' agita, girò su se stessa come una trottola.

"Altolà, chi va là!" disse la testa.

"Non ti agitare!" le disse Master "siamo della Resistenza."

La testa fece un respiro di sollievo.

"Quindi non siete spie di Mamma?"

Il pulcino e Master si guardarono alzando le spalle.

"Noi "Mamma" non la conosciamo!"

Testa fece un altro sospiro.

"Meno male, perché Shaara mi ha detto di non farmi mai scorprire..."

"E perché Shaara ti ha detto di non farti vedere?" chiese Pulcino.

"Beh, è una storia molto lunga, ma se volete posso raccontarvela."

"Sì, dai, raccontaci questa storia!" disse Pulcino, saltando sull'erba.

Testa sospirò ancora e ancora, praticamente sospirava dopo ogni parola, però, si mise comoda:

"Vedete, qualche tempo fa, in un paese lontano lontano, nacque una bambina, ma nessuno la voleva, proprio nessuno, nemmeno la mamma."

Master osservò Pulcino commuoversi, così fece lui la domanda:

"E perché nessuno la voleva?"

"Ci vorrebbero troppe ore per raccontarvi tutto ma, per farla breve, la mamma e il papà avevano già due figli e si sentivano al completo. Inoltre erano ricchi, così ricchi che non salutavano mai nessuno. Ma un giorno, la Mamma incontrò una zingara cattiva e, poiché Mamma non voleva darle nulla, la zingara la maledì. Voi credete alle maledizioni?"

"Io no!" disse Master.

"Io, invece, ci credo!" obiettò il pulcino, che stanco di ascoltare in piedi si mise a sedere sul prato.

Anche Master si mise a sedere e dopo, con un dito, spostò la testa in modo che potessero guardarla negli occhi.

Pulcino batté le ciglia e solleticandosi un'aluccia disse a Testa:

"E, allora?"

"Allora..." riprese Testa" da quel giorno tutto andò storto per Mamma, Papà e i due bambini, e in un certo modo anche per la piccola Shaara perchè per tutti divenne invisibile. Così trasparente che per non farla morire di fame o, forse per paura della polizia, la Mamma prese una tata."

Questa Tata era tanto carina ma i fratelli, anche se ormai erano grandi, erano gelosi e anche molto cattivi sia con Tata che con la piccola Shaara.

Difatti, dopo il fatto della zingara, il fratello di Shaara cominciò a drogarsi e la sorella più grande mostrò i primi segni della pazzia. La malattia diventò molto grave, e la sorella cominciò a pensare che la piccola Shaara, ancora incapace di camminare, fosse una strega e, ogni sera, quando tutti dormivano, cercava di ucciderla.

Per fortuna c'era Tata che la controllava e, dopo aver pregato la Mamma, la convinse a mettere Shaara in una stanza lontana da tutti, protetta dalla povera sorella malata. Fù così che Shaara venne reclusa in una soffitta. Era una soffitta grande, colma di libri e di giocattoli, ma la piccola Shaara si sentiva sola.

Erano passati dieci anni dal giorno che era nata e la mamma, ritenendola superflua, aveva mandato via Tata e Shaara era sempre più triste. Così triste e sola che decise di darmi un nome e da quel momento ho preso vita."

"Che bello!" disse Pulcino, poi guardando felice verso Master aggiunse: "quindi, Shaara aveva un'amica?"

"Sì!" disse la testa della bambola "Ci promettemmo amicizia eterna e da allora cominciammo a giocare insieme. Giocavamo alla mamma, al soldato, e fare Luke e Leia nello spazio e, molte volte Shaara giocava a fare il banchiere e io facevo la guardia."

"Il banchiere?" ridacchio Master.

"Il banchiere!" replicò la bambola. "Lei diceva che se i grandi potevano fare i bambini tutto il giorno, allora anche i bambini potevano fare i grandi per almeno per una mezza giornata."

"Mmm..." borbottò Master, restando pensieroso.

"A me sembra una cosa sensata..." replicò Pulcino e la bambola, sentendo il suo sostegno, riprese a parlare.

"Eravamo diventate molto amiche, così tanto amiche che, un giorno, le confidai il mio più grando timore."

"Perché?" domandò il pulcino "le bambole hanno paura?"

"Eccome!" disse Testa. "Ora vi racconto la mia:

Tutte le bambole hanno il privilegio di vedere le loro bambine crescere ma sanno che, prima o poi, saranno messe da parte, così decisi di dire a Shaara il dolore che mi attanagliava fin da quando avevo preso vita."

"Oh!" esclamò Pulcino. "E lei, che cosa ti disse?"

"Lei mi pettinò i capelli, mi mise il rossetto sulle labbra e mi fece una promessa:"

"Lo so come sono i grandi..." disse Shaara "Crescono e si dimenticano tutto, pensano solo ai soldi e alle loro follie, ma ti prometto che quando sarò adulta mi ricorderò di te e di cosa vuole dire essere bambini, ma tu devi farmi un favore..."

Shaara mi guardò con i suoi grandi occhi verdi. Le sue lentiggini mi salutavano da sopra il naso.

"Tutto! Farò tutto quello che vuoi!" le dissi allungando le mie manine di plastica. Lei mi sorrise e, guardandosi intorno con circospezione, mi disse sottovoce:

"Mia sorella è diventata pazza e mio fratello è un sadico malvagio. Tutti in questa famiglia mi odiano e se mai dovessero scoprire che io amo qualcosa faranno di tutto per distruggerla. Perciò, devi promettermi che ti terrai al sicuro e che, se per qualche ragione dovessi andarmene all'improvviso da questa casa, mi verrai a cercare..."

Pulcino e Master guardarono Testa senza sapere cosa dire, ma Testa era gentile e gli sorrise.

"Qualche anno dopo, all'età di diciotto anni, Shaara andò via di casa. La situazione era diventata insopportabile e lei prese una nave per andare lontano. Sua sorella, poco dopo, diede fuoco alla Villa dove abitavano e in questo modo ho perso il resto del corpo ma, in fondo, mi ha fatto un favore perchè adesso posso rotolare."

Pulcino si alzò in piedi.

"Rotolando... è per questo che rotolavi?"

"Certo! Sono anni che rotolo su me stessa. Anzi, ho perso troppo tempo, lasciate che vada. Addio..."

Anche Master, a quel punto, si alzò e la testa riprese ad andare, ma il ragazzo con un cenno della mano le disse ancora:

"Aspetta, ma dove stai andando?"

"Vado da Shaara, ho saputo che aspetta un bambino, ha bisogno di me... e una promessa va sempre mantenuta."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 20, 2021 ⏰

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