CAPITOLO 1.

327 20 2
                                    

Sono qui seduto in classe, ad ascoltare la professoressa, tra un pò la lezione finisce e tutti ritornano a casa, tranne me, dovrei andare al piscologo, ho tanti problemi e mi hanno detto che devo avere anche delle cure.

La campanella suona e tutti i miei compagni misero con velocitá i loro libri dentro lo zaino, anche io, non vedevo l'ora di andarmene, vorrei tanto parlare ogni giorno di lei con qualcuno e per fortuna adesso lo faccio, mi incammino per la mia strada insieme allo skateboard e vado dal mio piscologo.

Sono arrivato, gli ho dato del buon pomeriggio al portiere che mi fece entrare e ripresi il mio skateboard tra le mie mani, cliccai il bottone per aprire la porta dell'ascensore ed entrai, dietro di me c'è uno specchio, decisi di girarmi e mi guardai, i miei capelli castani sono ancora sistemati per mia fortuna, ma una cosa, mi tolsi gli occhiali da sole e mi guardai per bene, dio mio quanto sono brutto, ho gli occhi arrossati e che un pò mi bruciano, ho le occhiaie, io ogni sera non dormo, da un anno che non dormo, ne la mattina, il pomeriggio e la sera, certe volte mi capita di chiudere gli occhi però dieci minuti dopo mi risveglio, l'ascensore si fermò al 3¤ piano e si riaprirono le porte, uscii e andai nella mia stanza di piscologia, per prima bussai e poi il mio dottore cliccò il pulsante e si aprì la porta, entrai e la chiusi.

" Ciao Alberico "

" Salve dottore "

" Vieni, siediti in questa poltrona "

Con calma lo feci, mi sedetti e gli feci un leggero sorriso, lo guardai con gli occhi quasi piene di lacrime, appoggiai nel pavimento lo skateboard e mi coricai, le mie gambe ormai sono stanche di camminare tutti i giorni, non ce la fanno più dopo tutto, il mio dottore prese della carta e penna e mi disse:

Allora Alberico cosa successe il 16 Settembre 2013? "

Iniziai a ricordare tutto per la prima volta, la mia mente adesso sono pieni di flashback.

Il 16 Settembre era iniziata la scuola, era il primo giorno di scuola, era suonata la campanella ed entrai in classe, per me era tutto nuovo, cambiai scuola perchè l'anno scorso ero stato bocciato e quindi decisi di cambiare, non conoscevo nessuno, mi sentivo isolato e solo, per tutto l'anno infatti ero solo nel banco, nessuno si metteva vicino a me però poi feci anche amicizia, in tutti questi anni ho avuto sempre pochi amici ma quelli sinceri, erano davvero fedeli e pieni di fiducia "

Avevi avuto problemi con loro prima? "

Domandò il dottore

Non proprio, ci divertevamo "

Lui annuì e mi feci un altra domanda

E dopo tutto questo? "

Dopo la ricreazione entrò una ragazza, aveva i capelli mori, ma non di un marrone chiaro oppure scuro, ma di un marrone davvero strano, quel colore prima non l'avevo mai visto, non mi piacevano molto però allo stesso tempo si, non so se mi capisce profondamente, i suoi occhi erano anche scuri, ma non neri oppure di un marrone scuro oppure al caramello, ma anche di un marrone strano, e come se i suoi colori degli occhi era mescolato con un cioccolato fondente e con un cioccolato normale, era davvero stupenda questa ragazza, aveva anche i capelli lunghi e mossi, ma non erano morbidi mi dicevano "

E di statura com'era? "

Era una ragazza in carne, ben formata, era anche un pò alta, indossava sempre una maglietta semplice oppure una felpa stretta, un paio di jeans e le sue scarpe da tennis erano sempre uguali, non li ha mai cambiati mi dicevano anche "

Prende appunti, ascolta e scrive, non si ferma e neanche si stanca, in questo momento lo apprezzo che lui si sta prendendo cura di me, forse è l'unico oppure solamente i miei genitori e lui si importano solo di me.

Continua Albe, tranquillo "

La campanella inizia a suonare e ho capito che adesso il mio tempo per parlare è finito con lui, mi alzo, riprendo il mio skateboard e lo saluto, scendo dalle scale e me ne vado triste, questa angoscia dentro al mio petto non se ne va, stanotte non dormirò un altra volta, metto il mio skateboard a terra e inizio a camminare.

Sono arrivato a casa, sono le quattro del pomeriggio, bussai la porta e mia madre mi aprì.

Amore, sei andato dallo psicologo? "

Dice felice con un sorriso stampato in faccia, mia mamma sa tutto di questa mia storia e mi ha sempre sostenuto, certe volte mi diceva di rimanere a casa e io obbedivo, ogni volta che mi da il permesso di uscire con i miei amici andiamo a giocare a pallone, nel mio futuro desidero di essere un calciatore, beh in questo momento perchè sto pensando al mio futuro? Mai dire mai dice il proverbio.

Questa angoscia non se ne andrà ne sono sicuro, mangio ma non dormo, non mangio poco ma molto, mi piacciono i panini con dentro quello che vorrei metterci io, mangio però non ingrasso, mia mamma è felice che io mangi, agli inizi saltavo sempre il pranzo e la cena, poi grazie a lei mi riprese.

Siediti, la pasta è in tavola 

La guardai per un secondo e mi sedetti subito, presi la forchetta e iniziai a mangiare come sempre.

Puro amore. || AlbericoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora